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Azionario emergente, Raiffeisen vede opportunità nelle small cap in India e Russia

Raiffeisen Capital Management sottolinea che le small cap emergenti di alcuni Paesi riescono a tenere il passo con i mercati azionari delle nazioni industrializzate

di Virgilio Chelli 1 Dicembre 2021 18:30
financialounge -  azioni india mercati emergenti Raiffeisen Capital Management Russia

I mercati azionari emergenti rischiano di rimanere indietro rispetto a quelli dei paesi sviluppati ma questo vale soprattutto per le grandi aziende che hanno un peso relativamente consistente negli indici. Se invece si analizzano le aziende più piccole dell’universo emergente, in genere molto più cicliche, la situazione è completamente diversa, perché sono assolutamente in grado di tenere il passo con i mercati azionari sviluppati. Nel complesso resta comunque valido restare ottimisti sui mercati emergenti in generale, anche se a breve termine non si intravede ancora nessuna vera inversione di tendenza della performance relativa.

PIÙ FORTI DEI GIGANTI DEGLI INDICI


Sono le indicazioni del team CEE & Global Emerging Markets di Raiffeisen Capital Management, secondo cui le small-cap dei emergenti quest’anno sono molto più forti dei giganti dell'indice: uno sguardo più attento rivela che le small cap di alcuni paesi in particolare, come Russia e India, riescono assolutamente a tenere il passo con i mercati azionari industrializzati e generalmente hanno un rendimento leggermente migliore nel lungo termine rispetto alle grandi “blue chip”. Una discrepanza insolita, che suggerisce una correzione in futuro. Prevedendo anche solo un parziale ritorno verso la media, e una continua tendenza di fondo positiva sui mercati, secondo gli esperti di Raiffeisen le large cap emergenti dovrebbero comunque avere un certo potenziale di ripresa, come anche molti indici azionari emergenti.

CONTINUI FLUSSI DI CAPITALI


Il team di Raiffeisen rileva infatti che continuano i flussi di capitali verso i mercati emergenti, sia nelle obbligazioni che nelle azioni, anche se con totali nettamente inferiori a quelli che gli investitori e le aziende stanno destinando ai mercati sviluppati e soprattutto agli USA. I flussi di capitale sono tuttavia un fattore determinante soprattutto a breve termine. Nel lungo termine è invece più opportuno guardare anche ad altri parametri, come le valutazioni.

QUADRO POSITIVO A LUNGO TERMINE


Da questo punto di vista Raiffeisen valuta il quadro a lungo termine nella maggior parte dei paesi emergenti decisamente positivo, per cui ritiene molto probabile che l'anno in corso rappresenti una sorta di livello minimo e sembrerebbe che da qui le cose possano solo andare meglio. Guardando oltre le valutazioni, non vanno trascurati gli effetti della pandemia. Nonostante i tassi di vaccinazione più bassi, in diversi paesi emergenti i fattori demografici, come una popolazione più giovane e meno esposta, in futuro potrebbero avere un impatto positivo e, a lungo termine, persino significare una predisposizione inferiore a nuove infezioni rispetto all'immunità nei paesi industrializzati basata soprattutto sulle vaccinazioni.

INVESTIMENTI PER IL CLIMA


Gli esperti di Raiffeisen sottolineano anche che la lotta al cambiamento climatico spinge gli investimenti nei paesi emergenti. La COP26, anche se ha deluso qualche aspettativa, ha mostrato chiaramente che le nazioni industrializzate sono chiamate a supportare massicciamente le emergenti. Se ora chiedono ai paesi emergenti comportamenti diversi dovranno offrire qualcosa di molto importante in cambio.

SUPPORTO DAI PAESI SVILUPPATI


Nel migliore dei casi, sottolinea in conclusione l’analisi del team di Raiffeisen, questo significa rilevanti investimenti in infrastrutture sostenibili e in tecnologie rispettose del clima nei paesi emergenti, finanziati dalle nazioni industrializzate. A questo proposito a Glasgow è stato deciso poco o niente, ma sembra chiaro che ci si muoverà in questa direzione.
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