L'analisi
Generali Investments: prudenza con Omicron, ma la correzione può essere un’opportunità
L’incertezza che sta preoccupando i mercati “non è finita finché non è finita” e non bisogna aspettarsi troppo dalle banche centrali
di Stefano Caratelli 2 Dicembre 2021 12:34
La nuova variante Omicron del Covid sta destabilizzando i mercati, soprattutto quelli degli asset più a rischio come le azioni. L'incertezza rimarrà alta fino a quando non sarà più chiaro l'impatto della variante sui ricoveri e sui decessi. Le banche centrali potrebbero anche rispondere a un aggravarsi delle situazione ritardando la normalizzazione delle politiche monetarie, ma non bisogna aspettarsi troppo aiuto, perché tra il deterioramento del mix crescita-inflazione e le persistenti strozzature nell'offerta globale, sono ormai a corto di munizioni.
Per questo Generali Investments predilige una posizione tattica molto prudente, in un contesto di elevata incertezza a breve termine, ma sottolinea anche che con il consenso sugli utili che sembra ragionevole e le valutazioni supportate da rendimenti reali bassissimi, la recente correzione potrebbe in ultima analisi offrire opportunità per incrementare l’esposizione verso asset rischiosi, con l’attenuarsi dei timori legati a Omicron. Le ‘Market Perspectives’ firmate da Thomas Hempell, Head of Macro & Market Research di Generali Investments, nel breve termine privilegiano comunque un approccio molto prudente rispetto al rischio.
Tuttavia, sostiene Hempell nella sua analisi, a meno che l'impatto della variante sulla salute si riveli tale da annullare l’efficacia dei vaccini, la recente correzione del mercato può anche fornire l’opportunità “di sovrappesare cautamente gli asset rischiosi nei portafogli”. L’esperto di cita come esempio le sorprese che arrivano dai dati macroeconomici, che hanno smesso di peggiorare in autunno, mentre i consumatori hanno accumulato importanti risparmi e le aziende godono ancora di un alto potere di determinazione dei prezzi, che permette loro di trasmettere a valle il rincaro dei fattori produttivi.
Tutto questo, secondo Hempell, protegge i margini e supporta le prospettive degli utili delle imprese. Le banche centrali dovrebbero continuare a procedere con cautela, sostenendo le valutazioni grazie ai tassi di interesse ultra-bassi. Governi e imprese hanno inoltre imparato ad affrontare meglio le misure per contenere la circolazione del virus. Gli investitori sperano che i progressi dei vaccini aiuteranno il settore sanitario ad affrontare anche possibili dirompenti mutazioni. Nuovi farmaci stanno arrivando sul mercato, e sebbene l'efficacia e i volumi di produzione siano ancora da valutare, secondo Generali Investments dovrebbero esercitare una funzione di contenimento sull'impatto sociale ed economico.
Passando dall’azionario al reddito fisso, secondo l’esperto di Generali Investments il segmento Investment Grade in Europa sembra favorevole, anche perché i titoli non-finanziari rimangono uno strumento politico chiave per la BCE. Ma mentre si aspetta rendimenti più elevati nel 2022, resta prudente su una riduzione troppo marcata della duration, dato che i rischi di investire in porti sicuri e le preoccupazioni per la crescita sono ancora notevoli. Il dollaro USA infine appare appare a Hempell “caro” dopo il progresso di quasi il 7% messo a segno dall’indice DXY da inizio giugno, ma la divergenza delle politiche monetarie e le preoccupazioni per il Covid a livello globale possono ancora sostenerlo, almeno nel breve termine.
POSIZIONE TATTICA PRUDENTE
Per questo Generali Investments predilige una posizione tattica molto prudente, in un contesto di elevata incertezza a breve termine, ma sottolinea anche che con il consenso sugli utili che sembra ragionevole e le valutazioni supportate da rendimenti reali bassissimi, la recente correzione potrebbe in ultima analisi offrire opportunità per incrementare l’esposizione verso asset rischiosi, con l’attenuarsi dei timori legati a Omicron. Le ‘Market Perspectives’ firmate da Thomas Hempell, Head of Macro & Market Research di Generali Investments, nel breve termine privilegiano comunque un approccio molto prudente rispetto al rischio.
OPPORTUNITÀ DI SOVRAPPESARE GLI ASSET A RISCHIO
Tuttavia, sostiene Hempell nella sua analisi, a meno che l'impatto della variante sulla salute si riveli tale da annullare l’efficacia dei vaccini, la recente correzione del mercato può anche fornire l’opportunità “di sovrappesare cautamente gli asset rischiosi nei portafogli”. L’esperto di cita come esempio le sorprese che arrivano dai dati macroeconomici, che hanno smesso di peggiorare in autunno, mentre i consumatori hanno accumulato importanti risparmi e le aziende godono ancora di un alto potere di determinazione dei prezzi, che permette loro di trasmettere a valle il rincaro dei fattori produttivi.
PROTETTI MARGINI E UTILI DELLE IMPRESE
Tutto questo, secondo Hempell, protegge i margini e supporta le prospettive degli utili delle imprese. Le banche centrali dovrebbero continuare a procedere con cautela, sostenendo le valutazioni grazie ai tassi di interesse ultra-bassi. Governi e imprese hanno inoltre imparato ad affrontare meglio le misure per contenere la circolazione del virus. Gli investitori sperano che i progressi dei vaccini aiuteranno il settore sanitario ad affrontare anche possibili dirompenti mutazioni. Nuovi farmaci stanno arrivando sul mercato, e sebbene l'efficacia e i volumi di produzione siano ancora da valutare, secondo Generali Investments dovrebbero esercitare una funzione di contenimento sull'impatto sociale ed economico.
INVESTMENT GRADE EUROPEO FAVOREVOLE
Passando dall’azionario al reddito fisso, secondo l’esperto di Generali Investments il segmento Investment Grade in Europa sembra favorevole, anche perché i titoli non-finanziari rimangono uno strumento politico chiave per la BCE. Ma mentre si aspetta rendimenti più elevati nel 2022, resta prudente su una riduzione troppo marcata della duration, dato che i rischi di investire in porti sicuri e le preoccupazioni per la crescita sono ancora notevoli. Il dollaro USA infine appare appare a Hempell “caro” dopo il progresso di quasi il 7% messo a segno dall’indice DXY da inizio giugno, ma la divergenza delle politiche monetarie e le preoccupazioni per il Covid a livello globale possono ancora sostenerlo, almeno nel breve termine.