Focus sul credito
Natixis vede un 2022 difficile per i mercati obbligazionari
Jack Janasiewicz e Garrett Melson di Natixis Investment Managers Solutions, prevedono un ciclo di default degli emittenti ancora lontano ma sottolineano l’assenza di cuscinetti in molti sub-segmenti del credito
di Stefano Caratelli 10 Dicembre 2021 08:00
I mercati obbligazionari ancora una volta non saranno i più facili da navigare per gli investitori l’anno prossimo, anche per le prospettive generali e poco stimolanti del 2022 che avranno il loro peso. Bisogna prepararsi a vedere volatilità degli spread, con l'incertezza della politica monetaria che li accompagna, insieme ad un modesto movimento verso l'alto dei tassi di interesse. Lo evidenzia un commento a cura di Jack Janasiewicz e Garrett Melson, di Natixis Investment Managers Solutions, secondo cui per capire come i mercati obbligazionari si comporteranno nel 2022 è utile prendere in considerazione alcuni elementi su base storica.
La prima osservazione riguarda i cicli di default degli emittenti di debito, che tendono a modificarsi dopo circa 4 o 5 anni dall'iniziale aumento dei tassi da parte della Fed nell’ambito di una fase di politica restrittiva. I default accelerano circa 1 o 2 anni dopo il picco raggiunto dai tassi dei Fed Funds, e questo evidenzia come il ciclo di default sia ancora lontano in questo momento. I due esperti di Natixis IM ricordano inoltre che i primi default di solito si verificano in ritardo rispetto all’iniziale irrigidimento delle condizioni finanziarie, citando i dati del Senior Loan Officer Survey del, che riflettono le condizioni finanziarie attuali, indicando che i segnali di inasprimento sui prestiti concessi dalle banche commerciali non sono per adesso imminenti, scongiurando così di fatto il pericolo di bandiera rossa.
Il proverbiale “muro delle scadenze” dei mercati del credito resta quindi ben gestito, secondo l’analisi di Natixis IM, visto che le aziende continuano ad allungare le scadenze dei prestiti ottenuti fino al 2025. Nel segmento del corporate americano, le società continuano a far traslare i costi più elevati in molti casi, con la crescita dei prezzi alla produzione che è stata più lenta rispetto a quella dei ricavi. Janasiewicz e Melson rilevano che i margini di profitto sono sorprendentemente al rialzo e questo, assieme ad un’inflazione modesta, dovrebbe dare grande sostegno ai fondamentali del credito, mentre i ricavi continuano ad aumentare.
Le aziende inoltre hanno mostrato capacità di preservare il proprio potere d’acquisto e, grazie anche ai bassi tassi fissi di finanziamento, il contesto del mercato del credito sembra ben sostenuto guardando al 2022. Ma, secondo gli esperti di Natixis IM, gli ostacoli che il mercato del reddito fisso potrebbe incontrare derivano dall’assenza di cuscinetti adeguati: ci sono poche opportunità di compressione dello spread in grado di assorbire qualsiasi movimento al rialzo del tasso privo di rischio. La conseguenza è che i Treasury statunitensi offrono ancora la tradizionale compensazione del rischio azionario. L'aumento dei tassi potrebbe rivelarsi il catalizzatore per una scossa al mercato azionario ad un certo punto nel corso del 2022.
Natixis IM ritiene che il mercato investment grade si rivelerà ancora più impegnativo, dato che gli spread hanno poco spazio per restringersi ancora e sono destinati probabilmente ad allargarsi in un contesto di risk off. Inoltre, i rendimenti si muoveranno probabilmente in tandem con qualsiasi rivalutazione di quelli dei Treasury. Conseguentemente, sottolineano Janasiewicz e Melson, occorre volgere l’attenzione verso le emissioni più legate agli spread: high yield, debito dei mercati emergenti e prestiti.
Dato il contesto economico, unito alle prospettive limitate di inadempienze sul fronte dei default, gli esperti di Natixis IM considerano i prestiti più attraenti rispetto all'high yield, data la componente di durata. Per quanto riguarda i mercati emergenti, resta da vedere se andrà in scena una storia di crescita globale ri-sincronizzata nella seconda metà dell’anno. Se dovesse realizzarsi, il debito dei mercati emergenti potrebbe avere il suo momento di gloria, ma per ora secondo Natixis IM rappresenta più un elemento per bilanciare le esposizioni sui Treasury e sui prestiti nei portafogli.
CICLO DI DEFAULT ANCORA LONTANO
La prima osservazione riguarda i cicli di default degli emittenti di debito, che tendono a modificarsi dopo circa 4 o 5 anni dall'iniziale aumento dei tassi da parte della Fed nell’ambito di una fase di politica restrittiva. I default accelerano circa 1 o 2 anni dopo il picco raggiunto dai tassi dei Fed Funds, e questo evidenzia come il ciclo di default sia ancora lontano in questo momento. I due esperti di Natixis IM ricordano inoltre che i primi default di solito si verificano in ritardo rispetto all’iniziale irrigidimento delle condizioni finanziarie, citando i dati del Senior Loan Officer Survey del, che riflettono le condizioni finanziarie attuali, indicando che i segnali di inasprimento sui prestiti concessi dalle banche commerciali non sono per adesso imminenti, scongiurando così di fatto il pericolo di bandiera rossa.
LE AZIENDE ALLUNGANO LE SCADENZE
Il proverbiale “muro delle scadenze” dei mercati del credito resta quindi ben gestito, secondo l’analisi di Natixis IM, visto che le aziende continuano ad allungare le scadenze dei prestiti ottenuti fino al 2025. Nel segmento del corporate americano, le società continuano a far traslare i costi più elevati in molti casi, con la crescita dei prezzi alla produzione che è stata più lenta rispetto a quella dei ricavi. Janasiewicz e Melson rilevano che i margini di profitto sono sorprendentemente al rialzo e questo, assieme ad un’inflazione modesta, dovrebbe dare grande sostegno ai fondamentali del credito, mentre i ricavi continuano ad aumentare.
POCO SPAZIO DI COMPRESSIONE DEGLI SPREAD
Le aziende inoltre hanno mostrato capacità di preservare il proprio potere d’acquisto e, grazie anche ai bassi tassi fissi di finanziamento, il contesto del mercato del credito sembra ben sostenuto guardando al 2022. Ma, secondo gli esperti di Natixis IM, gli ostacoli che il mercato del reddito fisso potrebbe incontrare derivano dall’assenza di cuscinetti adeguati: ci sono poche opportunità di compressione dello spread in grado di assorbire qualsiasi movimento al rialzo del tasso privo di rischio. La conseguenza è che i Treasury statunitensi offrono ancora la tradizionale compensazione del rischio azionario. L'aumento dei tassi potrebbe rivelarsi il catalizzatore per una scossa al mercato azionario ad un certo punto nel corso del 2022.
MERCATO IMPEGNATIVO PER L’INVESTMENT GRADE
Natixis IM ritiene che il mercato investment grade si rivelerà ancora più impegnativo, dato che gli spread hanno poco spazio per restringersi ancora e sono destinati probabilmente ad allargarsi in un contesto di risk off. Inoltre, i rendimenti si muoveranno probabilmente in tandem con qualsiasi rivalutazione di quelli dei Treasury. Conseguentemente, sottolineano Janasiewicz e Melson, occorre volgere l’attenzione verso le emissioni più legate agli spread: high yield, debito dei mercati emergenti e prestiti.
PRESTITI PIÙ ATTRAENTI DEGLI HIGH YIELD
Dato il contesto economico, unito alle prospettive limitate di inadempienze sul fronte dei default, gli esperti di Natixis IM considerano i prestiti più attraenti rispetto all'high yield, data la componente di durata. Per quanto riguarda i mercati emergenti, resta da vedere se andrà in scena una storia di crescita globale ri-sincronizzata nella seconda metà dell’anno. Se dovesse realizzarsi, il debito dei mercati emergenti potrebbe avere il suo momento di gloria, ma per ora secondo Natixis IM rappresenta più un elemento per bilanciare le esposizioni sui Treasury e sui prestiti nei portafogli.