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Prospettive per il 2022

Amundi: il valore comincia a scarseggiare sui mercati, valutare tutte le opzioni

Le prospettive di rendimento non sono molto rosee per i prossimi tre anni, per cui bisognerà ricercare le opportunità in tutte le classi di attivi ricorrendo a un’ampia gamma di strumenti

di Virgilio Chelli 15 Dicembre 2021 18:00
financialounge -  Amundi azioni obbligazioni Pascal Blanqué tapering Vincent Mortier

Nei prossimi tre anni le prospettive di rendimento reale per gli investitori non saranno molto rosee. Il rendimento annuo reale di un portafoglio ‘tradizionale’, costituito per il 60% da azioni e per il 40% da obbligazioni, in aggregato potrebbe essere attorno allo zero sia in USA che in Europa. Per il futuro, il rebus in tema di investimenti è come aumentare il potenziale del rendimento reale. Per questo occorrerà cogliere le opportunità disponibili in tutte le classi di attivi, perché il valore reale ancora presente sui mercati non è abbondante, e quindi gli investitori dovranno mantenere un’ampia rosa di strumenti. Sono le conclusioni delle Global Investment Views di Amundi contenute in un commento firmato da Pascal Blanqué, Group Chief investment officer, e Vincent Mortier, Deputy Group Chief investment officer di Amundi.

MERCATI NON SPAVENTATI


Finora i fattori di incertezza, dal tapering della Fed alla crisi Evergrande, non hanno spaventato i mercati. C’è stato un calo dei rendimenti nominali, mentre quelli reali sono addirittura scesi a nuovi minimi. Nonostante le tesi sull’inflazione transitoria, gli ultimi dati sembrano invece supportare la narrativa riguardo a un suo carattere più “permanente”. Nell’azionario, gli esperti di Amundi sottolineano che le trimestrali sono state molto soddisfacenti, che il rischio costituito Evergrande in Cina è stato nuovamente sventato, mentre negli USA, il presidente Biden ha confermato Powell alla Fed per assicurare la continuità nominando Brainard vicepresidente. Ma è da mettere in conto un probabile ritorno della volatilità collegata alla politica americana.

LE VARIANTI NON MINACCIANO LA CRESCITA


Mercati e investitori devono anche tener conto della nuova ondata di Covid-19, ma gli esperti di Amundi non credono che pregiudicherà le prospettive della crescita, grazie alle campagne vaccinali. Al tempo stesso, visti i rally recenti, è difficile prevedere significativi rialzi dei listini azionari. Lo scenario più probabile a breve sarà quello di mercati azionari che si muovono in range e di obbligazioni volatili in una situazione generale di minor liquidità. In questo contesto, Amundi mantiene un atteggiamento neutrale sulle azioni e favorevole alla duration breve nell’obbligazionario, con un’opinione moderatamente positiva sul credito e sulle obbligazioni dei Paesi periferici.

AZIONI A VALORI ESTREMI


Ma nella costruzione del portafoglio si dovrà tener conto soprattutto dei rendimenti reali. Continueranno a essere favorite le azioni e appena l'economia riaccelererà a metà 2022 Amundi prevede di passare da una posizione neutrale a un sovrappeso tattico. Con le valutazioni ormai estreme nei mercati sviluppati e in particolare in USA gli investitori torneranno sui mercati emergenti in cerca di valutazioni attraenti. Amundi vede anche il rischio di bolle in alcune aree, per cui gli investitori dovrebbero privilegiare i titoli quality/value, quelli che distribuiscono dividendi e quelli con capacità sostenibile.

FAVORITI GLI ASSET REALI


Per quanto riguarda il reddito fisso, le obbligazioni societarie con rendimenti più alti e duration breve potrebbero essere la soluzione migliore per contrastare l’inflazione, ma la selezione avrà un peso determinante perché i tassi di default inizieranno ad aumentare. Gli attivi reali saranno favoriti in termini di protezione dall’inflazione, e secondo Amundi le opportunità non mancano, dal debito privato alle infrastrutture, al private equity, fino all’immobiliare, che potrebbe offrire opportunità selettive nella ripresa.

IL PESO DEI FATTORI ESG


Infine gli esperti di Amundi segnalano che alcuni rischi legati ai fattori ESG stanno diventando reali. La conferenza COP26 ha evidenziato l’urgenza di prendere iniziative per ridurre le emissioni, l’accordo in extremis tra Cina e Stati Uniti potrebbe imprimere un’accelerazione a questo trend, con un aumento della domanda da parte degli investitori, che potrebbe tradursi alla fine, in un circuito di retroazione positiva, in prezzi di mercato più alti.
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