Tecnologia in primo piano
Investire in Cina, i settori preferiti da J.P. Morgan Asset Management
Nel China Bulletin, J.P. Morgan Asset Management giudica positiva la nuova linea politica e normativa che punta a una maggior autosufficienza. Il caso dei semiconduttori indica che i cambiamenti non sono negativi
di Stefano Caratelli 15 Dicembre 2021 20:00
Le incertezze connesse ai nuovi orientamenti politici e normativi e alle tensioni con gli Usa continueranno a pesare e a determinare una certa volatilità a breve sui mercati cinesi. Ma restano validi i temi di investimento a lungo termine legati a tecnologia, salute e consumi. Il settore dei semiconduttori in particolare è avvantaggiato dall’intenzione di Pechino di ridurre la dipendenza dalle importazioni. La volatilità è comunque normale in Cina, ancor più dei Mercati Emergenti. Il 2021 ha visto un aumento del nervosismo, ma vedere ribassi a due cifre non è insolito.
Lo sottolinea l’edizione di dicembre del China Bulletin di J.P. Morgan Asset Management, a cura del team di gestione basato in diverse sedi in Cina e in Asia della grande casa, che mette i mercati cinesi sotto i riflettori. Sul mercato onshore, i lockdown per il Covid e le restrizioni ai viaggi sono state implementate in alcune aree in linea con la politica Covid Zero. Dato che il governo dispone di margini di manovra per sostenere la crescita, secondo il Bulletin l'indebolimento della produzione e dei consumi ha aumentato la possibilità che ulteriore sostegno venga annunciato nei prossimi trimestri. Ma è probabile che persista l'incertezza per i timori sugli effetti dei cambiamenti normativi e gli impatti sugli utili societari.
Anche sul mercato offshore, con il significativo spostamento delle priorità del governo verso un approccio più equilibrato alla crescita, alla sostenibilità e all'aumento dell'uguaglianza, è probabile che i mercati rimarranno volatili mentre gli investitori si adeguano. Le politiche interne indicano un modesto rallentamento della crescita, ma probabilmente di qualità superiore. È incoraggiante che ciò derivi in parte dalle riforme strutturali su consumi, investimenti e mercati dei capitali. Il Bulletin concorda con la spinta delle modifiche normative, ma esprime insoddisfazione per i rischi associati all’investimento, perché continueranno ad avere un impatto negativo su alcune aziende e industrie nel breve termine, alterando le dinamiche competitive di alcuni settori.
I temi a lungo termine per investire in Cina si concentrano su tecnologia, salute e consumi. J.P. Morgan Asset Management privilegia ad esempio le imprese della nuova economia con solide prospettive di crescita a lungo termine, in quanto beneficiarie della continua spinta all'autosufficienza, in particolare per le dinamiche di sostituzione delle importazioni in aree come automazione, semiconduttori e software. Il Bulletin di J.P. Morgan Asset Management dedica il focus del mese proprio ai semiconduttori, oggetto di forte attenzione globale per i problemi di approvvigionamento e le tensioni geopolitiche con gli USA.
Queste hanno effettivamente accelerato la spinta all’innovazione piuttosto che fungere da freno perché la Cina è ancora più determinata a diventare autosufficiente proprio nelle aree dove dipendeva maggiormente dalle importazioni. La strategia USA ha reso l'autosufficienza un tema urgente per Pechino. L'iniziativa "Made in China 2025" annunciata nel 2015 mirava a portare la produzione di chip del paese da meno del 10% della domanda dell'epoca al 40% nel 2020 e al 70% nel 2025. Questo desiderio, sottolinea J.P. Morgan Asset Management, significa che i cambiamenti normativi non sono tutti negativi per il mercato, poiché alcuni settori trarranno vantaggio dalle politiche a medio e lungo termine.
TIMORI DI IMPATTI NEGATIVI
Lo sottolinea l’edizione di dicembre del China Bulletin di J.P. Morgan Asset Management, a cura del team di gestione basato in diverse sedi in Cina e in Asia della grande casa, che mette i mercati cinesi sotto i riflettori. Sul mercato onshore, i lockdown per il Covid e le restrizioni ai viaggi sono state implementate in alcune aree in linea con la politica Covid Zero. Dato che il governo dispone di margini di manovra per sostenere la crescita, secondo il Bulletin l'indebolimento della produzione e dei consumi ha aumentato la possibilità che ulteriore sostegno venga annunciato nei prossimi trimestri. Ma è probabile che persista l'incertezza per i timori sugli effetti dei cambiamenti normativi e gli impatti sugli utili societari.
APPROCCIO PIÙ EQUILIBRATO ALLA CRESCITA
Anche sul mercato offshore, con il significativo spostamento delle priorità del governo verso un approccio più equilibrato alla crescita, alla sostenibilità e all'aumento dell'uguaglianza, è probabile che i mercati rimarranno volatili mentre gli investitori si adeguano. Le politiche interne indicano un modesto rallentamento della crescita, ma probabilmente di qualità superiore. È incoraggiante che ciò derivi in parte dalle riforme strutturali su consumi, investimenti e mercati dei capitali. Il Bulletin concorda con la spinta delle modifiche normative, ma esprime insoddisfazione per i rischi associati all’investimento, perché continueranno ad avere un impatto negativo su alcune aziende e industrie nel breve termine, alterando le dinamiche competitive di alcuni settori.
SOSTITUZIONE DELLE IMPORTAZIONI
I temi a lungo termine per investire in Cina si concentrano su tecnologia, salute e consumi. J.P. Morgan Asset Management privilegia ad esempio le imprese della nuova economia con solide prospettive di crescita a lungo termine, in quanto beneficiarie della continua spinta all'autosufficienza, in particolare per le dinamiche di sostituzione delle importazioni in aree come automazione, semiconduttori e software. Il Bulletin di J.P. Morgan Asset Management dedica il focus del mese proprio ai semiconduttori, oggetto di forte attenzione globale per i problemi di approvvigionamento e le tensioni geopolitiche con gli USA.
PRODUZIONE DI CHIP IN FORTE AUMENTO
Queste hanno effettivamente accelerato la spinta all’innovazione piuttosto che fungere da freno perché la Cina è ancora più determinata a diventare autosufficiente proprio nelle aree dove dipendeva maggiormente dalle importazioni. La strategia USA ha reso l'autosufficienza un tema urgente per Pechino. L'iniziativa "Made in China 2025" annunciata nel 2015 mirava a portare la produzione di chip del paese da meno del 10% della domanda dell'epoca al 40% nel 2020 e al 70% nel 2025. Questo desiderio, sottolinea J.P. Morgan Asset Management, significa che i cambiamenti normativi non sono tutti negativi per il mercato, poiché alcuni settori trarranno vantaggio dalle politiche a medio e lungo termine.