Nonostante il rallentamento
Per Amundi Investire in Cina offre ancora molti vantaggi
In un commento di Monica Defend e Claire Huang, Amundi sottolinea che il cambiamento strutturale verso la ‘Prosperità comune’ sarà accompagnato da maggior chiarezza e ridurrà i rischi sistemici a lungo termine
di Stefano Caratelli 27 Dicembre 2021 19:00
La crescita della Cina dovrebbe scendere sotto il 3% nell’ultimo trimestre del 2021 e attestarsi intorno al 3%-4% nel primo semestre del 2022, per poi risalire sopra il 5%. Il principale rischio ribassista è un rallentamento più marcato del settore abitativo non accompagnato da altri stimoli. Gli investitori dovranno essere cauti sul breve termine in una fase in cui la Cina sta introducendo numerosi cambiamenti regolatori per raggiungere la “Prosperità comune”. Pechino è diventata più tollerante al rallentamento ma la transizione strutturale sarà accompagnata da maggior chiarezza e maggiore coordinamento politico.ù
Lo sottolinea Amundi in un commento firmato da Monica Defend, Global Head of Research, e Claire Huang, EM Macro Strategist, della grande casa dedicato alla Cina, i cui le due esperte si dicono convinte che sul lungo termine la nuova politica ridurrà i rischi sistemici, consentendo agli investitori di esplorare le opportunità in modo selettivo. Secondo Amundi infatti, gli attivi cinesi, compreso il renminbi, offrono considerevoli vantaggi di diversificazione dei portafogli globali per gli investitori alla ricerca di un reddito reale più elevato, supportati dal ruolo crescente di Pechino nel commercio asiatico e dal desiderio di aumentare la rilevanza internazionale della valuta.
Le due esperte di Amundi spiegano che l'economia cinese ha continuato a risentire dei vincoli politici autoimposti che hanno rallentato la ripresa, tra cui cita la tolleranza zero verso il Covid, i controlli sulle emissioni nei settori fortemente inquinanti, la stretta sul mercato immobiliare. Ma la politica ha risposto alla conseguente debolezza generalizzata dell’economia con una serie di misure, soprattutto sull’utilizzo dell'energia, ed è probabile che le tensioni si allentino verso fine anno, con minori pressioni sul settore industriale.
La tolleranza zero sul Covid dovrebbe durare fino alle Olimpiadi invernali di Pechino di febbraio, ma vista anche l’alta percentuale di vaccinati sono prevedibili alcuni allentamenti sui viaggi interni da fine febbraio. Sono in corso aggiustamenti anche sulle politiche immobiliari, la cui rimodulazione è stata secondo le esperte di Amundi indubbiamente utile per allentare le pressioni sui colossi immobiliari, anche se non è bastato a far cambiare idea su un rallentamento del settore nel medio termine. In prospettiva, Defend e Huang prevedono che l'economia riprenda lentamente a carburare non appena i vincoli saranno rimossi a uno a uno, anche se appare illusorio aspettarsi un altro round di forti stimoli al credito.
Di conseguenza Amundi prevede che l’allentamento della politica rimanga mirato e che l’abbandono dei pesanti interventi di riduzione dell’indebitamento e della stretta monetaria siano sufficienti a stabilizzare la crescita, e continua a credere che la crescita economica si riprenderà in modo sequenziale dai minimi del terzo trimestre e che nel 2022 rimarrà leggermente al di sotto della media tendenziale.
Tuttavia, avvertono Defend e Huang, visti i forti effetti negativi di base, la crescita complessiva su base annua in Cina dovrebbe scendere al di sotto del 3% nell’ultimo trimestre dell’anno e attestarsi intorno al 3%-4% nel primo semestre del 2022, per poi risalire al di sopra del 5%. Il principale rischio ribassista che incombe sulle previsioni delle esperte di Amundi è un rallentamento più marcato del settore abitativo non accompagnato da altri pacchetti di stimoli.
RIDUZIONE DEI RISCHI SISTEMICI
Lo sottolinea Amundi in un commento firmato da Monica Defend, Global Head of Research, e Claire Huang, EM Macro Strategist, della grande casa dedicato alla Cina, i cui le due esperte si dicono convinte che sul lungo termine la nuova politica ridurrà i rischi sistemici, consentendo agli investitori di esplorare le opportunità in modo selettivo. Secondo Amundi infatti, gli attivi cinesi, compreso il renminbi, offrono considerevoli vantaggi di diversificazione dei portafogli globali per gli investitori alla ricerca di un reddito reale più elevato, supportati dal ruolo crescente di Pechino nel commercio asiatico e dal desiderio di aumentare la rilevanza internazionale della valuta.
VINCOLI AUTOIMPOSTI
Le due esperte di Amundi spiegano che l'economia cinese ha continuato a risentire dei vincoli politici autoimposti che hanno rallentato la ripresa, tra cui cita la tolleranza zero verso il Covid, i controlli sulle emissioni nei settori fortemente inquinanti, la stretta sul mercato immobiliare. Ma la politica ha risposto alla conseguente debolezza generalizzata dell’economia con una serie di misure, soprattutto sull’utilizzo dell'energia, ed è probabile che le tensioni si allentino verso fine anno, con minori pressioni sul settore industriale.
ECONOMIA VERSO UNA LENTA RIPRESA
La tolleranza zero sul Covid dovrebbe durare fino alle Olimpiadi invernali di Pechino di febbraio, ma vista anche l’alta percentuale di vaccinati sono prevedibili alcuni allentamenti sui viaggi interni da fine febbraio. Sono in corso aggiustamenti anche sulle politiche immobiliari, la cui rimodulazione è stata secondo le esperte di Amundi indubbiamente utile per allentare le pressioni sui colossi immobiliari, anche se non è bastato a far cambiare idea su un rallentamento del settore nel medio termine. In prospettiva, Defend e Huang prevedono che l'economia riprenda lentamente a carburare non appena i vincoli saranno rimossi a uno a uno, anche se appare illusorio aspettarsi un altro round di forti stimoli al credito.
ALLENTAMENTO MIRATO
Di conseguenza Amundi prevede che l’allentamento della politica rimanga mirato e che l’abbandono dei pesanti interventi di riduzione dell’indebitamento e della stretta monetaria siano sufficienti a stabilizzare la crescita, e continua a credere che la crescita economica si riprenderà in modo sequenziale dai minimi del terzo trimestre e che nel 2022 rimarrà leggermente al di sotto della media tendenziale.
RISCHIO RIBASSISTA
Tuttavia, avvertono Defend e Huang, visti i forti effetti negativi di base, la crescita complessiva su base annua in Cina dovrebbe scendere al di sotto del 3% nell’ultimo trimestre dell’anno e attestarsi intorno al 3%-4% nel primo semestre del 2022, per poi risalire al di sopra del 5%. Il principale rischio ribassista che incombe sulle previsioni delle esperte di Amundi è un rallentamento più marcato del settore abitativo non accompagnato da altri pacchetti di stimoli.