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Schroders: "Azioni, bond e yuan rendono la Cina interessante per il 2022”

Secondo gli esperti della casa d'investimento i consumi interni e i trend strutturali guideranno la crescita del Paese mentre le valutazioni dei mercati interni offrono ora una maggiore protezione dal rischio di ribasso

di Leo Campagna 30 Dicembre 2021 08:00

financialounge -  cina David Rees investimenti Julia Ho Louisa Lo Schroders
È probabile che la decelerazione dell’economia cinese, iniziata nella seconda metà del 2021, posso protrarsi nel 2022. A sostenerlo è David Rees, Senior EM Economist di Schroders, che ha rivisto le stime di crescita del PIL cinese dal 7,7% al 4,7% nel 2021.

REAL ESTATE, PRINCIPALE FONTE DI PREOCCUPAZIONE


L’economista, pur segnalando gli impatti sull’attività economica per le restrizioni adottate in seguito alla politica di tolleranza zero contro il Covid-19, e gli svariati blackout che hanno frenato l’attività, ritiene il settore real estate la principale fonte di preoccupazione per Pechino. “Si è innescato un circolo vizioso caratterizzato da contrazione dell’attività edilizia, ristrutturazioni del debito più frequenti e riduzione del fatturato. Riteniamo probabile che alle autorità non sfugga di mano la situazione e, comunque, i possibili sviluppi non dovrebbero cogliere di sorpresa i mercati” sottolinea Rees.

UN AUMENTO DEL REDDITO DISPONIBILE


Secondo l’economista, inoltre, è probabile che eventuali allentamenti mirati della stretta normativa in ambiti quali tecnologia e istruzione possano avere ricadute positive per questi settori e consentire analisi più ragionate da parte degli investitori. Il tutto senza trascurare il fatto che un aumento del reddito disponibile delle famiglie, grazie alle riforme e alle potenziali misure di stimolo, potrebbe sostenere i consumi interni, finora poco brillanti.

BENI DI CONSUMO DI ALTA QUALITÀ


Proprio la ripresa dei consumi dovrebbe essere, secondo Louisa Lo, China Fund Manager di Schroders, trainata dalla spesa interna, destinata ad aumentare in seguito alla diminuzione dei casi di Covid. Nel corso del prossimo anno, alcune problematiche lungo le catene di approvvigionamento dovrebbero risolversi e i prezzi di produzione toccare il picco. “Alcuni produttori di beni di consumo di alta qualità potrebbero riuscire a trasferire i maggiori costi di produzione ai consumatori finali” riferisce Lo secondo la quale la crescita è destinata a concentrarsi soprattutto in aree strategiche come gli investimenti di capitali in progetti green e le nuove infrastrutture, in linea con le politiche del governo.

LA STRATEGIA DI DOPPIA CIRCOLAZIONE


“È sempre più cruciale “ aggiunge Lo “la ‘strategia di doppia circolazione’, ovvero il focus sulle esportazioni in un’ottica di lungo periodo e il sostegno ai consumi interni, allo sviluppo dei prodotto locali e alla localizzazione dell’attività di R&S. Un contesto nel quale i consumi interni dovrebbero confermarsi un driver di crescita fondamentale nel 2022 e oltre”. In ogni caso, la China Fund Manager di Schroders intravede numerose opportunità in svariati settori dopo la correzione del mercato azionario cinese di quest’anno.

UNA MAGGIORE PROTEZIONE DAL RISCHIO DI RIBASSO


“Pur in un contesto macroeconomico ancora difficile nel 2022, riteniamo nel complesso le valutazioni adeguate siano in grado di offrire una maggiore protezione dal rischio di ribasso” sottolinea Lo mentre la sua collega, Julia Ho, Head of Asian Macro di Schroders, conferma per il 2022 l’ottimismo sulle obbligazioni cinesi onshore. “L’attenzione di Pechino si sposta sulla transizione dalla quantità alla qualità della crescita che potrebbe porre le basi per un’economia più sostenibile e stabile in futuro. Il mercato obbligazionario, in ogni caso, è favorito da un tasso di crescita complessiva più basso con tassi di interesse probabilmente contenuti” spiega Ho secondo cui favorevoli agli investimenti in obbligazioni, risulteranno pure i nuovi temi: prosperità comune, riduzione dell’indebitamento e riforma del quadro normativo.

OBBLIGAZIONI CINESI, UN BENE RIFUGIO


Resta il fatto che le obbligazioni cinesi iniziano ad essere considerate un bene rifugio emergente, peraltro denominate in yuan, sempre più candidata a valuta di riserva internazionale. “Le valutazioni interessanti, una politica monetaria divergente, un contesto economico incoraggiante, una crescente accessibilità, la bassa volatilità, l’inclusione negli indici e i vantaggi in termini di diversificazione sono solo alcune delle ragioni per cui continuiamo a favorire le obbligazioni cinesi” conclude l’Head of Asian Macro di Schroders.

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