Le previsioni

Natixis: crescita sostenuta nel 2022 con rallentamento dopo l’estate

James Beaumont e Nuno Teixeira, di Natixis Investment Managers Solutions, indicano in inflazione e geopolitica le prime variabili da monitorare. Previsti anche forti investimenti in energie rinnovabili

di Stefano Caratelli 11 Gennaio 2022 17:12

financialounge -  James Beaumont Natixis Investment Managers Nuno Teixeira
Per il 2022 lo scenario economico di Natixis Investment Managers Solutions prevede nella prima metà dell’anno una continua crescita, superiore al trend di lungo periodo, specialmente nelle economie avanzate, sostenuta dall’eccesso di risparmio accumulato durante i lockdown. Dall’inizio della pandemia la ricchezza delle famiglie americane è aumentata del 22% in modo relativamente omogeneo tra i diversi centili di reddito e di età. Nel secondo semestre la crescita dovrebbe normalizzarsi via via che la riapertura delle economie si completerà, che l’eccesso di risparmio sarà speso e che i vari piani emergenziali giungeranno a conclusione.

EUROPA ESPOSTA ALLA CINA


James Beaumont e Nuno Teixeira, di Natixis Investment Managers Solutions, ritengono che lo stesso vale per l’Europa, che si avvia verso il 2022 con una domanda solida, e dove le nuove misure sanitarie non dovrebbero perdurare a lungo, il che sosterrà la fiducia dei consumatori e la domanda globale. Ma, aggiungono gli esperti di Natixis IM, è probabile che l’attività subisca un rallentamento dopo l’estate, nel momento in cui gli attuali fattori positivi si saranno stabilizzati. Inoltre l’Europa rimane esposta all’economia cinese, il cui recente rallentamento potrebbe avere un impatto nonostante i piani di stimolo. Non si può neanche escludere un inasprimento delle tensioni geopolitiche, come tra Europa e Bielorussia o Stati Uniti e Cina.

I PASSAGGI POLITICI IN USA, ITALIA E FRANCIA


Sul piano politico, secondo Natixis IM il rischio che negli USA i Democratici perdano il controllo della Camera e/o del Senato alle elezioni di metà mandato di novembre è aumentato, per cui il Presidente Biden sarà ancora più attento nella scelta di nuove misure. In Europa, Francia e Italia si preparano alle presidenziali. Macron cercherà di conquistare un secondo mandato ad aprile, mentre in Italia c’è una crescente incertezza sulla possibilità che il Premier Draghi salga al Quirinale. Qualunque sia l’esito, gli esperti di Natixis IM non credono che si possa alterare significativamente la stabilità politica in Europa.

INFLAZIONE SU A BREVE, POI RIENTRO


Per quanto riguarda il quadro marco, pur ritenendo che nel breve periodo l’inflazione possa aumentare ulteriormente in Europa e negli USA, secondo Natixis IM le pressioni dovrebbero esaurirsi progressivamente in corso d’anno, via via che gli squilibri tra offerta e domanda e le tensioni sul mercato del lavoro si attenueranno. L’inflazione dovrebbe mantenere un ritmo sostenuto, in linea con gli obiettivi delle banche centrali, per un certo periodo di tempo, prima che i fattori deflazionistici, come le dinamiche demografiche, si manifestino nuovamente.

CONSUMI DAI BENI AI SERVIZI


È anche probabile che le difficoltà delle filiere produttive permangano per qualche tempo, ma con la progressiva riapertura i consumatori dovrebbero aumentare la spesa per servizi a scapito di quella per l’acquisto di beni, favorendo così l’eliminazione dei colli di bottiglia delle catene di fornitura, anche se resta da capire se l’inflazione da domanda di beni sarà sostituita da un’inflazione da domanda di servizi, cui si aggiunge la possibilità che il mercato del lavoro diventi ancora più teso, vista anche la carenza di manodopera in USA.

NECESSARI FORTI INVESTIMENTI IN RINNOVABILI


Sul versante delle materie prime, i prezzi dell’energia restano elevati in un contesto in cui le principali economie, pari al 70% del PIL mondiale, sono impegnate ad azzerare le emissioni nette entro il 2050. Secondo Natixis IM la transizione energetica continuerà ad esercitare pressioni sui prezzi delle fonti fossili, che registrano un livello di investimenti storicamente basso, proprio mentre la domanda crescente di energia delle economie emergenti potrebbe superare la produzione di energie rinnovabili. Di conseguenza, e per sostituire le energie fossili, rileva Natixis IM, gli investimenti in rinnovabili dovranno triplicare entro il 2030.

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