Focus sulle valute
Forex, un 2022 poco favorevole per il dollaro
Il biglietto verde che è ha vissuto un periodo brillante nel 2021 non è più favorito e, anche se è ancora prematuro ridurre l’esposizione, è probabilmente prossimo al picco
di Annalisa Lospinuso 17 Gennaio 2022 18:30
Il dollaro Usa non è più il favorito del forex. Lo scorso anno il biglietto verde è stato caratterizzato da un rally che, però, ha esaurito la sua spinta propulsiva nel secondo semestre, nonostante la netta incorporazione nelle valutazioni della stretta decisa dalla Fed. I timori di inasprimento della stretta monetaria si sono incentrati sulla Fed, ma i rendimenti dei Bund hanno a malapena seguito l’aumento dei rendimenti dei Treasury Usa, mantenendo i differenziali di rendimento invariati. Anche la volatilità dei rendimenti, che tende a favorire il dollaro Usa, si è attenuata, così come fanno notare gli analisti di Generali Investments nel “Market spinner”.
“L’ultimo rimbalzo nel cambio eur/usd, sottolinea Thomas Hempell, head of Macro & market research di Generali Investments, riflette in parte il mispricing della Bce: i mercati ora scontano oltre 20 punti base di aumento dei tassi di deposito Bce nei prossimi 12 mesi, dove noi prevediamo tassi piatti per tutto l’anno”. Le azioni nella maggior parte delle economie avanzate hanno chiuso in ribasso a causa di una volatilità in aumento, mentre il biglietto verde è stato sotto pressione.
Per quanto riguarda l’inflazione, invece, i rischi sembrano più forti negli Stati Uniti, dove la ripida discesa della disoccupazione e l’aumento degli affitti si sommano ai problemi della catena di approvvigionamento. Queste differenze fanno pensare a un diverso approccio nei vari Paesi da parte delle banche centrali. L’inflazione Usa CPI ha raggiunto il 7% a dicembre, un massimo di quasi quattro decenni. Il rapido avanzamento dei costi di alloggio ha aiutato l’IPC core ad accelerare al 5,5% su base annua. Le vendite al dettaglio sono crollate a causa dei prezzi elevati e delle carenze.
Qualsiasi spinta al dollaro, derivante dalla divergenza delle politiche sarà probabilmente di breve durata. “Il dollaro ha raggiunto elevate valutazioni – prosegue Hempell di Generali Investments - e il grande spostamento registrato durante il 2021 con un posizionamento speculativo verso la valuta Usa ha probabilmente fatto il suo corso. La persistente ripresa globale comporterà dei venti contrari per il dollaro, che è anticiclico”.
RIMBALZO EUR/USD
“L’ultimo rimbalzo nel cambio eur/usd, sottolinea Thomas Hempell, head of Macro & market research di Generali Investments, riflette in parte il mispricing della Bce: i mercati ora scontano oltre 20 punti base di aumento dei tassi di deposito Bce nei prossimi 12 mesi, dove noi prevediamo tassi piatti per tutto l’anno”. Le azioni nella maggior parte delle economie avanzate hanno chiuso in ribasso a causa di una volatilità in aumento, mentre il biglietto verde è stato sotto pressione.
INCOGNITA INFLAZIONE
Per quanto riguarda l’inflazione, invece, i rischi sembrano più forti negli Stati Uniti, dove la ripida discesa della disoccupazione e l’aumento degli affitti si sommano ai problemi della catena di approvvigionamento. Queste differenze fanno pensare a un diverso approccio nei vari Paesi da parte delle banche centrali. L’inflazione Usa CPI ha raggiunto il 7% a dicembre, un massimo di quasi quattro decenni. Il rapido avanzamento dei costi di alloggio ha aiutato l’IPC core ad accelerare al 5,5% su base annua. Le vendite al dettaglio sono crollate a causa dei prezzi elevati e delle carenze.
POSIZIONAMENTO SPECULATIVO
Qualsiasi spinta al dollaro, derivante dalla divergenza delle politiche sarà probabilmente di breve durata. “Il dollaro ha raggiunto elevate valutazioni – prosegue Hempell di Generali Investments - e il grande spostamento registrato durante il 2021 con un posizionamento speculativo verso la valuta Usa ha probabilmente fatto il suo corso. La persistente ripresa globale comporterà dei venti contrari per il dollaro, che è anticiclico”.