L'outlook
I mercati azionari devono affrontare un 2022 di grandi inversioni di tendenza
Neuberger Berman, nelle Prospettive settimanali del CIO firmate da Joseph V. Amato, prevede volatilità causata da transizioni epocali sui fronti inflazione, politiche monetarie, transizione energetica e Cina
di Stefano Caratelli 19 Gennaio 2022 07:50
Il 2022 sarà probabilmente un anno incerto e impegnativo per gli investitori azionari. Dopo due anni di pandemia, i prossimi 12 mesi potrebbero rivelarsi più difficili perché segneranno importanti inversioni di tendenza. Alcuni fenomeni tecnici e fondamentali, che producono i loro effetti da anni o addirittura decenni, sembrano destinati a mutare, ed è probabile che i mercati finanziari manifesteranno maggior volatilità mentre li assorbiranno questi cambiamenti. Lo prevede Neuberger Berman, nelle Prospettive settimanali del CIO, firmate da Joseph V. Amato, President and Chief Investment Officer — Equities con il titolo “2022: un anno di grandi transizioni”
Secondo Amato i più significativi saranno l’inflazione, le politiche monetarie e la liquidità, l’energia e la Cina. In Europa e Stati Uniti l’inflazione ha iniziato a crescere e nel 2022 arriverà la conferma che lo shock lascerà tracce durature, perché in questo ciclo i prezzi cresceranno più rapidamente e con maggiore volatilità di quanto abbiano fatto dagli anni ‘80. I colli di bottiglia dovuti alla pandemia potrebbero risolversi, ma è probabile che correzioni nelle catene di approvvigionamento di natura più strutturale, la transizione verso le energie pulite, lo “skill mismatch” e altri squilibri nel mercato del lavoro alimenteranno un’inflazione più a lungo termine dei salari, dei combustibili e degli immobili, secondo Amato.
Proprio per l’inflazione, il tasso reale della Fed è su livelli perfino più bassi di quelli degli anni ‘70. Al momento i futures sui Fed Fund scontano un rialzo dei tassi a marzo quasi certo, mentre solo a ottobre la probabilità era prossima a zero. La volatilità è esplosa a inizio anno dopo la pubblicazione dei verbali della riunione di dicembre della Fed che hanno rivelato non solo l’avvio del tapering entro marzo ma anche una svolta rapida per ridurre attivamente il bilancio della Banca centrale. Inoltre rimangono grandi quantità di liquidità che potrebbero affluire verso beni, servizi e mercati azionari.
Il nuovo orientamento di politica monetaria implica rialzi dei tassi e rapido drenaggio di liquidità, a cui si aggiunge il progressivo abbandono del sostegno fiscale aggiungendo inasprimento alle condizioni di liquidità. Mutamenti tanto rapidi, sottolinea Amato, accrescono notevolmente il rischio di errore di policy, e in particolare che la Fed aumenti i tassi più rapidamente del previsto per far rallentare l’inflazione, che determinerebbe con tutta probabilità un significativo rallentamento dell’attività economica.
Un’altra transizione che avrà luogo nel 2022 segnalata da Amato riguarda il mix energetico mondiale. Gli impegni di azzerare le emissioni nette hanno preso slancio, ma dopo la COP26 e il rientro degli USA negli accordi di Parigi porta l’esperto di Neuberger Berman a prevedere un punto di svolta che riguarderà politiche, pianificazione delle aziende e allocazione dei capitali. La transizione può risultare inflazionistica quando si scontra con la domanda di energia di un’economia in ripresa al di sopra dei livelli tendenziali ed è difficile da gestire per le banche centrali.
Nel passato, osserva Amato, le grandi transizioni energetiche hanno prodotto instabilità nei mercati delle materie prime, e nel lungo periodo i cambiamenti climatici rappresentano un enorme rischio, ma va prestata grande attenzione alle dinamiche di breve periodo delle iniziative di mitigazione dei cambiamenti. Infine, sulla Cina, Amato ritiene che la seconda economia mondiale che più ha contribuito alla crescita globale negli ultimi 20 anni stia ora in direzione di una crescita meno rapida ma distribuita in modo più equo.
Per rendere il 2022 un anno ancora più impegnativo, rileva Amato, questa transizione di lungo periodo potrebbe entrare in conflitto con una di natura ciclica verso politiche monetarie e fiscali più accomodanti e una crescita leggermente più robusta. Proprio mentre negli Stati Uniti l’inflazione toccava i massimi da 40 anni in Cina iniziava a rallentare sotto le previsioni: due tendenze opposte nelle due più grandi economie del mondo che rafforzano le nostre previsioni di Neuberger Berman di maggior volatilità quest’anno.
Inflazione, politiche monetarie, liquidità, energia, Cina, sono i fattori che secondo Amato daranno luogo a una serie di inversioni di tendenza che terranno impegnati gli investitori azionari nel 2022. Sono mutamenti che potrebbero non rivelarsi in grado di far deragliare la ripresa, incidere significativamente sugli utili o far aumentare i default creditizi. Ma inversioni di tendenza come queste possono generare una grande volatilità e, in generale, aumentano rischio e incertezza. È decisamente possibile, conclude Amato, che i mercati azionari chiudano il 2022 su livelli più alti di quelli attuali, ma le frenetiche oscillazioni delle prime due settimane dell’anno possono rappresentare un assaggio di ciò che ci aspetta.
L’ALTA INFLAZIONE LASCERÀ TRACCE DUREVOLI
Secondo Amato i più significativi saranno l’inflazione, le politiche monetarie e la liquidità, l’energia e la Cina. In Europa e Stati Uniti l’inflazione ha iniziato a crescere e nel 2022 arriverà la conferma che lo shock lascerà tracce durature, perché in questo ciclo i prezzi cresceranno più rapidamente e con maggiore volatilità di quanto abbiano fatto dagli anni ‘80. I colli di bottiglia dovuti alla pandemia potrebbero risolversi, ma è probabile che correzioni nelle catene di approvvigionamento di natura più strutturale, la transizione verso le energie pulite, lo “skill mismatch” e altri squilibri nel mercato del lavoro alimenteranno un’inflazione più a lungo termine dei salari, dei combustibili e degli immobili, secondo Amato.
VERSO PROSCIUGAMENTO DELLA LIQUIDITÀ
Proprio per l’inflazione, il tasso reale della Fed è su livelli perfino più bassi di quelli degli anni ‘70. Al momento i futures sui Fed Fund scontano un rialzo dei tassi a marzo quasi certo, mentre solo a ottobre la probabilità era prossima a zero. La volatilità è esplosa a inizio anno dopo la pubblicazione dei verbali della riunione di dicembre della Fed che hanno rivelato non solo l’avvio del tapering entro marzo ma anche una svolta rapida per ridurre attivamente il bilancio della Banca centrale. Inoltre rimangono grandi quantità di liquidità che potrebbero affluire verso beni, servizi e mercati azionari.
RISCHI DI ERRORI DI POLICY
Il nuovo orientamento di politica monetaria implica rialzi dei tassi e rapido drenaggio di liquidità, a cui si aggiunge il progressivo abbandono del sostegno fiscale aggiungendo inasprimento alle condizioni di liquidità. Mutamenti tanto rapidi, sottolinea Amato, accrescono notevolmente il rischio di errore di policy, e in particolare che la Fed aumenti i tassi più rapidamente del previsto per far rallentare l’inflazione, che determinerebbe con tutta probabilità un significativo rallentamento dell’attività economica.
GLI EFFETTI DELLA TRANSIZIONE ENERGETICA
Un’altra transizione che avrà luogo nel 2022 segnalata da Amato riguarda il mix energetico mondiale. Gli impegni di azzerare le emissioni nette hanno preso slancio, ma dopo la COP26 e il rientro degli USA negli accordi di Parigi porta l’esperto di Neuberger Berman a prevedere un punto di svolta che riguarderà politiche, pianificazione delle aziende e allocazione dei capitali. La transizione può risultare inflazionistica quando si scontra con la domanda di energia di un’economia in ripresa al di sopra dei livelli tendenziali ed è difficile da gestire per le banche centrali.
CRESCITA CINESE MENO RAPIDA
Nel passato, osserva Amato, le grandi transizioni energetiche hanno prodotto instabilità nei mercati delle materie prime, e nel lungo periodo i cambiamenti climatici rappresentano un enorme rischio, ma va prestata grande attenzione alle dinamiche di breve periodo delle iniziative di mitigazione dei cambiamenti. Infine, sulla Cina, Amato ritiene che la seconda economia mondiale che più ha contribuito alla crescita globale negli ultimi 20 anni stia ora in direzione di una crescita meno rapida ma distribuita in modo più equo.
TENDENZE OPPOSTE RISPETTO AGLI USA
Per rendere il 2022 un anno ancora più impegnativo, rileva Amato, questa transizione di lungo periodo potrebbe entrare in conflitto con una di natura ciclica verso politiche monetarie e fiscali più accomodanti e una crescita leggermente più robusta. Proprio mentre negli Stati Uniti l’inflazione toccava i massimi da 40 anni in Cina iniziava a rallentare sotto le previsioni: due tendenze opposte nelle due più grandi economie del mondo che rafforzano le nostre previsioni di Neuberger Berman di maggior volatilità quest’anno.
POSSIBILE FORTE VOLATILITÀ
Inflazione, politiche monetarie, liquidità, energia, Cina, sono i fattori che secondo Amato daranno luogo a una serie di inversioni di tendenza che terranno impegnati gli investitori azionari nel 2022. Sono mutamenti che potrebbero non rivelarsi in grado di far deragliare la ripresa, incidere significativamente sugli utili o far aumentare i default creditizi. Ma inversioni di tendenza come queste possono generare una grande volatilità e, in generale, aumentano rischio e incertezza. È decisamente possibile, conclude Amato, che i mercati azionari chiudano il 2022 su livelli più alti di quelli attuali, ma le frenetiche oscillazioni delle prime due settimane dell’anno possono rappresentare un assaggio di ciò che ci aspetta.