Obbligazioni
J. P. Morgan: mercato del credito ancora solido e in grado di gestire la stretta della Fed
Secondo J.P. Morgan Asset Management i mercati hanno iniziato a scontare il rischio che la Fed sia in ritardo con l’inasprimento monetario: le conseguenze per titoli di Stato e attivi di rischio
di Stefano Caratelli 21 Gennaio 2022 15:01
Il messaggio della Banca Centrale americana è cambiato a favore di un inasprimento quantitativo, vale a dire non solo aumento dei tassi, ma anche cura dimagrante del bilancio gonfiato dagli acquisti del quantitative easing. La concomitanza di rigidità del mercato del lavoro, accelerazione dei salari e inflazione conferma l’esigenza che la Fed concluda il tapering e cominci ad alzare i tassi nei prossimi due mesi. Una Fed consapevole di trovarsi “dietro la curva” dovrà però stare attenta a non creare fluttuazioni disordinate. La prima reazione istintiva dei Treasury non ha ancora prodotto effetti sulla fascia inferiore dello spettro del rischio, coinvolgendo le obbligazioni High Yield.
Il Bond Bulletin settimanale del team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan Asset Management prevede un punto di svolta solo nella fase tardiva del ciclo, quando rallentamento della crescita e inasprimento monetario coincideranno. Nel frattempo, ritiene che la solidità fondamentale del mercato creditizio continuerà a offrire un contesto favorevole agli investitori, mentre la rapidità con il cui mercato sconterà i rialzi futuri dei tassi dovrebbe diventare più gestibile. Per gran parte del 2021 c’era la convinzione che la Fed avrebbe potuto mantenere un atteggiamento attendista sui dei tassi per anni, ma da inizio 2022, il mercato ha scontato un inasprimento anticipato, dopo che il FOMC ha annunciato l’intenzione di raddoppiare la velocità del tapering, portandolo da 15 a 30 miliardi di Dollari.
Secondo il Bond Bullettin di J.P. Morgan Asset Management ciò vuol dire che per fine marzo il tapering potrebbe essere completato, spianando la strada a diversi rialzi dei tassi durante l’anno. La causa dell’inversione di rotta è dell’inflazione, non più “transitoria”, ma come più permanente, dopo che ha raggiunto il massimo degli ultimi decenni. Un andamento non limitato agli Stati Uniti, perché anche l’indice nell’Eurozona ha raggiunto un massimo storico. Ma la crescita economica continua a essere vigorosa e le imprese, essendo perlopiù in grado di trasferire i maggiori costi ai consumatori, mostrano una buona resilienza.
Nel 2022, i rendimenti dei Treasury in soli sette giorni di negoziazioni sono saliti oltre i massimi del 2021, ma la dinamica degli spread delle obbligazioni High Yield dei Mercati Sviluppati è stata molto più modesta, con un ampliamento di pochi punti base. Secondo J.P. Morgan Asset Management ciò indica che gli investitori sono più propensi a esporsi al rischio di credito che non al rischio di duration. Il vantaggio dei differenziali High Yield è che riescono a compensare l’aumento dei tassi di riferimento dei titoli di Stato. Dallo scorso anno gli spread si sono ristretti di 64 punti e ora sono a grande distanza dal massimo pandemico di marzo 2020 e si avvicinano al minimo di 300 punti raggiunto dopo la crisi finanziaria.
I margini di ulteriore contrazione sono risicati se i rendimenti dei titoli di Stato continueranno a salire allo stesso ritmo. Lo scenario di base di J.P. Morgan Asset Management prevede che continuino a muoversi entro un intervallo ristretto in quanto non sembra esserci spazio per un sostanziale riprezzamento che superi le già alte aspettative di inflazione futura espresse dal mercato. Gli investitori si stanno preparando a un ciclo di inasprimento, con un incremento delle posizioni al ribasso sui titoli di Stato dei Mercati Sviluppati, in particolare sul debito USA e britannico. Ma c’è il rischio di un sovraffollamento in queste posizioni e gli investitori dovrebbero prestare attenzione a eventuali smobilizzi, avverte in conclusione J.P. Morgan Asset Management.
PUNTO DI SVOLTA ANCORA LONTANO
Il Bond Bulletin settimanale del team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan Asset Management prevede un punto di svolta solo nella fase tardiva del ciclo, quando rallentamento della crescita e inasprimento monetario coincideranno. Nel frattempo, ritiene che la solidità fondamentale del mercato creditizio continuerà a offrire un contesto favorevole agli investitori, mentre la rapidità con il cui mercato sconterà i rialzi futuri dei tassi dovrebbe diventare più gestibile. Per gran parte del 2021 c’era la convinzione che la Fed avrebbe potuto mantenere un atteggiamento attendista sui dei tassi per anni, ma da inizio 2022, il mercato ha scontato un inasprimento anticipato, dopo che il FOMC ha annunciato l’intenzione di raddoppiare la velocità del tapering, portandolo da 15 a 30 miliardi di Dollari.
INFLAZIONE CAUSA DELLA SVOLTA
Secondo il Bond Bullettin di J.P. Morgan Asset Management ciò vuol dire che per fine marzo il tapering potrebbe essere completato, spianando la strada a diversi rialzi dei tassi durante l’anno. La causa dell’inversione di rotta è dell’inflazione, non più “transitoria”, ma come più permanente, dopo che ha raggiunto il massimo degli ultimi decenni. Un andamento non limitato agli Stati Uniti, perché anche l’indice nell’Eurozona ha raggiunto un massimo storico. Ma la crescita economica continua a essere vigorosa e le imprese, essendo perlopiù in grado di trasferire i maggiori costi ai consumatori, mostrano una buona resilienza.
SPREAD HIGH YIELD SEMPRE CONTENUTI
Nel 2022, i rendimenti dei Treasury in soli sette giorni di negoziazioni sono saliti oltre i massimi del 2021, ma la dinamica degli spread delle obbligazioni High Yield dei Mercati Sviluppati è stata molto più modesta, con un ampliamento di pochi punti base. Secondo J.P. Morgan Asset Management ciò indica che gli investitori sono più propensi a esporsi al rischio di credito che non al rischio di duration. Il vantaggio dei differenziali High Yield è che riescono a compensare l’aumento dei tassi di riferimento dei titoli di Stato. Dallo scorso anno gli spread si sono ristretti di 64 punti e ora sono a grande distanza dal massimo pandemico di marzo 2020 e si avvicinano al minimo di 300 punti raggiunto dopo la crisi finanziaria.
FRONTE RIBASSISTA SOVRAFFOLLATO
I margini di ulteriore contrazione sono risicati se i rendimenti dei titoli di Stato continueranno a salire allo stesso ritmo. Lo scenario di base di J.P. Morgan Asset Management prevede che continuino a muoversi entro un intervallo ristretto in quanto non sembra esserci spazio per un sostanziale riprezzamento che superi le già alte aspettative di inflazione futura espresse dal mercato. Gli investitori si stanno preparando a un ciclo di inasprimento, con un incremento delle posizioni al ribasso sui titoli di Stato dei Mercati Sviluppati, in particolare sul debito USA e britannico. Ma c’è il rischio di un sovraffollamento in queste posizioni e gli investitori dovrebbero prestare attenzione a eventuali smobilizzi, avverte in conclusione J.P. Morgan Asset Management.