L'analisi
AllianceBernstein: dalle azioni Usa vantaggi duraturi in tempi difficili
Redditività più elevata delle imprese rispetto ad altre aree sviluppate, grande liquidità disponibile per buy back e dividendi, e forte propensione all’innovazione, fanno dell’azionario Usa una destinazione privilegiata
di Stefano Caratelli 26 Gennaio 2022 11:42
Dopo tre anni eccellenti, molti investitori si domandano se l’azionario Usa continuerà ad avanzare nel 2022. Le valutazioni elevate invitano alla prudenza, ma un’allocazione attentamente selezionata può cogliere i vantaggi intrinseci alla base di un solido potenziale di utile a lungo termine. Pochi investitori si aspettavano una performance brillante di Wall Street nel 2021, ma l’S&P 500 ha guadagnato il 28,7% portando il risultato su tre anni oltre il 100,4%, un rialzo che ha spinto anche le valutazioni a un rapporto prezzo/utili di 21,3 volte a fine 2021, ben sopra altri mercati sviluppati. A gennaio questi timori si sono concretizzati in particolare del settore tecnologico, ma i listini americani offrono interessanti prospettive di solida crescita degli utili ed elevata redditività.
Lo sostiene un’analisi di AllianceBernstein firmata da James T. Tierney, Jr. Chief Investment Officer of Concentrated US Growth, e Kurt Feuerman, Chief Investment Officer, Select US Equity Portfolios, secondo cui inoltre, al di là dei cinque maggiori titoli, molte imprese di alta qualità sono scambiate a valutazioni più interessanti, mentre le società Usa hanno liquidità record da impiegare in riacquisti di azioni. Nel 2021 le aziende americane hanno guidato il resto del mondo per crescita degli utili, distinguendosi anche per centri di ricerca scientifica leader mondiali e per essere il più grande mercato per il venture capital e le start-up, continua fucina di innovazione.
L’innovazione rafforza le imprese di qualità, sottolineano gli esperti di AllianceBernstein, la cui ricerca suggerisce che gli Usa sono la sede del 64% delle società growth redditizie per almeno 15 miliardi di dollari a livello mondiale. Molte beneficiano inoltre di solida governance e competenze manageriali di prim’ordine, che assicurano un vantaggio nell’affrontare i problemi creati dalla pandemia. Il tema è trovare la crescita al giusto prezzo. L’impennata di titoli come Amazon e Apple ha creato capitalizzazioni colossali e un’estrema concentrazione, per cui a fine 2021 i primi cinque titoli statunitensi costituivano il 38,1% del Russell 1000 Growth e il 23% dello S&P 500. Secondo gli esperti di AllianceBernstein un’eccessiva esposizione a queste società è una strategia rischiosa, che potrebbe rivelarsi controproducente in caso di mutamento del sentiment.
Ma se si escludono i 5 big, l’S&P 500 e il Russell 1000 Growth presentano valutazioni molto più ragionevoli e in generale il mercato statunitense offre un tasso di redditività dell’attivo (ROA) più elevato. AllianceBernstein ritiene che ROA e redditività del capitale investito (ROIC) siano indicatori più solidi della performance economica e della sostenibilità. Entrambi questi fattori giocheranno un ruolo molto importante nella valutazione delle imprese se i tassi d’interesse aumenteranno, poiché ciò comporterebbe un incremento del costo del capitale e dei tassi di sconto utilizzati per valutare i cash flow futuri.
Oltre alla redditività superiore, anche premiare gli azionisti con i buy back è importante, e anche qui le imprese a stelle e strisce hanno straordinarie disponibilità liquide che consentiranno di riacquistare 872 miliardi di dollari di azioni nel 2022. Insieme ai dividendi, che dovrebbero aggirarsi intorno ai 590 miliardi di dollari, le società Usa hanno molti modi per remunerare gli azionisti nel corso di quest’anno, e data anche la svolta restrittiva della Fed, i buy back possono costituire una fonte sostitutiva di nuova liquidità.
I rischi, avvertono in conclusione gli esperti di AllianceBernstein, non mancano, soprattutto quelli legati alla nuova linea restrittiva della Fed che induce alcuni investitori a temere che la straordinaria fase rialzista del mercato Usa stia per finire. Ma ricordano che gli ultimi cinque cicli di rialzi dei tassi hanno provocato solo un rallentamento temporaneo dei rendimenti azionari, di solito seguito da due anni di ottima performance. Alla fine, l’esposizione alle azioni Usa resta un’importante componente strategica di allocazione azionaria, e un portafoglio di alta qualità può cogliere benefici strategici in grado di resistere alla prova del tempo.
ALTE VALUTAZIONI CONCENTRATE SU POCHI TITOLI
Lo sostiene un’analisi di AllianceBernstein firmata da James T. Tierney, Jr. Chief Investment Officer of Concentrated US Growth, e Kurt Feuerman, Chief Investment Officer, Select US Equity Portfolios, secondo cui inoltre, al di là dei cinque maggiori titoli, molte imprese di alta qualità sono scambiate a valutazioni più interessanti, mentre le società Usa hanno liquidità record da impiegare in riacquisti di azioni. Nel 2021 le aziende americane hanno guidato il resto del mondo per crescita degli utili, distinguendosi anche per centri di ricerca scientifica leader mondiali e per essere il più grande mercato per il venture capital e le start-up, continua fucina di innovazione.
SOLIDA GOVERNANCE E FORTE INNOVAZIONE
L’innovazione rafforza le imprese di qualità, sottolineano gli esperti di AllianceBernstein, la cui ricerca suggerisce che gli Usa sono la sede del 64% delle società growth redditizie per almeno 15 miliardi di dollari a livello mondiale. Molte beneficiano inoltre di solida governance e competenze manageriali di prim’ordine, che assicurano un vantaggio nell’affrontare i problemi creati dalla pandemia. Il tema è trovare la crescita al giusto prezzo. L’impennata di titoli come Amazon e Apple ha creato capitalizzazioni colossali e un’estrema concentrazione, per cui a fine 2021 i primi cinque titoli statunitensi costituivano il 38,1% del Russell 1000 Growth e il 23% dello S&P 500. Secondo gli esperti di AllianceBernstein un’eccessiva esposizione a queste società è una strategia rischiosa, che potrebbe rivelarsi controproducente in caso di mutamento del sentiment.
REDDITIVITÀ PIÙ ELEVATA
Ma se si escludono i 5 big, l’S&P 500 e il Russell 1000 Growth presentano valutazioni molto più ragionevoli e in generale il mercato statunitense offre un tasso di redditività dell’attivo (ROA) più elevato. AllianceBernstein ritiene che ROA e redditività del capitale investito (ROIC) siano indicatori più solidi della performance economica e della sostenibilità. Entrambi questi fattori giocheranno un ruolo molto importante nella valutazione delle imprese se i tassi d’interesse aumenteranno, poiché ciò comporterebbe un incremento del costo del capitale e dei tassi di sconto utilizzati per valutare i cash flow futuri.
IL PREMIO DI BUY BACK E DIVIDENDI
Oltre alla redditività superiore, anche premiare gli azionisti con i buy back è importante, e anche qui le imprese a stelle e strisce hanno straordinarie disponibilità liquide che consentiranno di riacquistare 872 miliardi di dollari di azioni nel 2022. Insieme ai dividendi, che dovrebbero aggirarsi intorno ai 590 miliardi di dollari, le società Usa hanno molti modi per remunerare gli azionisti nel corso di quest’anno, e data anche la svolta restrittiva della Fed, i buy back possono costituire una fonte sostitutiva di nuova liquidità.
DAI RIALZI DEI TASSI RALLENTAMENTI TEMPORANEI
I rischi, avvertono in conclusione gli esperti di AllianceBernstein, non mancano, soprattutto quelli legati alla nuova linea restrittiva della Fed che induce alcuni investitori a temere che la straordinaria fase rialzista del mercato Usa stia per finire. Ma ricordano che gli ultimi cinque cicli di rialzi dei tassi hanno provocato solo un rallentamento temporaneo dei rendimenti azionari, di solito seguito da due anni di ottima performance. Alla fine, l’esposizione alle azioni Usa resta un’importante componente strategica di allocazione azionaria, e un portafoglio di alta qualità può cogliere benefici strategici in grado di resistere alla prova del tempo.