Asset allocation

Azioni sempre favorite, ma materie prime e liquidità scalano posti

Il sondaggio di Neuberger Berman sui migliori investimenti nel 2022 ha confermato una preferenza al 51% per le azioni, ma con meno voti, mentre guadagnano terreno materie prime e liquidità. Bond in coda

di Stefano Caratelli 27 Gennaio 2022 18:00

financialounge -  asset allocation Erik Knutzen Joe Amato Neuberger Berman
La conferenza europea annuale di Neuberger Berman sulle scelte di investimento nel 2022, svoltasi online per il secondo anno consecutivo, ha risposto alla domanda del tradizionale sondaggio sulla categoria di investimento con le migliori performance del 2022 confermando i mercati azionari nuovamente in testa alla classifica, ma di poco. La percentuale di voti è scesa al 51%, decisamente più bassa rispetto allo scorso anno, mentre è cresciuto molto il favore per le materie prime, con il 43% dei voti, 19 punti in più, e anche la liquidità ha visto aumentare i, passando dal 3,5 al 5%. In ultima posizione, in continuo calo rispetto al 17,2% del 2019, troviamo il mercato obbligazionario, che ha totalizzato solo l’1% dei voti.

POLITICHE NON PIÙ ACCOMODANTI


Joe Amato, President e CEO Equities di Neuberger Berman, ha presentato le prospettive economiche e di mercato, mentre Erik Knutzen, Chief Investment Officer Multi-Asset Class, ha condiviso un quadro di riferimento per l’asset allocation. Amato ha approfondito i temi delle cinque importanti inversioni di tendenza del 2022, come riportano le prospettive settimanali del CIO di Neuberger Berman firmate da Erik Knutzen, Chief Investment Officer—Multi-Asset Class, sottolineando che le politiche monetarie e fiscali smetteranno di essere accomodanti lasciando il passo a un inasprimento, dopo oltre un decennio di lotta contro le forze disinflazionistiche e una crescita debole.

LA SVOLTA DELLA CINA


La causa dell’inasprimento, spiega Knutzen, è rappresentata dall’inflazione, a suo parere verosimilmente destinata a rallentare rispetto al tasso attuale, ma anche a rimanere su livelli strutturalmente più elevati di quelli degli ultimi 20 anni. Knutzen cita una serie di motivi per cui Neuberger Berman ritiene probabile il persistere dell’inflazione, tra cui spicca la transizione dai combustibili fossili alle rinnovabili. Inoltre la Cina, dopo 20 anni in cui ha più di tutti contribuito alla crescita globale, con l’invecchiamento e la contrazione della propria forza lavoro dà ora priorità alla “prosperità comune”, con un rallentamento pilotato di lungo periodo.

RISCHIO DI CREDITO E DI TASSO


In un contesto come questo, sottolinea Knutzen, non sorprende che l’obbligazionario si sia classificato all’ultimo posto nel sondaggio di Neuberger Berman, secondo cui comunque i robusti fondamentali aziendali possono consentire rendimenti positivi per gli investitori che assumano rischio di credito piuttosto che quello di tasso d’interesse, e che compensino il reddito cedolare con la flessibilità di investire trasversalmente e tatticamente. Ma quest’anno sembrano ben pochi disposti a scommettere sul reddito fisso.

OBBBLIGAZIONI PIÙ ESPOSTE AI TASSI


Le obbligazioni sono le più a rischio da aumento dei tassi, i titoli di Stato sono stati i principali beneficiari della liquidità delle banche centrali, che sta per essere drenata, mentre l’inflazione erode il rendimento reale. I mercati azionari invece, spiega Knutzen, sono ancora i favoriti ma rispetto allo scorso anno hanno perso un po’ di appeal, passando nel sondaggio dal 75% al 51%. Sebbene i fondamentali rimangano positivi, dopo tre anni di performance straordinarie le valutazioni degli indici risultano eccessive.

MEGLIO LE AZIONI CICLICHE


Per di più, aggiunge Knutzen, diversi benchmark sono dominati dalle azioni growth, costose e sensibili all’aumento dei tassi mentre le azioni di società cicliche possono offrire esposizione più diretta all’attuale contesto reflazionistico, con valutazioni migliori e minor esposizione all’aumento dei tassi. L’aumento del favore per le materie prime è coerente con la view di Neuberger Berman su quanto sarà importante la diversificazione nel 2022.

SUPERATO IL MIX TRADIZIONALE


Il tradizionale approccio fatto di un mix azioni/obbligazioni potrebbe non funzionare più, per le alte valutazioni e l’elevata sensibilità ai tassi di entrambe le asset class, mentre gli asset sensibili all’inflazione come materie prime e immobili possano coprire un ruolo privilegiato. Anche le strategie alternative liquide non correlate possono fornire un contributo, come anche il private equity e i mercati privati del debito. Il pubblico del nostro evento Soluzioni per il 2022 sembra trovarsi sulla nostra stessa lunghezza d’onda. Come indicato dal sondaggio, anche l’esperto di Neuberger Berman si dice convinto che gli asset rischiosi, come l’azionario, siano quelli giusti su cui puntare, dati i fondamentali robusti dell’economia.

INFLAZIONE RISCHIO PRINCIPALE


Ma le valutazioni elevate e le prospettive di aumento di tassi e volatilità e di riduzione della liquidità inducono a maggior cautela rispetto a un anno fa. La gestione del rischio è tra le massime priorità, per cui occorre una diversificazione genuina, la flessibilità e la reattività ad agire data la potenziale volatilità. In conclusione Knutzen ritiene che l’inflazione sarà con tutta probabilità il principale rischio da gestire nel 2022.

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