Come fare
L'Inps lancia l'app per sapere quanto prenderemo di pensione
Si chiama 'Pensami' e con pochi click, senza bisogno di registrazione, permette di conoscere l'ammontare dell'assegno e l'età dell'uscita dal mondo del lavoro
di Antonio Cardarelli 27 Gennaio 2022 12:25
Quando andremo in pensione? Quanto guadagneremo? Possiamo fare qualcosa per accorciare i tempi di pensionamento? Domande che frullano nella testa di tutti i lavoratori, indipendentemente dall'età, che oggi possono trovare una risposta rapida e semplice grazie a un nuovo servizio realizzato dall'Inps. Si chiama "Pensami" (pensione a misura) ed è disponibile sul sito dell'Inps (qui il link per raggiungerlo).
Per utilizzare Pensami non c'è bisogno di alcuna registrazione. Lo scopo, come dichiarato dall'Inps, è "affiancare e accompagnare gli utenti nella comprensione del proprio futuro pensionistico" e fa parte dello sforzo di digitalizzazione dell'istituto previdenziale. L'applicativo si articola su tre livelli da seguire in sequenza obbligata e permette di avere informazioni sul proprio futuro pensionistico in maniera sempre più precisa.
Il primo livello permette di avere informazioni sulle principali prestazioni pensionistiche alle quali il richiedente può accedere valorizzando tutta la contribuzione, con il dettaglio relativo al sistema di calcolo applicato. Successivamente, indicando i periodi di contribuzione nelle diverse gestioni, si può conoscere la decorrenza teorica delle prestazioni, oltre alle ulteriori prestazioni conseguibili a carico di ciascuna gestione.
Il terzo livello, infine, permette di avvalersi di alcuni istituti che influiscono sul diritto e sul sistema di calcolo delle pensioni (ad esempio, servizio militare, valorizzazione della contribuzione accreditata presso le casse professionali, ecc.) e di visualizzarne gli effetti sui propri scenari pensionistici.
Secondo gli ultimi dati Ocse, i lavoratori italiani che entrano adesso nel mercato del lavoro andranno in pensione, in media, a 71 anni. Una differenza di 10 anni rispetto a oggi, con i lavoratori che hanno la possibilità di andare in pensione a 61 anni "grazie alle diverse opzioni disponibili" almeno stando a quanto riportato nel rapporto “Pensions at a glance 2021” dell'Ocse. Lo stesso rapporto colloca l'Italia tra i paesi con età pensionabile più alta (71 anni) insieme a Danimarca (74 anni) Estonia (71) e Paesi Bassi (71) mentre l'età media dei paesi Ocse è di 66 anni.
Sempre secondo l'Ocse, l'Italia spende troppo - rispetto agli altri - per pagare le pensioni penalizzando gli investimenti per la crescita economica. Dai dati Eurostat riferiti al 2019, risulta che l'Italia destina il 16% del Pil al pagamento delle pensioni, contro il 12% della Germania e il 14,8% della Francia. Gli ultimi dati evidenziano un aumento costante delle spese pensionistiche. Unimpresa prevede che, rispetto ai 287,6 miliardi di euro del 2021, si passerà a 296,2 miliardi nel 2022 fino ad arrivare a 312,4 miliardi nel 2024. L'incidenza sul bilancio pubblico passerà dal 32% al 35%.
NESSUNA REGISTRAZIONE
Per utilizzare Pensami non c'è bisogno di alcuna registrazione. Lo scopo, come dichiarato dall'Inps, è "affiancare e accompagnare gli utenti nella comprensione del proprio futuro pensionistico" e fa parte dello sforzo di digitalizzazione dell'istituto previdenziale. L'applicativo si articola su tre livelli da seguire in sequenza obbligata e permette di avere informazioni sul proprio futuro pensionistico in maniera sempre più precisa.
IL PERCORSO
Il primo livello permette di avere informazioni sulle principali prestazioni pensionistiche alle quali il richiedente può accedere valorizzando tutta la contribuzione, con il dettaglio relativo al sistema di calcolo applicato. Successivamente, indicando i periodi di contribuzione nelle diverse gestioni, si può conoscere la decorrenza teorica delle prestazioni, oltre alle ulteriori prestazioni conseguibili a carico di ciascuna gestione.
TRE LIVELLI
Il terzo livello, infine, permette di avvalersi di alcuni istituti che influiscono sul diritto e sul sistema di calcolo delle pensioni (ad esempio, servizio militare, valorizzazione della contribuzione accreditata presso le casse professionali, ecc.) e di visualizzarne gli effetti sui propri scenari pensionistici.
LA MEDIA È 71 ANNI
Secondo gli ultimi dati Ocse, i lavoratori italiani che entrano adesso nel mercato del lavoro andranno in pensione, in media, a 71 anni. Una differenza di 10 anni rispetto a oggi, con i lavoratori che hanno la possibilità di andare in pensione a 61 anni "grazie alle diverse opzioni disponibili" almeno stando a quanto riportato nel rapporto “Pensions at a glance 2021” dell'Ocse. Lo stesso rapporto colloca l'Italia tra i paesi con età pensionabile più alta (71 anni) insieme a Danimarca (74 anni) Estonia (71) e Paesi Bassi (71) mentre l'età media dei paesi Ocse è di 66 anni.
SPESA TROPPO ALTA
Sempre secondo l'Ocse, l'Italia spende troppo - rispetto agli altri - per pagare le pensioni penalizzando gli investimenti per la crescita economica. Dai dati Eurostat riferiti al 2019, risulta che l'Italia destina il 16% del Pil al pagamento delle pensioni, contro il 12% della Germania e il 14,8% della Francia. Gli ultimi dati evidenziano un aumento costante delle spese pensionistiche. Unimpresa prevede che, rispetto ai 287,6 miliardi di euro del 2021, si passerà a 296,2 miliardi nel 2022 fino ad arrivare a 312,4 miliardi nel 2024. L'incidenza sul bilancio pubblico passerà dal 32% al 35%.
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