Approccio da rivedere?

Crisi Russia-Ucraina, cosa può succedere sui mercati e come difendersi

Il rischio di un'escalation militare è concreto. In questa analisi gli esperti di Raiffeisen Capital Management spiegano quali sono i rischi per i mercati finanziari e quali sono le mosse giuste per non farsi trovare impreparati

di Antonio Cardarelli 31 Gennaio 2022 16:48

financialounge -  geopolitica Raiffeisen Capital Management Russia ucraina
La tensione al confine tra Russia e Ucraina aumenta con il passare delle ore. Gli occhi della diplomazia mondiale sono puntati su Mosca e Kiev, e il timore di una invasione è palpabile. Ma cosa significa tutto questo per i mercati finanziari europei e globali? E come si possono difendere gli investitori? Il team CEE & Global Emerging Markets di Raiffeisen Capital Management ha analizzato la situazione per dare una risposta ai dubbi degli investitori.

OPZIONE DIPLOMATICA


Gli esperti definiscono la vicenda "estremamente pericolosa" e "alquanto disordinata". Tuttavia, una soluzione diplomatica "dovrebbe comunque essere possibile, a condizione che tutte le parti coinvolte siano pienamente consapevoli della gravità della situazione e della loro responsabilità". Infatti, uno scontro militare diretto avrebbe gravi conseguenze per l'Ucraina, ovviamente, ma anche per la Russia stessa, anche se resta da vedere quale sia il grado di interesse degli Stati Uniti.

I RISCHI PER LA RUSSIA


Putin, spiegano gli esperti di Raiffeisen CM, avrebbe poco o niente da guadagnare e molto più da perdere da un'invasione russa su larga scala. Se, nonostante queste considerazioni, Putin dovesse optare comunque per questa scelta, le sanzioni politiche ed economiche dell'Occidente non si farebbero attendere. Al momento, dunque, le due opzioni più plausibili sono: un compromesso di qualche tipo con successiva “de-escalation” (caso migliore) oppure un intervento russo molto più limitato. "In quest’ultimo caso, l’Occidente probabilmente reagirà con nuove, drastiche sanzioni ma probabilmente non ne imporrà l’intera gamma se non altro per mantenere questa opzione aperta", spiegano gli esperti di Raiffeisen CM.

IL PESO DELLE AZIONI RUSSE


Difficile fare previsioni per i mercati finanziari, ma secondo il team CEE & Global Emerging Markets posizionarsi per lo scenario peggiore ha poco senso al momento e posizionarsi in anticipo di fronte a tutte le sanzioni, misure e scenari concepibili è impossibile. Le azioni russe non hanno un peso significativo negli indici azionari globali e negli indici dei mercati emergenti, quindi secondo Raiffeisen CM non ci sono ragioni per modificare la valutazione di base sui mercati globali. Un'escalation militare, a meno di coinvolgimenti globali, avrebbe impatti su economie e mercati finanziari della Russia, dell'Europa orientale e dell'Europa in generale. Le conseguenze dirette per le altre economie (e mercati finanziari) dovrebbero rimanere relativamente gestibili e probabilmente si manifesteranno inizialmente soprattutto attraverso i prezzi dell'energia.

PETROLIO E GAS


Secondo il team CEE & Global Emerging Markets, le capacità supplementari dei paesi Opec mettono al riparo da eventuali tagli delle esportazioni russe di petrolio. Discorso diverso per la fornitura di gas naturale in Europa. "In caso di escalation c'è la minaccia di nuovi aumenti di prezzo e potenzialmente di strozzature dell'offerta", spiegano gli esperti, che ricordano come già si siano verificati, sui mercati globali, movimenti di risk off. "La stabilizzazione del quadro tecnico richiederà del tempo - spiegano gli esperti - tuttavia, non prevediamo un grande crollo del mercato al momento. Anche qui bisogna mantenere la prospettiva: a livello globale, le azioni sono scese di circa il 7-8% dall'inizio dell'anno, dopo un precedente aumento di circa il 25%".

APPROCCIO DIFENSIVO


Dall'analisi del team CEE & Global Emerging Markets, la correzione che stiamo vivendo è del tutto normale e non dipende solo dalla crisi in Ucraina. Nei fondi con esposizione diretta alla Russia e all'Europa orientale, Raiffeisen CM ha ridotto significativamente i posizionamenti, rendendoli marcatamente più difensivi. "È impossibile essere preparati a tutti i possibili scenari diplomatici, politici o anche militari - concludono gli esperti - Tuttavia, il fund management sta osservando molto attentamente gli sviluppi per poter reagire rapidamente e in modo flessibile ai cambiamenti della situazione, se necessario. L’aspetto positivo è che i colloqui e i negoziati continuano e tutte le parti coinvolte sembrano essere consapevoli della gravità della situazione e della propria responsabilità".

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