Cosa aspettarsi

BlueBay: Fed, improbabile un aumento di 50 punti base a marzo

Mark Dowding, CIO di BlueBay, reputa vicino il picco del carovita ma suggerisce di procedere con cautela e non correre troppi rischi anche alla luce della crisi geopolitica Russia-Ucraina

di Leo Campagna 12 Febbraio 2022 10:00

financialounge -  BlueBay Federal Reserve Mark Dowding Tassi d'interesse
In gennaio i prezzi al consumo negli Stati Uniti sono saliti del 7,5%, ai massimi dal febbraio 1982, mentre l'incide core, quello al netto di energia e alimentari e il preferito della Fed, ha segnato un aumento del 6% accelerando rispetto al 5,5% di dicembre. Dati che hanno propiziato le speculazioni sul fatto che la Fed possa annunciare un rialzo di 50 punti base già a marzo.

IMPROBABILE UN AUMENTO DI 50 PUNTI BASE DELLA FED A MARZO


“Riteniamo che ciò sia improbabile e che siamo vicini al picco dell’inflazione” fa sapere Mark Dowding, CIO di BlueBay, asset manager specializzato nel reddito fisso di Royal Bank of Canada Global Asset Management (RBC GAM). Secondo il manager, infatti, un aumento di 50 punti base (+0,50%) potrebbe essere controproducente, dal momento che potrebbe essere considerato dai mercati come una ammissione di un errore politico, che ha spinto i policymaker a frenare molto più bruscamente e che rischierebbe di aumentare il pericolo di recessione nei prossimi trimestri.

TASSI USA ALL’1,65 ALLA FINE DEL 2022


Resta il fatto che i mercati sembrano incorporare già quasi sette rialzi da parte della Fed, con i tassi che passerebbero all’1,65% alla fine del 2022 . “Noi tuttavia manteniamo previsioni più ottimistiche per la crescita e l’inflazione nel 2023 e oltre, in grado di giustificare una tendenza alla short-duration sui tassi USA” rivela Dowding. In Europa, invece, i mercati monetari dell’Eurozona prezzano oltre 130 punti base di rialzi dei tassi prima della fine del 2023, con un possibile rialzo già quest’estate, nonostante le assicurazioni che ciò non avverrà prima della fine del programma di QE di acquisti attivi, attualmente prevista verso la fine del 2022.

LA BCE CERCA DI NORMALIZZARE LA POLITICA MONETARIA


Non si può tuttavia escludere, secondo Dowding , una moderazione del carovita nei prossimi dati sull’inflazione che allevierebbe la pressione sulla BCE ad agire in modo aggressivo. “Riteniamo che il tasso sui depositi dell’Eurozona salirà allo 0% all’inizio del prossimo anno, via via che la BCE cerca di normalizzare la politica monetaria”. Secondo il manager, il problema più grande è però quello che succederà agli spread quando la banca centrale si orienterà in una direzione da falco. “Gli spread dovrebbero trovare un punto di equilibrio di mercato, nel momento in cui la BCE farà un passo indietro. Questo tuttavia presenta un rischio: la Lagarde potrebbe aver dato al mercato il via libera inconsapevole per spingere gli spread ad allargarsi”.

LO SPREAD DEL CREDITO SOCIETARIO IN EUROPA


A proposito di spread, anche quelli del credito societario in Europa sono finiti sotto pressione dopo le riunioni della BoE e della BCE della scorsa settimana. “La sottoperformance degli spread creditizi rispetto ai Titoli di Stato sottostanti sono ora notevolmente più ampi rispetto a quelli del mercato statunitense, e questo dovrebbe fungere da stabilizzatore” è l’analisi di Dowding.

LA SITUAZIONE RUSSIA-UCRAINA RIMANE UN RISCHIO


Guardando avanti, il manager ritiene probabile un periodo più tranquillo nel flusso di notizie per le prossime due settimane. “In attesa delle prossime riunioni delle Banche Centrali, i mercati saranno guidati soprattutto dai dati diffusi alla fine del mese e all’inizio di marzo” precisa il CIO di BlueBay, che poi conclude: “Nel frattempo, la situazione Russia-Ucraina rimane un rischio perché, sebbene sia difficile stabilire la probabilità di un conflitto nelle prossime settimane, questa incertezza geopolitica è un motivo in più per procedere con cautela e non correre troppi rischi anche alla luce di un’inflazione che sta aumentando la pressione sui policymaker a livello globale”.

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