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Asset allocation

Preferenza per le azioni anche nel 2022, Fed e ciclo sosterranno i titoli quality

Il team Global Balanced Risk Control di Morgan Stanley Investment Management si aspetta rendimenti del 4-5% per i mercati sviluppati ed esprime una preferenza per i titoli quality, con maggiore potenziale in fasi di rialzo dei tassi

di Virgilio Chelli 15 Febbraio 2022 12:14
financialounge -  Andrew Harmstone azionario daily news FED Morgan Stanley Investment Management

Il 2022 continuerà ad offrire interessanti opportunità di investimento che, data la particolare fase del ciclo economico, andranno colte in maniera selettiva al fine di generare rendimenti positivi. Considerate le prospettive di crescita moderata, le perduranti pressioni sui prezzi e le attese di stretta monetaria, si richiede da parte degli investitori un approccio prudente e volto a scegliere con attenzione gli investimenti. Sui mercati obbligazionari il contesto di rialzo dei tassi impone ancora un sottopeso di duration. Nei mercati azionari, con l’avvicinarsi di uno scenario di metà ciclo, la scelta tattica è di spostarsi dai titoli value verso quelli quality, favorendo inoltre i mercati sviluppati rispetto agli emergenti. E fino a che le valutazioni si manterranno elevate, sarà fondamentale individuare punti d’ingresso interessanti per generare valore.

FORTE RIPRESA DEL MERCATO DEL LAVORO USA


È questa la panoramica per il nuovo anno espressa da Andrew Harmstone, responsabile del team Global Balanced Risk Control (GBaR) di Morgan Stanley Investment Management, nel suo ultimo outlook dal titolo “L’aumento dei tassi è un fattore chiave nella traiettoria della ripresa”. Risalta subito il ruolo chiave della Fed, la cui stretta dovrebbe procedere a un ritmo moderato. Il mercato del lavoro statunitense è prossimo a soddisfare i criteri di piena occupazione stabiliti dalla stessa banca centrale, e il tasso di partecipazione ancora basso non è la conseguenza di un’attività economica in crisi. Il team vede infatti una ripresa forte e inclusiva del mercato del lavoro, ma osserva che l’aumento dei salari e i tassi dei mutui estremamente bassi hanno sostenuto i prezzi delle case: in quest’ottica, la Fed dovrebbe considerare di accelerare il tapering e iniziare ad alzare i tassi, incrementando così i costi dei mutui ipotecari e moderando la domanda del mercato immobiliare.

RENDIMENTI AZIONARI MODERATAMENTE POSITIVI


L’alta inflazione è dovuta anche a pressioni sul lato dell’offerta, che nel corso del 2022 dovrebbero iniziare a diminuire. Il team GBaR di Morgan Stanley IM nota che il tapering e i rialzi della Fed, pur efficaci nel placare le pressioni inflazionistiche legate al “surriscaldamento” della domanda, lo sono meno nel frenare quelle sul versante dell’offerta. Nel 2022, comunque, il contesto di metà ciclo dovrebbe favorire rendimenti azionari moderatamente positivi. L’azionario globale potrebbe beneficiare di una robusta crescita che per il 2022 è attesa rimanere superiore al potenziale. Seppure le aspettative di crescita degli utili per azione attorno al 7-9% siano inferiori rispetto al passato, sembrano ancora sufficienti a sostenere i rendimenti delle azioni. Il team si aspetta rendimenti del 4-5% per l’azionario statunitense nel 2022, in linea con le prospettive per gli altri mercati sviluppati.

TITOLI GROWTH PIÙ VULNERABILI


Gli esperti di Morgan Stanley IM si aspettano inoltre che nel 2022 il posizionamento degli investitori sull’azionario cresca, poiché le previsioni di una stretta monetaria comunque modesta manterranno i tassi storicamente bassi. È probabile che l’aumento dei tassi della Fed avverrà verso il punto centrale del ciclo, nel quale storicamente le società growth e quality sembrano meglio posizionate rispetto a quelle value e small cap. Ma le valutazioni elevate dei titoli growth ne aumentano anche la vulnerabilità: il segmento con maggiore potenziale sarà pertanto quello dei titoli quality.

AZIONI ANCORA FAVORITE RISPETTO ALLE OBBLIGAZIONI


La suscettibilità dell’economia agli shock esterni aumenta con l’allungarsi del ciclo, facendo crescere i rischi di recessione, rispetto ai quali le società di maggior qualità e alcuni mercati azionari come gli Stati Uniti sembrano meglio posizionati per sovraperformare rispetto ad altri come i mercati emergenti e l’Europa. Anche alla luce dei livelli raggiunti dalle valutazioni, i rendimenti azionari restano interessanti rispetto a quelli obbligazionari, ma l’aumento dei tassi potrebbe ridimensionarne la relativa attrattiva e l’obbligazionario potrebbe tornare a essere un’alternativa redditizia.

RIPRESA CON SCOSSONI PER GLI EMERGENTI


Per quanto riguarda i mercati emergenti, Harmstone prevede una ripresa non priva di scossoni, con le sfide principali rappresentate da inflazione e i contagi. I paesi emergenti risentiranno anche di una flessione della crescita in Cina e nei paesi esportatori di materie prime. Nel 2022, inoltre, il progressivo rallentamento della domanda estera potrebbe portare alla graduale scomparsa della dinamica positiva delle partite correnti del 2021, per cui le economie emergenti restano maggiormente esposte a un aumento dei tassi di interesse.
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