Settore tech, quali prospettive?
Schroders: “Facebook rallenta, ecco perché le persone lo usano meno”
Tra i motivi del crollo di Meta c’è il cambiamento delle impostazioni sulla privacy. Mark Zuckerberg ha investito 10 miliardi per il suo Metaverso: i dubbi degli investitori
di Fabrizio Arnhold 16 Febbraio 2022 12:52
Non è stata una settimana da ricordare quella di Meta. Nei giorni scorsi, Facebook ha perso oltre 230 miliardi di dollari di valore di mercato, toccando il record storico di perdite di un singolo titolo in un solo giorno. “Le aspettative sugli utili del quarto trimestre erano molto alte, se non altro perché il maggiore competitor di Meta, Alphabet (capogruppo Google), aveva riportato risultati finanziari davvero eccellenti solo un paio di giorni prima”, commentano Alex Tedder, Head and CIO of Global and US Equities, e Frank Thormann, Portfolio Manager, Multi Regional Equities, Schroders. Ma la trimestrale di Meta ha deluso e adesso preoccupa non solo gli investitori.
I risultati hanno confermato che Facebook sta iniziando a rallentare. “Stiamo assistendo a un chiaro deterioramento dell’engagement, in quanto le persone usano sempre meno Facebook: il numero di utenti attivi su base giornaliera è crollato negli ultimi tre mesi del 2021 per la prima volta nella storia”, prosegue l’analisi di Schroders. I più giovani non usano più il social di Mark Zuckerberg. “Gli utenti con un’età compresa tra i 18 e i 24 anni, stanno mostrando interesse per altre piattaforme - aggiungono gli esperti della casa di investimento -. Le ricerche mostrano che solo il 27% dei teenagers usa Facebook tutti i giorni, in calo dal 94% del 2012”.
Gli adolescenti usano TikTok, un’app che permette di condividere video di breve durata, che anche Zuckerberg riconosce come minaccia per il futuro del suo social network. Non è certo un mistero che “la popolarità di TikTok sta infatti crescendo rapidamente, soprattutto tra i più giovani, come dimostrano il numero di download dell’app e il tempo passato sulla piattaforma”, precisano da Schroders.
L’altra causa del crollo del titolo di Meta è il cambiamento delle impostazioni sulla privacy. Facebook ha previsto che questi cambiamenti avranno un impatto significativo sugli utili nel primo trimestre del 2022. Questo perché in molti casi Facebook non potrà più tracciare il comportamento degli utenti su internet, perdendo così la possibilità di vendere i dati ricavati da terze parti, come gli inserzionisti, che utilizzano queste preziose informazioni per targettizzare la pubblicità.
Tutto è cominciato con il cambio del nome. Meta vorrebbe anticipare appunto il Metaverso e Facebook ha deciso di investire oltre 10 miliardi di dollari all’anno per sviluppare il suo. “Gli utili stanno quindi rallentando parecchio, mentre gli investimenti stanno spingendo i costi al rialzo: il risultato è una riduzione, molto più ampia rispetto alle attese, della profittabilità”, argomentano di due esperti di Schroders. “Il crollo di Meta evidenzia lo scetticismo degli investitori nei confronti del Metaverso e della capacità di un’azienda come Facebook di trasformare il suo modello di business in una piattaforma virtuale”.
Sul futuro di Facebook restano molte ombre. “Il nostro team non è convinto che tale mossa funzionerà, come Mark Zuckerberg vuole fare intendere. Riteniamo che tali dubbi siano fondati e ciò aumenta l’incertezza riguardo alla crescita futura di Facebook”, precisano Alex Tedder e Frank Thormann. Le scorse settimane, comunque, sono state complicate per tutti i titoli tech, con il Nasdaq che ha messo a segno la correzione più importante dai minimi del 2020. “La correzione può essere in parte spiegata dall’aumento dei tassi, che riteniamo sia sottostimato dai mercati”.
L’analisi di Schroders sottolinea come, nonostante i venti contrari, le prospettive restano solide per i grandi trend globali. “Guardando al futuro, esistono chiaramente una serie di sfide per le aziende growth disruptive che noi tendiamo a favorire, soprattutto nel breve periodo”. Per questo, meglio focalizzasi su “aziende che generano profitti e flussi di cassa, con un forte potere di definizione dei prezzi grazie a una posizione di leadership sul mercato”. Schroders ritiene che questo tipo di aziende continuerà a generare solide performance nel 2022.
I risultati di Google nel quarto trimestre hanno mostrato che la crescita del numero di utenti è solida e che il business legato all’advertising resta solido. Anche Amazon ha dimostrato un forte potere di definizione dei prezzi nei suoi ultimi risultati. Ma il settore tech potrebbe risultare sfavorito quest’anno, con gli investitori che potrebbero guardare al settore energetico. “Tuttavia non vogliamo perdere la prospettiva di lungo termine, ovvero l’idea che stiamo attraversando una fase di trasformazione”, conclude Schroders. Trend come la transizione energetica, la digitalizzazione, l’attenzione alla sostenibilità e il cambiamento delle preferenze dei consumatori non spariranno e anzi diventeranno sempre più potenti con il tempo.
L’INIZIO DEL DECLINO: LA FUGA DEI GIOVANI
I risultati hanno confermato che Facebook sta iniziando a rallentare. “Stiamo assistendo a un chiaro deterioramento dell’engagement, in quanto le persone usano sempre meno Facebook: il numero di utenti attivi su base giornaliera è crollato negli ultimi tre mesi del 2021 per la prima volta nella storia”, prosegue l’analisi di Schroders. I più giovani non usano più il social di Mark Zuckerberg. “Gli utenti con un’età compresa tra i 18 e i 24 anni, stanno mostrando interesse per altre piattaforme - aggiungono gli esperti della casa di investimento -. Le ricerche mostrano che solo il 27% dei teenagers usa Facebook tutti i giorni, in calo dal 94% del 2012”.
TUTTI SU TIKTOK
Gli adolescenti usano TikTok, un’app che permette di condividere video di breve durata, che anche Zuckerberg riconosce come minaccia per il futuro del suo social network. Non è certo un mistero che “la popolarità di TikTok sta infatti crescendo rapidamente, soprattutto tra i più giovani, come dimostrano il numero di download dell’app e il tempo passato sulla piattaforma”, precisano da Schroders.
I CAMBIAMENTI SULLA PRIVACY
L’altra causa del crollo del titolo di Meta è il cambiamento delle impostazioni sulla privacy. Facebook ha previsto che questi cambiamenti avranno un impatto significativo sugli utili nel primo trimestre del 2022. Questo perché in molti casi Facebook non potrà più tracciare il comportamento degli utenti su internet, perdendo così la possibilità di vendere i dati ricavati da terze parti, come gli inserzionisti, che utilizzano queste preziose informazioni per targettizzare la pubblicità.
LA SFIDA DEL METAVERSO
Tutto è cominciato con il cambio del nome. Meta vorrebbe anticipare appunto il Metaverso e Facebook ha deciso di investire oltre 10 miliardi di dollari all’anno per sviluppare il suo. “Gli utili stanno quindi rallentando parecchio, mentre gli investimenti stanno spingendo i costi al rialzo: il risultato è una riduzione, molto più ampia rispetto alle attese, della profittabilità”, argomentano di due esperti di Schroders. “Il crollo di Meta evidenzia lo scetticismo degli investitori nei confronti del Metaverso e della capacità di un’azienda come Facebook di trasformare il suo modello di business in una piattaforma virtuale”.
DUBBI SUL FUTURO
Sul futuro di Facebook restano molte ombre. “Il nostro team non è convinto che tale mossa funzionerà, come Mark Zuckerberg vuole fare intendere. Riteniamo che tali dubbi siano fondati e ciò aumenta l’incertezza riguardo alla crescita futura di Facebook”, precisano Alex Tedder e Frank Thormann. Le scorse settimane, comunque, sono state complicate per tutti i titoli tech, con il Nasdaq che ha messo a segno la correzione più importante dai minimi del 2020. “La correzione può essere in parte spiegata dall’aumento dei tassi, che riteniamo sia sottostimato dai mercati”.
PROSPETTIVE SOLIDE
L’analisi di Schroders sottolinea come, nonostante i venti contrari, le prospettive restano solide per i grandi trend globali. “Guardando al futuro, esistono chiaramente una serie di sfide per le aziende growth disruptive che noi tendiamo a favorire, soprattutto nel breve periodo”. Per questo, meglio focalizzasi su “aziende che generano profitti e flussi di cassa, con un forte potere di definizione dei prezzi grazie a una posizione di leadership sul mercato”. Schroders ritiene che questo tipo di aziende continuerà a generare solide performance nel 2022.
QUESTIONE DI PROSPETTIVA
I risultati di Google nel quarto trimestre hanno mostrato che la crescita del numero di utenti è solida e che il business legato all’advertising resta solido. Anche Amazon ha dimostrato un forte potere di definizione dei prezzi nei suoi ultimi risultati. Ma il settore tech potrebbe risultare sfavorito quest’anno, con gli investitori che potrebbero guardare al settore energetico. “Tuttavia non vogliamo perdere la prospettiva di lungo termine, ovvero l’idea che stiamo attraversando una fase di trasformazione”, conclude Schroders. Trend come la transizione energetica, la digitalizzazione, l’attenzione alla sostenibilità e il cambiamento delle preferenze dei consumatori non spariranno e anzi diventeranno sempre più potenti con il tempo.