Nuovo trend strutturale

Perché la "guerra per i talenti" tra le imprese Usa è un'opportunità di investimento

Edmond de Rothschild spiega che le aziende a caccia di lavoratori qualificati dovranno dotarsi di servizi ad hoc, e le società che li offrono sono un’occasione di investimento

di Stefano Caratelli 17 Febbraio 2022 20:00

financialounge -  Aymeric Gastaldi aziende USA Edmond de Rothschild AM lavoro
Undici milioni è il numero impressionante di offerte di posti di lavoro che per i quali le imprese americane non riescono a trovare candidati. Praticamente, la Corporate America sta cercando invano ben 11 milioni di lavoratori per riuscire a far fronte ai livelli di domanda di beni e servizi, ma non li trova. Si tratta di un massimo di sempre e del doppio della media registrata negli ultimi 10 anni, il che riflette lo stato attuale del mercato del lavoro in USA.

TREND IN AUMENTO NONOSTANTE LA FINE DEI SUSSIDI


Lo sottolinea in un commento titolato “E’ cominciata la Guerra per accaparrarsi i talenti” Aymeric Gastaldi, Fund manager International Equities di Edmond de Rothschild Asset Management, ricordando che nel corso del 2021 gli osservatori prevedevano che l’esaurimento dei generosi sussidi distribuiti dal governo americano avrebbe fatto tornare molti sul mercato del lavoro e diminuito la scarsità di lavoratori disponibili. Ma non è successo, i sussidi si sono esauriti già a luglio, con 7,5 milioni di famiglie che hanno ricevuto l’ultimo assegno a settembre, e non solo il numero di posti che rimangono scoperti non è calato, ma da allora è addirittura aumentato di un milione.

DIMISSIONI A VALANGA


Il dato si raffronta con un altro fenomeno emergente, ribattezzato dagli americani come “The Great Resignation”, vale a dire l’ondata di dimissioni dal proprio posto di lavoro. In realtà, fa notare Gastaldi, si tratta più di un mutamento profondo delle priorità di un numero crescente di lavoratori, chiaramente illustrato dai dati. Il tasso mensile di dimissioni negli USA ha appena raggiunto il record storico di quasi il 3%. Tra Maggio e settembre 2021, ben 20 milioni di lavoratori hanno cambiato datore di lavoro, pari al 14% della forza lavoro locale.

INVERSIONE DEI RAPPORTI DI FORZA


Inoltre, la dinamica dei salari mostra un’inversione dei normali rapport di forza tra dipendenti e datori di lavoro. A novembre 2021 il salario medio era più alto del 4,8% rispetto a un anno prima, con un aumento più che doppio rispetto all’era pre-crisi, mentre rispetto a due anni prima era addirittura cresciuto del 10%. Si tratta dell’effetto di una combinazione ‘storica’ di fattori: salari in solida crescita, numero record di posti vacanti e un grado mai registrato prima di ‘versatilità’ dei lavoratori.

MOLTI FATTORI STRUTTURALI


Secondo l’esperto di Edmond de Rthschild, molti degli ingredienti che hanno portato a questa situazione sono strutturali, a partire dalla ‘uberizzazione’ dell’economia, vale a dire la preferenza per posti non fissi, proprio come i driver di Uber, e dall’ingresso sul mercato del lavoro dei Millennial, insieme a altre dinamiche di lungo termine. Tra queste Gastaldi cita la quota crescente di popolazione che esce dall’età lavorativa, che non fa che esacerbare la scarsità di forza lavoro disponibile.

CAMBIO DI PARADIGMA EPOCALE


Il cambiamento dei rapporti di forza tra chi offre posti di lavoro e chi potrebbe occuparli rappresenta un cambio epocale di paradigma, perché la dinamica che ha governato il mercato del lavoro per trent’anni si è ribaltata. Il che pone alle imprese due sfide strategiche: reclutamenti più competitivi e maggiori difficoltà a trattenere in azienda i talenti. La natura di questi problemi non è nuova, ma la dimensione sì, sottolinea Gastaldi. I dipendenti, o per meglio dire il ‘capitale umano’ rappresentano un pilastro per il successo di qualsiasi impresa, perché sono loro ad assicurare la qualità dei beni e servizi offerti. E sempre da loro dipende l’agilità e la capacità di innovare di un’impresa, vale a dire il suo potenziale di crescita.

UN TREND CHE OFFRE PROSPETTIVE DI CRESCITA


A fronte di un mercato del lavoro sempre più ‘tirato’, le imprese devono proteggere e garantirsi il proprio capitale umano. Per vincere la sfida, devono diventare attraenti per i potenziali dipendenti, il che sta diventando un vantaggio competitivo decisivo. Per questo l’esperto di Edmond de Rothschild crede che l’investitore debba prestare grande attenzione alle politiche di risorse umane delle aziende in cui alloca il capitale, diventate una delle chiavi del successo al pari di brevetti, forza del brand e vantaggi tecnologici.

AUMENTERÀ LA DOMANDA DI SERVIZI


Ma il mercato mostra ancora una scarsa comprensione di questo vantaggio competitivo, che invece può creare promettenti opportunità per l’investitore che lo include nel proprio processo decisionale. Un altro fattore di cui tener conto sono gli investimenti di un’azienda diretti a trattenere i dipendenti, il che comprende un’ampia gamma di possibilità, dal miglioramento delle condizioni di lavoro, alla promozione del benessere dei dipendenti, al training. E’ facile prevedere che nei prossimi anni aumenti la domanda per questo tipo di servizi, un trend emergente strutturale che secondo Gastaldi offre promettenti prospettive e che il mercato non ha ancora cominciato a esplorare.

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