Le scelte

T.Rowe Price: "Ecco la strategia obbligazionaria high yield veramente globale"

La strategia implementata nel comparto T. Rowe Price funds sicav global high income bond fund è realmente ‟globale” e implica significativi sovra e sottopesi su regioni, settori, rating e singoli titoli

di Leo Campagna 22 Febbraio 2022 09:28

financialounge -  daily news Fixed Income High Yield Mike Della Vedova obbligazioni Sami Muaddi t.rowe price
La sorpresa al rialzo dell'inflazione statunitense IPC, in combinazione con i commenti poco rassicuranti, in termini di politica monetaria, rilasciati il 10 febbraio dal presidente della Federal Reserve Bank di St. Louis James Bullard, hanno impresso un rialzo ai tassi statunitensi a breve termine. Il rendimento del Treasury USA a 10 anni ha superato il 2% per la prima volta dall'estate del 2019, chiudendo la settimana a 1,94%, mentre il rendimento del bund decennale tedesco ha chiuso a 0,29%, in rialzo di 48 punti base da inizio anno.

CICLI DI CREDITO GLOBALI SEMPRE MENO SINCRONIZZATI


“I mercati obbligazionari mondiali mostrano andamenti fortemente divergenti e i cicli di credito globali sono sempre meno sincronizzati”, spiegano gli esperti di T. Rowe Price. In questo scenario, la strategia del T. Rowe Price Funds Sicav - Global High Income Bond Fund, gestita da Mike Della Vedova e Sami Muaddi, può risultare interessante dal momento che punta sulle capacità di selezione dei titoli per individuare opportunità di valore, attraverso un processo che include l'analisi di fattori quali le statistiche relative al credito, la generazione di free cash flow, la struttura dei titoli e la qualità del management.

UN PORTAFOGLIO CONCENTRATO AD ALTO REDDITO


“Si tratta di un portafoglio concentrato ad alto reddito, costituto principalmente da obbligazioni societarie high yield globali. Adottiamo un approccio di gestione attivo per sfruttare le inefficienze di mercato, il posizionamento settoriale e gli eventi specifici che esulano dal trend e dalle valutazioni di mercato, cercando nel contempo di individuare le opportunità di remunerazione migliori”, specificano i gestori di T. Rowe Price.

CINQUE VALIDI MOTIVI


Ci sono cinque validi motivi per guardare al credito globale high yield, a cominciare dai rendimenti a scadenza ancora interessanti. A titolo di esempio il rendimento a scadenza dell’indice ICE BofAML Global High Yield Index (con copertura in USD) si attestava al 31 dicembre scorso al 5,05%. In secondo luogo la bassa duration (scadenza media dei titoli degli indici), che determina una sensibilità al movimento dei tassi decisamente inferiore a quella del segmento investment grade. Il terzo valido motivo è invece da ricercarsi nella liquidità globale ancora garantita dalle banche centrali, mentre il quarto risiede nell’offerta elevata di nuove emissioni high yield.

UPGRADE TO DOWNGRADE RATIO


Come ultima ragione, ma non per questo meno rilevante, va registrato un sensibile miglioramento della qualità del segmento high yield. “L’upgrade to downgrade ratio, ovvero il rapporto tra il numero di emissioni obbligazionarie che da rating high yield (HY) sono state promosse ad investment grade (IG) e quelle che da IG sono declassate ad HY è in netto aumento”, riferiscono i professionisti di T. Rowe Price.

UN CALO DEL TASSO DI DEFAULT


In generale, i fondamentali del segmento high yield sono buoni sebbene le valutazioni al di fuori degli emittenti asiatici non possono essere considerate basse rispetto alle medie storiche. Al contrario, invece, si registra un calo del tasso di default grazie ad un indebitamento in diminuzione. La media di default degli high yield negli ultimi 20 anni si attesta al 4,4% nell’area dollaro USA, e al 3,8% in quella dell’euro: le stime J.P.Morgan e Moody’s per il 2022 si posizionano su livelli molto inferiori.

LA SELETTIVITÀ È FONDAMENTALE


La gestione attiva dell’allocazione geografica di portafoglio rispetto al benchmark consente inoltre al team di gestione di esporsi tra il 30% e il 70% in titoli US High Yield, tra il 10% e il 50% nell’alto rendimento europeo e tra lo zero e il 40% nel debito emergente HY. “Una flessibilità che permette di sfruttare un mercato high yield globale in forte espansione, ma sempre meno incentrato sugli USA, con opportunità sparse a livello globale dove la selettività è fondamentale”, concludono gli esperti di T. Rowe Price.

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