Effetto guerra sui mercati

Russia-Ucraina, Invesco: bisogna puntare sulla ripresa post-bellica

Nel breve termine i conflitti portano ribassi, ma se si utilizza un'ottica di medio-lungo termine si possono scovare opportunità di investimento anche nei periodi di guerra, come dimostra la storia

di Annalisa Lospinuso 25 Febbraio 2022 07:55

financialounge -  Invesco investimenti Luca Tobagi Morning News Russia ucraina
L'invasione russa dell'Ucraina ha scosso l'opinione pubblica mondiale, oltre ad aver acuito i timori sui mercati finanziari. È un conflitto che ha delle ragioni locali ma non è locale, come lo definisce Luca Tobagi, Investment Strategist di Invesco.

I PAESI COINVOLTI


"Da subito coinvolge i Paesi dell’Europa Occidentale e dell’Alleanza Atlantica - continua Tobagi - perché la possibilità che l’Ucraina entrasse nella Nato è stata una delle ragioni che ha indotto Mosca ad assumere un atteggiamento sempre più duro in questa escalation di tensioni che poi è culminata nella invasione militare".

LE RAGIONI DEL CONFLITTO


Le ragioni che hanno portato, poi, all'invasione della Russia sono molteplici e hanno origini lontane. "Guardando a Oriente - continua l'Investment Strategist di Invesco - abbiamo la Cina che in questo momento è una spettatrice interessata che ha delle questione delicate da gestire nella propria orbita di influenza, come ad esempio quella di Taiwan: è interessata a vedere cosa succederà nella gestione anche della Nato di questa vicenda tra Russia e Ucraina per capire come muoversi proprio nei confronti di Taiwan nel futuro. Non solo, ricordiamo anche che la Cina negli ultimi anni si è sistematicamente schierata al fianco della Russia, quasi ogni volta in cui c’è stato una divergenza di opinioni, un conflitto tra il blocco Occidentale e la Russia. Senza volere minimizzare la gravità intrinseca della vicenda, analizziamo lo scenario finanziario".

L'ESCALATION DI TENSIONE


La situazione era già incerta: all’inizio del 2022, le tensioni geopolitiche erano uno dei fattori di incertezza che si sono intensificati con l'aumento delle ostilità. "Quindi oggi non ci sorprende - dice Tobagi - vedere la violenta correzione che i mercati azionari stanno evidenziando. Effettivamente questa è una situazione da tenere d’occhio perché più di altre situazioni, Russia e Ucraina sono un diretto crocevia, uno snodo importante per la produzione e la distribuzione di materie prime energetiche e non solo per i Paesi dell'Occidente".

GLI EFFETTI SUI MERCATI


Le ripercussioni finanziarie sono sia sul lato dell'offerta sia su quello della domanda. "È possibile che i mercati stiano anche prezzando un po' di shock economico - spiega Tobagi di Invesco - che può arrivare dal fatto che le forniture di energia e materie prime potrebbero diventare ridotte e i prezzi di energia e materie prime potrebbero aumentare ulteriormente oltre quanto è accaduto nell’ultimo anno e mezzo. Per i mercati finanziari, i rischi nel breve sono elevati e non è detto che si esauriscano nello spazio di pochi giorni o settimane perché purtroppo c’è un’estrema incertezza per cui la valutazione dei rischi prevale sulla valutazione delle opportunità a livello percettivo ed analitico".

ORIZZONTE DI MEDIO-LUNGO TERMINE


Bisogna, però, ricordare che per gli investimenti è importante l'orizzonte temporale che dovrebbe essere di medio-lungo periodo. "Nel medio-lungo termine lo scoppio delle ostilità è stato storicamente un’opportunità di acquisto - spiega Tobagi - se prendiamo come esempio S&P 500, il mercato azionario americano, vediamo che dopo l’attacco di Pearl Harbour e l’ingresso degli Stati Uniti nella Seconda Guerra Mondiale, la forte correzione nel mercato azionario fu un’opportunità di acquisto nel medio-lungo periodo. Lo stesso si può dire per la crisi dei missili cubani che per fortuna non divenne un conflitto armato ma fu comunque una situazione di grandissima incertezza politica con una minaccia di escalation militare, così come l’inizio della Prima Guerra del Golfo nel 1990 e della Seconda nel 2003. Questo non vuol dire dobbiamo chiudere gli occhi e comprare ma semplicemente vuole essere un invito a non vedere tutto nero perché è legittimo e logico che, in questa fase, la valutazione dei rischi prevalga su quella delle opportunità. Inoltre, il conflitto armato si spera si risolva in un orizzonte temporale di breve-medio termine e spesso alla fine di un orizzonte temporale breve o medio sono anche note le conseguenze economiche derivanti da questa situazione di conflitto. Da lì poi si può ripartire con un nuovo ciclo di crescita, di ripresa, di istituzione della fiducia, del commercio, delle relazioni internazionali, tutte cose che i mercati finanziari tendono ad apprezzare".

OPPORTUNITÀ POST-BELLICHE


Lo scoppio delle guerre, al netto delle conseguenze sociali, non è sempre un male per i mercati. "Lo scoppio delle guerre è spesso stata un’opportunità di acquisto in un’ottica di lungo periodo per investitori - conclude Luca Tobagi, Investment Strategist di Invesco - che avessero un tale orizzonte temporale e una tolleranza del rischio elevata. Nel breve è assolutamente probabile che la volatilità e la percezione dei rischi prevalga e ci possa essere ancora una fase ribassista sui mercati o comunque di grande volatilità. Vogliamo però suggerire di analizzare queste situazioni con disciplina e con un orizzonte temporale più esteso. Nella costruzione di portafogli diversificati e di strategie di investimento articolate non rischiare di commettere l’errore di trascurare un’opportunità nel lungo periodo perché prevale la percezione dei rischi di breve periodo".

Trending