Banche italiane
Intesa e Unicredit, eccessiva la punizione per la crisi russa: Bank of America mantiene il Buy
BofA, in un’analisi del research analyst Alberto Cordara, ritiene che le due prime banche italiane siano ipervendute e mantiene prezzi obiettivo relativamente elevati, avvertendo sul rischio di frenata economica
di Stefano Caratelli 1 Marzo 2022 16:42
La guerra in Ucraina può avere ampie implicazioni sulle banche europee, tra le quali anche un impatto sensibile sul ritorno di mercato, minusvalenze elevate legate alle partnership, e le conseguenze di un ritardo nel percorso di restrizione monetaria, che normalmente supporta i margini del business bancario. È anche possibile un impatto sulla distribuzione dell’azionariato nel corso del 2022. In mancanza di informazioni critiche su durata e esito della crisi, sono impatti difficili da prevedere, ed è anche ipotizzabile uno scenario di perdita di capitale.
Quest’ultimo scenario sembra prezzato dai recenti movimenti dei prezzi dei titoli, osserva l’analyst research di BofA Alberto Cordara, che si focalizza sui titoli delle due principali banche italiane, Intesa e Unicredit, entrambe esposte sul fronte russo anche con la presenza di filiali locali. Uno scenario worst case comprenderebbe la nazionalizzazione delle entità locali con conseguente perdita di equity e il write off dei crediti della casa madre. Ma le simulazioni condotte dall’esperto di BofA conducono comunque alla conclusione che entrambi i titoli siano ipervenduti e puniti eccessivamente dalle valutazioni di mercato.
Per quanto riguarda in particolare Intesa, le simulazioni di BofA indicano una potenziale perdita di capitale di 4 miliardi ma anche la liberazione di 2,6 mld in termini di RWA, vale a dire asset ponderati per il rischio, il che equivale a un impatto negativo sul capitale di 115 punti base. Dall’inizio della crisi, osserva Cordara, Intesa ha già perso l’equivalente di 372 punti base rispetto ai massimi precedenti, per cui la reazione del mercato sembra essere andata ben oltre la potenziale distruzione di capitale ipotizzata dallo stress test di BofA.
Questo induce BofA a mantenere la raccomandazione BUY sia su Intesa che su Unicredit. Per la prima il prezzo obiettivo resta a 3,5 euro, basandosi sulla metodologia della somma delle parti, vale a dire sulla valutazione delle singole business unit. Il rischio al ribasso viene indicato dall’esperto di BofA in una prolungata frenata dell’economia italiana, mentre il rischio al rialzo risiede in una possibile rapida uscita dalla crisi ucraina. BofA osserva che Intesa detiene in portafoglio quote importanti di titoli di debito pubblico italiano, per cui la valutazione del titolo può essere impattato dai movimenti di prezzo dei BTP.
Simile l’analisi e la valutazione offerta da BofA per Unicredit, a cui Cordara assegna un prezzo obiettivo di 19,5 euro, anche qui sulla base della metodologia della somma delle parti valutando il ROCE, vale a dire il ritorno sul capitale impiegato, di ogni singola business unit. Anche nel caso di Unicredit, il rischio al ribasso rispetto al prezzo obiettivo è legato alla possibilità di una frenata prolungata dell’economia italiana, con il conseguente allargamento dello spread sovrano e l’aumento dell’incertezza politica.
INTESA E UNICREDIT IN IPERVENDUTO
Quest’ultimo scenario sembra prezzato dai recenti movimenti dei prezzi dei titoli, osserva l’analyst research di BofA Alberto Cordara, che si focalizza sui titoli delle due principali banche italiane, Intesa e Unicredit, entrambe esposte sul fronte russo anche con la presenza di filiali locali. Uno scenario worst case comprenderebbe la nazionalizzazione delle entità locali con conseguente perdita di equity e il write off dei crediti della casa madre. Ma le simulazioni condotte dall’esperto di BofA conducono comunque alla conclusione che entrambi i titoli siano ipervenduti e puniti eccessivamente dalle valutazioni di mercato.
PERDITE POTENZIALI GIÀ PREZZATE
Per quanto riguarda in particolare Intesa, le simulazioni di BofA indicano una potenziale perdita di capitale di 4 miliardi ma anche la liberazione di 2,6 mld in termini di RWA, vale a dire asset ponderati per il rischio, il che equivale a un impatto negativo sul capitale di 115 punti base. Dall’inizio della crisi, osserva Cordara, Intesa ha già perso l’equivalente di 372 punti base rispetto ai massimi precedenti, per cui la reazione del mercato sembra essere andata ben oltre la potenziale distruzione di capitale ipotizzata dallo stress test di BofA.
MANTENUTO IL BUY SU TUTTE E DUE
Questo induce BofA a mantenere la raccomandazione BUY sia su Intesa che su Unicredit. Per la prima il prezzo obiettivo resta a 3,5 euro, basandosi sulla metodologia della somma delle parti, vale a dire sulla valutazione delle singole business unit. Il rischio al ribasso viene indicato dall’esperto di BofA in una prolungata frenata dell’economia italiana, mentre il rischio al rialzo risiede in una possibile rapida uscita dalla crisi ucraina. BofA osserva che Intesa detiene in portafoglio quote importanti di titoli di debito pubblico italiano, per cui la valutazione del titolo può essere impattato dai movimenti di prezzo dei BTP.
RISCHIO AL RIBASSO LEGATO ALL’ECONOMIA
Simile l’analisi e la valutazione offerta da BofA per Unicredit, a cui Cordara assegna un prezzo obiettivo di 19,5 euro, anche qui sulla base della metodologia della somma delle parti valutando il ROCE, vale a dire il ritorno sul capitale impiegato, di ogni singola business unit. Anche nel caso di Unicredit, il rischio al ribasso rispetto al prezzo obiettivo è legato alla possibilità di una frenata prolungata dell’economia italiana, con il conseguente allargamento dello spread sovrano e l’aumento dell’incertezza politica.
Trending