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Perché cresce la necessità di rimettere le materie prime al centro del portafoglio

L’importanza della Russia per i mercati globali dell’energia, dell’alluminio, del platino, del nichel e del rame potrà inasprire, secondo Neuberger Berman, la già crescente scarsità di queste materie prime

di Leo Campagna 6 Marzo 2022 15:00

financialounge -  materie prime Neuberger Berman nichel platino rame
I mercati finanziari, già indeboliti dai timori relativi alla persistente inflazione e dall’aumento dei tassi di interesse, stanno accusando un nuovo e preoccupante elemento geopolitico: l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Una situazione che contribuisce ad avvalorare uno dei principali temi di Neuberger Berman sul fronte dell’asset allocation: la necessità di rimettere le materie prime al centro del dibattito e del portafoglio.

PETROLIO, GAS, ALLUMINIO, PALLADIO, PLATINO, NICHEL E RAME


“Quando si parla di commodities, la Russia è tra i principali fornitori non soltanto di petrolio e gas naturale ma anche tra i più importanti esportatori a livello mondiale di alluminio, di palladio, platino, nichel e rame. Senza dimenticare, inoltre, che Russia e Ucraina sono anche tra i maggiori esportatori di grano. Nel corso dei mesi a venire le sanzioni e i disordini potrebbero limitare la fornitura di queste materie prime” spiegano Erik Knutzen, Chief Investment Officer—Multi-Asset Class e Hakan Kaya, Senior Portfolio Manager, Commodities di Neuberger Berman.

L’INSOLITA POSIZIONE DELLE BANCHE CENTRALI


Già prima dell’escalation in Ucraina le materie prime rappresentavano un tema importante nell’ambito dell’asset allocation. “Si può constatare come, storicamente, le materie prime tendano a performare particolarmente bene in contesti caratterizzati da un’inflazione elevata e da una crescita economica bassa o in rallentamento” riferiscono i due esperti di Neuberger Berman. Peraltro siamo in un contesto, aggiungono Knutzen e Kaya, in cui le banche centrali si ritrovano nell’insolita posizione di dover inasprire le politiche monetarie mentre si riducono le prospettive della crescita.

AL CENTRO ANCHE DELLA TRANSIZIONE ENERGETICA


Ma c’è di più. In ottica di medio lungo termine, le commodities sono al centro anche della transizione verso un’economia elettrificata e a zero emissioni nette, responsabile di un’importante pressione inflazionistica di lungo periodo. “Riteniamo che l’offerta rischi di restare contenuta, mentre le energie alternative richiederanno tempo prima di iniziare a essere utilizzate su vasta scala. Una combinazione che manterrà alti i prezzi dell’energia tradizionale. È inoltre probabile che cresce la domanda di metalli preziosi e di quelli industriali, necessari per costruire le infrastrutture per le energie rinnovabili, le batterie e l’elettrificazione alla base di un’economia a zero emissioni nette” sottolineano i due manager di Neuberger Berman

UN RUOLO IMPORTANTE COME FONTE DI DIVERSIFICAZIONE


Per ultimo, ma non certo per importanza, le materie prime hanno dimostrato di riuscire a svolgere un ruolo importante come fonte di diversificazione in una situazione di aumento della correlazione tra andamento delle azioni e delle obbligazioni. Dall’inizio di dicembre il Bloomberg Commodity Index è salito di circa il 22% mentre, in parallelo, l’indice Global Aggregate Bond Index è arretrato del 3,5% e i mercati azionari hanno accusato perdite a doppia cifra.

MITIGARE L’INFLAZIONE E SFRUTTARLA A PROPRIO VANTAGGIO


Per tutte queste ragioni, le commodities rappresentano una delle asset class che, secondo Neuberger Berman, potrà aiutare a mitigare l’inflazione e a sfruttarla a proprio vantaggio. “Per tutta una serie di motivi, che comprendono il conflitto attualmente in corso in Ucraina, la tesi dell’importanza di includere le materie prime in un’asset allocation diversificata si è ulteriormente rafforzata” concludono i due esperti di Neuberger Berman.

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