Investire in obbligazioni

Il rischio shock stagflazione rilancia oro, valute estere e beni rifugio

La protezione del portafoglio è potenziata con la diversificazione e con la capacità di adattamento facendo leva su oro, valute estere e beni rifugio che rispondono bene anche in un ambiente stagflazionistico

di Leo Campagna 7 Marzo 2022 09:58

financialounge -  Candriam Credit Suisse Etica Sgr GAM Investments Invesco J.P. Morgan Asset Management NN Investment Partners obbligazioni Pictet Asset Management t.rowe price

PROTEZIONE NELLA DIVERSIFICAZIONE E NELLA CAPACITÀ DI ADATTAMENTO


Le possibili evoluzioni della guerra in Ucraina sono molteplici, alcune augurabili, altre intollerabili, nessuna prevedibile. Il porto sicuro non è tanto una singola classe di attivo, pur sempre vulnerabile, ma un metodo che si avvale di due strumenti particolarmente efficaci nei momenti di forte volatilità. Carlo Benetti, Market Specialist di GAM SGR nell’articolo Crisi in Ucraina, per GAM il nuovo scenario impone aggiustamenti di portafoglio li identifica nella diversificazione tra asset class diverse, poco correlate, come l’esposizione alle commodity o a classi di attivo del tutto slegate all’economia russa, e nella capacità di adattarsi rapidamente alle nuove situazioni, con la prontezza di aggiustare i portafogli con flessibilità, riconoscere i segnali, ignorare i rumori.

AUMENTA IL RISCHIO DI UNO SHOCK STAGFLAZIONISTICO


Il quadro che si sta delineano aumenta, nel suo insieme, il rischio di uno shock stagflazionistico, ovvero un ambiente con crescita ridotta e carovita in risalita strutturale. “Sul versante fiscale” prevede nell’articolo NN IP: “Ecco come l’invasione russa modifica le prospettive di crescita e inflazione” Willem Verhagen, Senior Economist, Multi-Asset di NN Investment Partners (NN IP). “dovrebbe aumentare la propensione dei governi ad attenuare lo shock negativo alla domanda interna privata. Tuttavia, in un contesto di maggiore inflazione, un ulteriore allentamento fiscale potrebbe propiziare un aumento sostanziale dei rendimenti sovrani perché potrebbe rendere le banche centrali più aggressive”. Per queste ultime, infatti, maggiore inflazione con una minore crescita rappresenta il peggiore contesto.

PIÙ ORO E VALUTE ESTERE


Normalmente i conflitti armati non hanno un impatto duraturo e significativo sui mercati, tranne quando portano a una crisi energetica proprio come quella in gioco ora. Fin dall'inizio di febbraio Candriam ha ridotto l’esposizione alle azioni aumentando il livello di protezione nei portafogli. Inoltre sta gestendo attivamente l’esposizione posizionandosi in base a un potenziale duplice esito della crisi, riconoscendo i rischi al rialzo e al ribasso. Candriam, come argomentato nell’articolo Ucraina, Candriam: meno azioni e più beni rifugio ha anche aumentato l’esposizione all'oro e ad alcune valute come dollaro, yen e franco svizzero e ha anche incrementato l’esposizione alle materie prime, in particolare al settore minerario e petrolifero americano, e ridotto quella ai titoli finanziari, il settore più colpito dall'inizio di febbraio.

PETROLIO IN YUAN CINESI O IN BITCOIN


L’invasione in Ucraina ha visto nuove forme di sanzioni, come misure mirate sulla tecnologia e sui semiconduttori e tariffe commerciali o restrizioni alle esportazioni che possano portare anche all’embargo completo, fino all’esclusione della Russia dallo Swift, il circuito dei pagamenti internazionali. "Tuttavia questa potrebbe rivelarsi una mossa controproducente nel lungo termine - dicono nell’articolo Russia-Ucraina, Pictet Asset Management: effetti economici soprattutto sull'Europa gli analisti di Pictet Asset Management - in quanto spingerebbe la Russia ad accelerare il passaggio a canali di pagamento alternativi, già ampiamente utilizzati per le transazioni interne (di cui rappresentano ormai un 20% circa del totale). Il risultato potrebbe essere la valorizzazione del prezzo del petrolio in valute diverse dal dollaro, come il renminbi, o persino in criptovalute, come il Bitcoin, un’eventualità che potrebbe quindi disincentivare gli Stati occidentali ad escludere la Russia dal circuito dello Swift".

HIGH YIELD, QUADRO TECNICO DETERIORATO


Per quanto riguarda i fattori tecnici, il Team di J. P. Morgan AM nell’articolo Obbligazioni, mantenere l’esposizione, fondamentali aziendali solidi osserva che sulla scia di un’accelerazione dei deflussi in tutti i mercati continuano a peggiorare. In particolare, per l’High Yield europeo i flussi di capitale hanno registrato la peggiore settimana da marzo 2020 e anche i fondi high grade, sia negli Stati Uniti che in Europa, hanno risentito delle continue richieste di rimborso. Da gennaio ad oggi, i deflussi dai fondi Investment Grade europei sono stati pari a circa il 2,3% del patrimonio gestito, il dato peggiore di inizio d’anno dal 2011. Il già preoccupante stato di liquidità dei mercati secondari europei è stato aggravato dall’imminente chiusura del programma di acquisto di attivi della BCE, finora pilastro importante del supporto tecnico.

UN PORTAFOGLIO DI OPPORTUNITÀ HIGH YIELD VERAMENTE GLOBALE


Nel corso degli anni il mercato high yield si è sviluppato in tutte le aree internazionali e oggi gli investitori possono costruire un portafoglio selettivo e ben diversificato, accedendo a un'ampia gamma di emittenti obbligazionari nei paesi nelle diverse fasi del loro ciclo economico. In quest’ottica, la strategia Global High Income Bond di T.Rowe Price può risultare particolarmente interessante perché adotta un approccio attivo e ad alta convinzione, in un portafoglio di opportunità veramente globale. “La strategia offre agli investitori opportunità che non si trovano spesso in altre strategie high yield globali, selezionando rigorosamente i migliori emittenti nell’universo di circa 3.000 miliardi di dollari di bond globali ad alto rendimento. L'allocazione regionale tipica del portafoglio comprende circa il 50% degli emittenti del Nord America, 25% nei mercati europei sviluppati e 25% nei mercati emergenti”, riferiscono nell’articolo Una strategia per cogliere il meglio dell'high yield globale i manager di T. Rowe Price.

CAPACITÀ LIMITATA DI SUPPORTARE IL RUBLO


Le riserve di oro e yuan sono di limitata utilità per difendere il rublo sul mercato del dollaro, per cui sarà sempre più difficile per la banca centrale russa vendere il suo oro in cambio di valuta forte. Lo sottolinea nell’articolo Credit Suisse: la crisi in Ucraina peserà molto a lungo sull'andamento del rublo russo Credit Suisse in un’analisi firmata da Florence Hartmann, Emerging Market Bond and FX Strategist, ricordando che per la prima volta da anni la banca centrale russa è intervenuta sul Forex per sostenere il rublo. Ma le sanzioni rendono ora difficile per la banca centrale russa vendere la sua valuta estera contro la valuta locale, il che ne limita la capacità di sostenere il rublo. La banca centrale ha anche aumentato il tasso di interesse base dal 9,50% al 20%, un passo che ha però fatto poco per alleviare la pressione sul rublo, che è sceso temporaneamente a 118 contro il dollaro prima di invertire leggermente.

OFFRIRE CON I PAC A TUTTI I RISPARMIATORI L’ALTERNATIVA GIUSTA


Il PAC è una soluzione che consente di investire in modo disciplinato, mitigando l’effetto performance negativa e, tanto più lungo è l’orizzonte temporale di accumulo, tanto maggiori saranno i potenziali benefici. Infatti, comperando in tutte le condizioni di mercato, sia quando gli indici finanziari salgono che quando i listini scendono, il risparmiatore media i prezzi di acquisto diluendo i rischi di breve termine pur continuando a partecipare al rialzo atteso dei mercati nel medio pungo periodo. “La formula d’investimento del PAC costituisce la prima chiave d’accesso al mondo della finanza che, soprattutto in Italia, è ancora visto come un’esclusiva per i cittadini maggiormente abbienti. Con questa soluzione ci proponiamo di offrire a tutti i risparmiatori, soprattutto ai più giovani, l’alternativa giusta per sfatare un mito che va avanti da troppi anni”, specifica nell’articolo Invesco azzera i costi dei PAC Frank Di Crocco, Head of Banks & Wealth Management di Invesco.

FRENARE LA CRESCITA DELLE IMPRESE ROSA DANNEGGIA TUTTI


“I dati Unioncamere 2020 parlano chiaro: soltanto il 20% delle imprese a guida rosa fa infatti ricorso a finanziamenti. Una più limitata propensione al rischio delle donne imprenditrici (qualità che favorisce la crescita sul lungo periodo di un’impresa) trova spiegazione nell’inclinazione a non chiedere prestiti”, specificano nell’articolo Etica Sgr: “Perché frenare la crescita delle imprese rosa danneggia tutti” i professionisti di Etica Sgr. Si tratta, purtroppo, di un fenomeno non solo italiano. È il frutto della teoria del cosiddetto pecking order (ordine gerarchico) in base al quale le banche frenano i finanziamenti verso i segmenti ritenuti marginali scoraggiandoli tramite tassi d’interesse più alti e la richiesta di maggiori garanzie. Dal punto di vista degli istituti di credito la richiesta di finanziamento avanzata dalle aziende piccole (come sono la maggior parte delle imprese femminili) viene catalogata come la seconda scelta in ordine di priorità. “Alle imprese femminili spesso non rimane che autofinanziarsi per la semplice ragione che non dispongono di una reputazione affermata presso i finanziatori tale da giustificare l’emissione di crediti. Peccato che frenare la crescita delle imprese rosa danneggia tutti”, concludono gli esperti di Etica Sgr.

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