Quotazioni in rialzo

Schroders: l'oro diventerà l'unico bene rifugio per i prossimi anni

Secondo James Luke (Schroders) nel 2022 il prezzo dell'oro continuerà a salire indipendentemente dagli sviluppi in Ucraina. E le condizioni macroeconomiche lo renderanno, con molta probabilità, il bene rifugio più richiesto

di Antonio Cardarelli 7 Marzo 2022 14:34

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Le tensioni geopolitiche in Ucraina hanno riportato l'attenzione degli investitori sul bene rifugio per eccellenza: l'oro. Il prezzo di questo metallo era già in crescita prima della crisi in Europa orientale, e con l'invasione decisa dalla Russia ha irrobustito i rialzi superando i duemila dollari l'oncia.

EFFETTO UCRAINA


Prima della crisi attuale, ricorda James Luke, gestore del fondo Schroder ISF Global Gold, il prezzo dell'oro si aggirava intorno ai 1.800 dollari l'oncia, senza grandi miglioramenti dalla fine del 2020. "I prezzi dell'oro sono stati resilienti a gennaio e all'inizio di febbraio, nonostante i forti aumenti dei tassi d'interesse reali statunitensi, che di solito pesano su queste quotazioni. Ciò è in parte dovuto allo stress geopolitico della situazione Russia/Ucraina, e questo potrebbe continuare a sostenere i movimenti al rialzo se il conflitto peggiorasse o se le sanzioni non avessero l'effetto desiderato", spiega l'esperto di Schroders.

RIALZO DEI TASSI


Il prezzo del metallo prezioso era già in aumento nei mesi scorsi, e secondo Luke continuerà a crescere per tutto il 2022 "indipendentemente dall’evoluzione della situazione geopolitica". Movimenti al rialzo che, spiega l'esperto di Schroders, sono dovuti ai timori per il prossimo ciclo di rialzo dei tassi da parte delle banche centrali. Le economie sviluppate, oltre a essere altamente indebitate, sono diventate dipendenti dai massicci stimoli monetari e fiscali: "C’è quindi un elevato rischio che, quando gli stimoli verranno rimossi e i tassi alzati, si inneschi una reazione a catena con un impatto negativo su economia reale e mercati finanziari", commenta Luke.

RISCHIO STAGFLAZIONE


Una combinazione dei fattori macroeconomici e del restringimento delle politiche monetarie può sfociare in un periodo di stagflazione, ovvero crescita bassa e inflazione elevata. "Questo è un contesto macroeconomico molto positivo per l'oro - spiega Luke - anche perché le altre fonti di diversificazione del portafoglio sembrano meno attraenti". Le criptovalute, per esempio, sono nel pieno di una crescente pressione normativa.

UNICO BENE RIFUGIO PER I PROSSIMI ANNI


Inoltre James Luke evidenzia una differenza rispetto al 2013, quando l'oro venne sostanzialmente trascurato a favore delle azioni: oggi le valutazioni azionarie di partenza sono molto alte. I titoli di Stato, invece, non sono più attraenti come in passato e i rendimenti sono ancora vicini ai minimi storici. "Nel complesso - conclude Luke - continuiamo a credere che l'oro dovrebbe registrare una buona performance nel 2022. Mentre il conflitto in Ucraina potrebbe sostenere ulteriori movimenti verso l'alto, con poche altre opzioni per diversificare i portafogli, crediamo che l'oro sia sulla buona strada per diventare l’unica alternativa disponibile in quanto a beni rifugio nei prossimi anni".

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