La giornata sui mercati
Morgan Stanley: Russia verso il default come Venezuela e Libano
Avvio in verde per i listini del Vecchio Continente, dopo la giornata ad alta volatilità di ieri. Il possibile stop al petrolio russo fa volare il prezzo del greggio. Non si ferma la corsa delle materie prime
di Fabrizio Arnhold 8 Marzo 2022 09:34
Dopo i ribassi di ieri, oggi i listini europei provano a recuperare, con il nuovo tentativo di tregua in Ucraina: il Ftse Mib a Milano segna +2,67%, il Dax di Francoforte +1,15%, il Cac 40 di Parigi +2,20%, l’Ibex 35 di Madrid +2,94% e il Ftse 100 di Londra +0,34%. In ribasso la Borsa di Tokyo, con l’indice Nikkei che archivia la seduta a -1,71%, su timori della guerra in Ucraina.
Gli investitori continuano a seguire le evoluzioni del conflitto in Ucraina, con il nuovo tentativo di tregua per evacuare i civili e i negoziati che vanno verso un quarto round, dopo il nulla di fatto di ieri. Gli scontri proseguono, con gli aerei russi che nella notte hanno bombardato diverse città dell’Ucraina centrale e orientale.
Le pesanti sanzioni imposte a Mosca dall’Ue e dagli Usa stanno avendo effetti sull’economia. Il rublo continua il suo calo e la Borsa di Mosca resta chiusa anche oggi e dovrebbe riaprire mercoledì 9 marzo. “Vediamo un default come scenario più probabile”, ha scritto in una nota Morgan Stanley, analizzando le difficoltà della Russia nel rimborsare le obbligazioni in scadenza.
“L’insolvenza potrebbe arrivare già il 15 aprile, quando scade il periodo di garanzia di 30 giorni sui pagamenti delle cedole che il governo russo deve rimborsare su obbligazioni in dollari con scadenza nel 2023 e nel 2043”, sottolinea la banca d’affari americana. Si tratta di circa 116 milioni di dollari di cedole che se venissero saldate solo in rubli aprirebbero di fatto la strada verso un default tecnico. Libano e Venezuela sono gli unici esempi recenti di debito sovrano che è scivolato così in basso.
Non si ferma la corsa delle materie prime, petrolio e gas su tutti. L’oro torna sopra quota 2.000 dollari l’oncia (+1,4%) a 2.023,8 dollari. Il contratti di aprile sul gas scambiati ad Amsterdam sono arrivati a 295 euro al megawattora, i contratti di maggio salgono del 10,45%, a 240 megawattora. Sul fronte valutario, l’euro è scambiato a 1,0856 dollari, come ieri in chiusura di contrattazioni. Recupera il rublo, che dopo essere sceso in area 150, torna in area 130. Lo spread apre in lieve calo a 159 punti base.
NUOVO TENTATIVO DI TREGUA
Gli investitori continuano a seguire le evoluzioni del conflitto in Ucraina, con il nuovo tentativo di tregua per evacuare i civili e i negoziati che vanno verso un quarto round, dopo il nulla di fatto di ieri. Gli scontri proseguono, con gli aerei russi che nella notte hanno bombardato diverse città dell’Ucraina centrale e orientale.
LA RUSSIA RISCHIA IL DEFAULT
Le pesanti sanzioni imposte a Mosca dall’Ue e dagli Usa stanno avendo effetti sull’economia. Il rublo continua il suo calo e la Borsa di Mosca resta chiusa anche oggi e dovrebbe riaprire mercoledì 9 marzo. “Vediamo un default come scenario più probabile”, ha scritto in una nota Morgan Stanley, analizzando le difficoltà della Russia nel rimborsare le obbligazioni in scadenza.
COME VENEZUELA E LIBANO
“L’insolvenza potrebbe arrivare già il 15 aprile, quando scade il periodo di garanzia di 30 giorni sui pagamenti delle cedole che il governo russo deve rimborsare su obbligazioni in dollari con scadenza nel 2023 e nel 2043”, sottolinea la banca d’affari americana. Si tratta di circa 116 milioni di dollari di cedole che se venissero saldate solo in rubli aprirebbero di fatto la strada verso un default tecnico. Libano e Venezuela sono gli unici esempi recenti di debito sovrano che è scivolato così in basso.
VOLA LA QUOTAZIONE DELL’ORO
Non si ferma la corsa delle materie prime, petrolio e gas su tutti. L’oro torna sopra quota 2.000 dollari l’oncia (+1,4%) a 2.023,8 dollari. Il contratti di aprile sul gas scambiati ad Amsterdam sono arrivati a 295 euro al megawattora, i contratti di maggio salgono del 10,45%, a 240 megawattora. Sul fronte valutario, l’euro è scambiato a 1,0856 dollari, come ieri in chiusura di contrattazioni. Recupera il rublo, che dopo essere sceso in area 150, torna in area 130. Lo spread apre in lieve calo a 159 punti base.
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