Focus sui bond

J.P. Morgan AM: la guerra Russia-Ucraina gela il mercato obbligazionario

Secondo il Bond Bulletin settimanale, ci sono due aspetti da monitorare: le ripercussioni sulla crescita globale e la reazione dei governi al conflitto

di Annalisa Lospinuso 9 Marzo 2022 18:30

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La guerra della Russia all’Ucraina pesa non soltanto in termini di vittime ma anche dal punto di vista economico. Le sanzioni imposte alla Russia e il rischio crescente di stagflazione creano tensioni tra gli investitori obbligazionari. Nel Bond Bulletin settimanale, il team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan Asset Management analizza le implicazioni del conflitto russo-ucraino per il mercato obbligazionario globale.

GLI ASPETTI DA MONITORARE


Sono due gli aspetti fondamentali da monitorare per capire gli impatti sul mercato obbligazionario: quali ripercussioni avrà sulla crescita globale e quale sarà la reazione dei governi. “Dal punto di vista della crescita – scrivono gli analisti di J.P. Morgan Asset Management - gli ultimi eventi stanno provocando uno shock dell’offerta che porterà verosimilmente a un rallentamento congiunturale, mentre l’inflazione si manterrà elevata. Probabilmente queste pressioni sono avvertite in misura maggiore in Europa dove si registra il più alto livello di inflazione dall’introduzione della moneta unica. Il Vecchio Continente è inoltre la regione più esposta ai tagli di forniture di gas russo”.

SCENARIO DI STAGFLAZIONE


Questo scenario inflazionistico comporta un cambio di rotta per alcune Banche Centrali: un’eventuale stagflazione sarebbe un nodo difficile da sciogliere. “Un inasprimento della politica monetaria – continuano gli analisti nel Bond Bulletin settimanale - contribuirebbe a stabilizzare le crescenti aspettative di inflazione, ma potrebbe frenare la crescita economica. Sul versante opposto, una politica espansiva potrebbe sostenere la crescita, ma sdoganerebbe ulteriormente le aspettative di inflazione. In ultima analisi, l’obiettivo primario delle Banche Centrali è controllare l’inflazione”.

LE OPZIONI


Tra le opzioni in campo c’è la decisione della Bce di procrastinare fino al 2023 i rialzi dei tassi e provare a prolungare il suo programma di acquisto di attivi. La Federal Reserve statunitense, la Banca d’Inghilterra e la Banca del Canada dovrebbero, invece, continuare a innalzare i tassi, anche se a un ritmo meno serrato di quello inizialmente ipotizzato prima del conflitto.

COME CORREGGERE IL TIRO


Per quanto riguarda il mercato globale, Russia a parte, non si sottolineano particolari squilibri, nonostante gli spread denaro-lettera si siano allargati e le condizioni di liquidità siano più rigide. L’avversione al rischio ha provocato un rialzo dei titoli di Stato che si confermano un prezioso strumento di copertura per i portafogli degli investitori. Nei mercati del credito, i rincari delle materie prime e il loro impatto sulla redditività aziendale hanno fatto aumentare gli spread. “Nelle obbligazioni globali investment grade – scrivono gli analisti di J.P. Morgan Asset Management - gli spread rettificati per le opzioni implicite (OAS) sono cresciuti di 136 punti base (pb), il livello massimo raggiunto da metà 2020. Analogamente, nella settimana terminata il 1° marzo, nei mercati High Yield europei gli OAS si sono ampliati di 35 pb. A risentirne di più è stato il debito dei Mercati Emergenti che nello stesso arco di tempo ha visto aumentare gli spread di 100 pb quando gli investitori hanno tentato di ridimensionare la propria esposizione a questa classe di attivo”.

EFFETTO SWIFT


Sebbene gli investitori abbiano cercato di smarcarsi dalla Russia, da dopo l’annessione della Crimea del 2014, il rischio di contagio non si è ridotto abbastanza. La sospensione delle banche russe dal circuito Swift potrebbe portare i debitori russi a non poter effettuare i pagamenti e quindi potrebbe creare inadempienze tecniche nei mercati finanziari. Nelle prossime settimane, gli investitori dovrebbero tener presente queste difficoltà logistiche, soprattutto se il conflitto si protrae.

ACQUISTARE ATTIVI RISCHIOSI


“I tentativi dei governi occidentali di isolare la Russia dall’economia mondiale - conclude il team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan Asset Management - e dal sistema finanziario internazionale hanno creato tensioni sui mercati obbligazionari. A questo punto, per gli investitori l’incertezza sulle prospettive della crescita e del quadro geopolitico genera più domande che risposte”. La risposta è la cautela. “Considerati i possibili ritardi delle misure di inasprimento monetario – aggiungono gli analisti - e le valutazioni più convenienti, gli investitori potrebbero facilmente supporre che sia questo il momento giusto per acquistare attivi rischiosi. In realtà, la possibilità di stagflazione e le continue tensioni geopolitiche ci dicono che le valutazioni sebbene più convenienti non lo sono abbastanza da giustificare i rischi”.

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