Verso le energie alternative
Russia-Ucraina, Schroders: ecco i tre rischi principali per gli investimenti
Aumento dell'inflazione dovuto al caro energia e l'impatto sulla crescita economica sono gli effetti maggiori della guerra in atto, ai quali si aggiungono la minore propensione al rischio e gli impatti sulla transizione ecologica
di Annalisa Lospinuso 10 Marzo 2022 19:00
La guerra della Russia all'Ucraina sta provocando gravi danni in termini di vittime e di problemi economici, non soltanto nei Paesi coinvolti nel conflitto. Dal punto di vista degli investimenti occorre considerare tre rischi principali, come sottolinea Alexander Monk, portfolio manager, Global Resource Equities di Schroders.
Il primo è legato all'inflazione e all'aumento prolungato dei prezzi dell’energia e delle materie prime. "L’inflazione era già ai massimi pluridecennali prima che la Russia invadesse l’Ucraina - dice Monk - e ciò era particolarmente vero per i prezzi energetici. Dato che la Russia rappresenta una parte significativa dell’offerta mondiale di petrolio (circa il 12%) e di gas (circa il 17%), la situazione attuale pone rischi evidenti per la fornitura di energia. Questa preoccupazione ha portato in tutta Europa a un significativo aumento dei prezzi di petrolio, gas ed energia in generale". Non solo, la Russia è anche un importante fornitore di metalli del gruppo del platino (PGM) e di commodity agricole. "La sua capacità di produzione - aggiunge l'analista Schroders - è legata a molte value chain industriali. L’impulso inflazionistico del conflitto, e il conseguente inasprimento delle sanzioni da parte dell’Occidente, potrebbe essere piuttosto significativo e continuare a pesare ulteriormente sugli utili aziendali".
Il secondo rischio deriva dalle implicazioni dell’inflazione sull’economia. Occorre, infatti, considerare il potenziale impatto dell’inflazione sull’economia, che comprende condizioni finanziarie più rigide, prezzi dell’energia più alti e potenziali aumenti salariali e i conseguenti effetti sulla crescita economica. "La storia ha dimostrato - dice Alexander Monk, portfolio manager, Global Resource Equities di Schroders - che la carenza di energia e i conflitti che comportano un aumento dei prezzi energetici possono portare a un significativo rallentamento dell’attività economica. Tale rischio era già evidente prima dell’escalation in Ucraina, e ora è certamente più alto".
Infine, c'è il rischio del potenziale cambiamento nella propensione degli investitori verso il rischio e un conseguente sell-off generalizzato del mercato azionario. "Questo potrebbe portare a deflussi dall’azionario (dopo un periodo di enormi afflussi in tutto il mondo) - aggiunge Monk - e un ritorno alle obbligazioni, con gli investitori alla ricerca di asset percepiti come safe haven".
"Riteniamo che questi tre rischi - conclude il portfolio manager Schroders - possano avere un certo impatto sull’azionario legato alla transizione energetica. Il settore è stato più esposto di altri all’aumento dei prezzi delle materie prime e alle disruption logistiche. La situazione attuale non porterà a miglioramenti in tal senso. Le valutazioni in questo spazio hanno ritracciato rispetto ai massimi del 2021. Tuttavia, il premio per il rischio azionario resta inferiore rispetto ai livelli precedenti, con la possibilità che le valutazioni possano scendere ulteriormente. La minaccia di un rallentamento economico più ampio avrà probabilmente un impatto minore in questo settore, vista la natura strutturale della maggior parte dei mercati legati alla transizione energetica. Ma i comparti più esposti al ciclo economico (autoveicoli, apparecchiature elettriche, ecc.) probabilmente ne soffriranno"
Alcune conseguenze potrebbero addirittura risultare interessanti per la transizione energetica. La Russia è uno dei principali fornitori di petrolio e gas al mondo e ha la possibilità di usare questo capitale naturale a suo vantaggio, data la dipendenza dell’Europa dai suoi combustibili. Uno dei vantaggi dell’energia rinnovabile è che le risorse che la alimentano sono più equamente distribuite e possono aiutare a ridurre la dipendenza dai fornitori chiave. Mentre i prezzi dell’energia convenzionale aumentano, l’attrattiva delle energie rinnovabili continua a crescere, anche considerando i costi più elevati delle attrezzature legate alle problematiche delle catene di approvvigionamento. Le catene di approvvigionamento, però, continuano a essere sotto pressione a causa delle disruption e ci vorrà tempo prima che emergano una nuova domanda e nuovi progetti.
IL PRIMO RISCHIO
Il primo è legato all'inflazione e all'aumento prolungato dei prezzi dell’energia e delle materie prime. "L’inflazione era già ai massimi pluridecennali prima che la Russia invadesse l’Ucraina - dice Monk - e ciò era particolarmente vero per i prezzi energetici. Dato che la Russia rappresenta una parte significativa dell’offerta mondiale di petrolio (circa il 12%) e di gas (circa il 17%), la situazione attuale pone rischi evidenti per la fornitura di energia. Questa preoccupazione ha portato in tutta Europa a un significativo aumento dei prezzi di petrolio, gas ed energia in generale". Non solo, la Russia è anche un importante fornitore di metalli del gruppo del platino (PGM) e di commodity agricole. "La sua capacità di produzione - aggiunge l'analista Schroders - è legata a molte value chain industriali. L’impulso inflazionistico del conflitto, e il conseguente inasprimento delle sanzioni da parte dell’Occidente, potrebbe essere piuttosto significativo e continuare a pesare ulteriormente sugli utili aziendali".
IL SECONDO RISCHIO
Il secondo rischio deriva dalle implicazioni dell’inflazione sull’economia. Occorre, infatti, considerare il potenziale impatto dell’inflazione sull’economia, che comprende condizioni finanziarie più rigide, prezzi dell’energia più alti e potenziali aumenti salariali e i conseguenti effetti sulla crescita economica. "La storia ha dimostrato - dice Alexander Monk, portfolio manager, Global Resource Equities di Schroders - che la carenza di energia e i conflitti che comportano un aumento dei prezzi energetici possono portare a un significativo rallentamento dell’attività economica. Tale rischio era già evidente prima dell’escalation in Ucraina, e ora è certamente più alto".
IL TERZO
Infine, c'è il rischio del potenziale cambiamento nella propensione degli investitori verso il rischio e un conseguente sell-off generalizzato del mercato azionario. "Questo potrebbe portare a deflussi dall’azionario (dopo un periodo di enormi afflussi in tutto il mondo) - aggiunge Monk - e un ritorno alle obbligazioni, con gli investitori alla ricerca di asset percepiti come safe haven".
LE IMPLICAZIONI SULLA TRANSIZIONE ENERGETICA
"Riteniamo che questi tre rischi - conclude il portfolio manager Schroders - possano avere un certo impatto sull’azionario legato alla transizione energetica. Il settore è stato più esposto di altri all’aumento dei prezzi delle materie prime e alle disruption logistiche. La situazione attuale non porterà a miglioramenti in tal senso. Le valutazioni in questo spazio hanno ritracciato rispetto ai massimi del 2021. Tuttavia, il premio per il rischio azionario resta inferiore rispetto ai livelli precedenti, con la possibilità che le valutazioni possano scendere ulteriormente. La minaccia di un rallentamento economico più ampio avrà probabilmente un impatto minore in questo settore, vista la natura strutturale della maggior parte dei mercati legati alla transizione energetica. Ma i comparti più esposti al ciclo economico (autoveicoli, apparecchiature elettriche, ecc.) probabilmente ne soffriranno"
LE CONSEGUENZE A LUNGO TERMINE
Alcune conseguenze potrebbero addirittura risultare interessanti per la transizione energetica. La Russia è uno dei principali fornitori di petrolio e gas al mondo e ha la possibilità di usare questo capitale naturale a suo vantaggio, data la dipendenza dell’Europa dai suoi combustibili. Uno dei vantaggi dell’energia rinnovabile è che le risorse che la alimentano sono più equamente distribuite e possono aiutare a ridurre la dipendenza dai fornitori chiave. Mentre i prezzi dell’energia convenzionale aumentano, l’attrattiva delle energie rinnovabili continua a crescere, anche considerando i costi più elevati delle attrezzature legate alle problematiche delle catene di approvvigionamento. Le catene di approvvigionamento, però, continuano a essere sotto pressione a causa delle disruption e ci vorrà tempo prima che emergano una nuova domanda e nuovi progetti.