Politica monetaria

La Fed deve sciogliere l’enigma: più inflazione o meno crescita

David Norris, Portfolio Manager di TwentyFour Asset Management, sottolinea il passaggio cruciale della riunione del FOMC, deve contrastare l’inflazione, ma anche sostenere l’economia in una fase critica

di Stefano Caratelli 16 Marzo 2022 07:50

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La tanto attesa riunione del FOMC è vicina alla conclusione, con gli investitori ansiosi di avere un po' di visibilità sul pensiero della Fed, date anche le conseguenze economiche di vasta portata dell'invasione russa dell'Ucraina. La banca centrale americana deve bilanciare la necessità di contenere l'inflazione con quella di sostenere l'economia. Non ha ancora fatto partire il ciclo di rialzo dei tassi e la necessità di iniziarlo non potrebbe essere più pressante. David Norris, Portfolio Manager di TwentyFour Asset Management, è convinto che quello che si conclude nella serata europea di oggi è uno dei più importanti incontri della Fed nella memoria recente, dato il ritmo attuale degli sviluppi del mercato e la natura fluida degli eventi geopolitici.

OCCHI SULLA GUIDANCE DEI MEMBRI DEL FOMC


Parlando davanti alla Commissione Banche del Senato americano all'inizio del mese, il capo della Fed Jerome Powell ha ribadito che è pronto a portare avanti una serie di aumenti dei tassi di interesse a partire appunto da marzo, nonostante le prospettive economiche incerte. Norris ‘non riesce a immaginare’ uno scenario in cui la Fed non aumenterà i tassi. Dall'ultima riunione del FOMC, l'inflazione USA è salita a un nuovo massimo di 40 anni con anche il tasso core in forte accelerazione. Le attese sono per un rialzo dei tassi di 25 punti base, ma i mercati guarderanno molto da vicino anche l'aggiustamento della guidance dei membri del FOMC, che attualmente punta a tre rialzi nel 2022 e altri tre nel 2023, ben meno dei sei rialzi che i mercati stanno prezzando per il solo 2022.

IL QT PUÒ VALERE TRE O QUATTRO RIALZI


Norris sottolinea che il quantitative tightening, vale a dire il drenaggio di liquidità conseguente alla cessazione di acquisti e reinvestimenti, è una parte importante del mix di politiche, e si aspetta maggiore chiarezza su tempi e entità della riduzione del bilancio della Fed. Gli analisti della Deutsche Bank suggeriscono una riduzione di 800 miliardi di dollari nel 2022 e di ulteriori 1.100 miliardi nel 2023, che equivarrebbero cumulativamente a circa tre o quattro aumenti di 25 punti base, mostrando quanto importante possa essere questo strumento nel plasmare la politica monetaria e la gestione della curva dei rendimenti in futuro.

TIMORI SULLA SALUTE DELLE ECONOMIE


I banchieri centrali, sottolinea in conclusione l’esperto di TwentyFour Asset Management, devono affrontare un enigma. Con l'attenzione già rivolta ad affrontare l’inflazione crescente, ora l'impennata dei prezzi delle materie prime alimenta le discussioni sulla probabilità di un rallentamento economico, stagflazione o addirittura potenziale recessione. Le previsioni di crescita vengono ridimensionate e, anche se rimangono sopra le medie storiche, le preoccupazioni sulla salute delle economie globali stanno chiaramente iniziando ad aumentare.

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