La giornata sui mercati
Oggi il possibile default della Russia
In giornata scadono cedole per 117 milioni di dollari su due bond sovrani, se Mosca paga in rubli scattano i 30 giorni di grazia prima del default. In serata occhi puntati sulla Fed, Borse europee positive dopo il rimbalzo di Hong Kong
di Antonio Cardarelli 16 Marzo 2022 09:18
Avvio positivo per le Borse europee nella seduta di oggi. Piazza Affari guadagna oltre 2 punti percentuali nelle prime battute, bene anche Francoforte e Parigi (+2%) mentre Londra guadagna circa l'1%.
Per il debito sovrano russo è arrivato il giorno della verità. Oggi per Mosca scade il pagamento di cedole per un valore di 117 milioni di dollari su due titoli emessi nella valuta americana. Secondo l'agenzia di rating Fitch, se queste cedole saranno pagate in rubli per la Russia scatterebbe il default sovrano, che verrebbe dichiarato dopo i 30 giorni di garanzia che scattano dal mancato pagamento. Il rublo, va ricordato, ha perso circa metà del suo valore rispetto al dollaro dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina e oggi è in calo ulteriore del 9%. Per la Russia si tratterebbe del secondo default dopo quello del 1998.
Anche nelle ultime ore, come accade ormai da giorni, dall'Ucraina arrivano notizie che parlano di bombardamenti in aumento sulle città. L'assedio di Kiev sembra ormai prossimo, e le vittime tra i civili continuano a crescere. In parallelo proseguono gli incontri diplomatici tra Ucraina e Russia. Ieri il presidente ucraino Zelensky ha fatto un passo indietro sull'ingresso nella Nato: "L'Ucraina si rende conto che non è nella Nato. Abbiamo sentito per anni parlare di porte aperte, ma abbiamo anche sentito dire che non possiamo entrarci, e dobbiamo riconoscerlo". Un'ammissione, però, che non sembra aver convinto i russi, che proseguono nell'offensiva.
Tornando ai mercati, arriva un forte rimbalzo sui listini asiatici e in particolare dalla Cina, che in questa settimana aveva accusato pesanti perdite. Le parole del vicepremier Liu He sul sostegno del governo all'economia hanno dato respiro a Shanghai (+3,4%) e Hong Kong, che guadagna poco meno del 9%. Quest'ultima è trainata soprattutto dal sottoindice del comparto tech che guadagna oltre il 20% con Alibaba e Tencent in evidenza. In crescita anche l'indice Nikkei 225 di Tokyo (+1,6%).
L'altro fattore che catalizza l'attenzione degli investitori nella giornata di oggi è, ovviamente, il meeting del Fomc, il braccio monetario della Federal Reserve, con Powell che parlerà nella serata italiana. Dato praticamente per scontato il rialzo di 25 punti base dei tassi d'interesse, l'attesa è principalmente per le letture dei dati macroeconomici con le possibili valutazioni dell'impatto della guerra in Ucraina sulla crescita nazionale e mondiale. Nella mattinata europea i futures di Wall Street sono positivi.
Tornano a salire i prezzi del petrolio dopo la frenata degli ultimi giorni. Il Wti guadagna il 2% a 98 dollari al barile, il Brent sale del 3% e si porta a 102 dollari al barile. In calo le quotazioni del gas naturale in Europa che sulla piattaforma olandese Ttf cede il 3% a 111,95 euro al megawattora. Oggi a Londra torna in contrattazione il nichel dopo la sospensione dall'8 marzo scorso a causa della forte volatilità. Oro ancora in calo a 1.917 dollari l'oncia.
RUSSIA A RISCHIO DEFAULT
Per il debito sovrano russo è arrivato il giorno della verità. Oggi per Mosca scade il pagamento di cedole per un valore di 117 milioni di dollari su due titoli emessi nella valuta americana. Secondo l'agenzia di rating Fitch, se queste cedole saranno pagate in rubli per la Russia scatterebbe il default sovrano, che verrebbe dichiarato dopo i 30 giorni di garanzia che scattano dal mancato pagamento. Il rublo, va ricordato, ha perso circa metà del suo valore rispetto al dollaro dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina e oggi è in calo ulteriore del 9%. Per la Russia si tratterebbe del secondo default dopo quello del 1998.
LA SITUAZIONE IN UCRAINA
Anche nelle ultime ore, come accade ormai da giorni, dall'Ucraina arrivano notizie che parlano di bombardamenti in aumento sulle città. L'assedio di Kiev sembra ormai prossimo, e le vittime tra i civili continuano a crescere. In parallelo proseguono gli incontri diplomatici tra Ucraina e Russia. Ieri il presidente ucraino Zelensky ha fatto un passo indietro sull'ingresso nella Nato: "L'Ucraina si rende conto che non è nella Nato. Abbiamo sentito per anni parlare di porte aperte, ma abbiamo anche sentito dire che non possiamo entrarci, e dobbiamo riconoscerlo". Un'ammissione, però, che non sembra aver convinto i russi, che proseguono nell'offensiva.
HONG KONG +9%
Tornando ai mercati, arriva un forte rimbalzo sui listini asiatici e in particolare dalla Cina, che in questa settimana aveva accusato pesanti perdite. Le parole del vicepremier Liu He sul sostegno del governo all'economia hanno dato respiro a Shanghai (+3,4%) e Hong Kong, che guadagna poco meno del 9%. Quest'ultima è trainata soprattutto dal sottoindice del comparto tech che guadagna oltre il 20% con Alibaba e Tencent in evidenza. In crescita anche l'indice Nikkei 225 di Tokyo (+1,6%).
ATTESA PER LA FED
L'altro fattore che catalizza l'attenzione degli investitori nella giornata di oggi è, ovviamente, il meeting del Fomc, il braccio monetario della Federal Reserve, con Powell che parlerà nella serata italiana. Dato praticamente per scontato il rialzo di 25 punti base dei tassi d'interesse, l'attesa è principalmente per le letture dei dati macroeconomici con le possibili valutazioni dell'impatto della guerra in Ucraina sulla crescita nazionale e mondiale. Nella mattinata europea i futures di Wall Street sono positivi.
PETROLIO IN RIALZO, SI RIVEDE IL NICHEL
Tornano a salire i prezzi del petrolio dopo la frenata degli ultimi giorni. Il Wti guadagna il 2% a 98 dollari al barile, il Brent sale del 3% e si porta a 102 dollari al barile. In calo le quotazioni del gas naturale in Europa che sulla piattaforma olandese Ttf cede il 3% a 111,95 euro al megawattora. Oggi a Londra torna in contrattazione il nichel dopo la sospensione dall'8 marzo scorso a causa della forte volatilità. Oro ancora in calo a 1.917 dollari l'oncia.
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