Ridurre le emissioni

Robeco: la filiera della carne è una minaccia per la salute e l'economia

Questo settore ha forti impatti sul benessere degli animali, delle persone e sull'ambiente con conseguenti risvolti negativi anche sulle performance economiche dell'industria

di Annalisa Lospinuso 17 Marzo 2022 19:30

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La filiera della carne va ripensata. Tanti sono gli impatti di questo settore, sia sul benessere degli animali sia sull'ambiente. Per questo motivo rappresenta una minaccia alla salute globale, come sottolinea Masja Zandbergen, Responsabile Sustainability Integration di Robeco.

L'IMPATTO DELLA FILIERA DELLA CARNE


Il significativo impatto ambientale della produzione industriale di bestiame ha effetti negativi non soltanto sulla salute di persone, animali e clima, ma tende anche a generare un impatto finanziario negativo. Il settore è, infatti, uno dei principali responsabili del cambiamento climatico e andrà probabilmente incontro a maggiori controlli regolamentari e finanziari. La crescita della popolazione, l’aumento della ricchezza e il cambiamento climatico sono solo alcuni dei fattori che influenzeranno sensibilmente il sistema alimentare globale negli anni a venire. "La produzione di carne è cresciuta quasi esponenzialmente dagli anni ’60 - sottolinea l'analista Robeco - con la maggior parte dell’aumento imputabile a pollame, suini e bovini. Nel 2014 la persona media consumava circa 43 kg di carne all’anno. Per gli europei e i nordamericani il quantitativo era più che doppio, attestandosi rispettivamente a 80 kg e 110 kg di carne all’anno. Questa media globale è verosimilmente destinata ad aumentare, poiché cambiamenti analoghi nella popolazione, nei redditi e nei tassi di urbanizzazione hanno comportato una crescente domanda di carne e prodotti animali. Si stima che il settore agricolo sia la seconda maggiore fonte di emissioni di gas serra al mondo. In media, una mucca produce 85 kg di metano all’anno".

GLI INDICATORI DI VALUTAZIONE


Come si possono ridurre le emissioni e migliorare le condizioni di salute? Servono cambiamenti urgenti e radicali per allinearsi agli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e dare attuazione all’Accordo di Parigi, entro il 2030. Il settore della produzione di carne è chiamato ad affrontare grandi sfide, come i vincoli posti dalle risorse naturali che sono esauribili, l’impatto ambientale della produzione su larga scala e le ricadute sulla salute dei consumatori attraverso la diffusione di malattie umane trasmesse dagli animali a causa della resistenza del bestiame agli antibiotici. L’eccessivo consumo di carne in generale è considerato dannoso per la salute. "Per il nostro programma di engagement, abbiamo sviluppato un quadro di indicatori che comprendeva i seguenti obiettivi: benessere degli animali, standard lavorativi, gestione della qualità e della sicurezza dei prodotti e gestione dell’innovazione", continua Masja Zandbergen.

BENESSERE DEGLI ANIMALI


La politica di un’azienda relativa al benessere degli animali dovrebbe trattare diversi aspetti, come le mutilazioni di routine, gli allevamenti intensivi, lo stordimento pre-macellazione, il trasporto degli animali vivi su lunghe distanze e l’uso di antibiotici in fase di crescita. Dovrebbe, inoltre, coprire inoltre tutte le aree geografiche, le relazioni con i fornitori e i subappaltatori.

STANDARD LAVORATIVI


Per quanto riguarda, invece, gli standard lavorativi, Robeco mira a verificare se le aziende hanno politiche che assicurano condizioni di lavoro eque e dignitose. "Esaminiamo il campo di applicazione della politica in termini di operazioni dell’impresa e dei suoi fornitori - dice la Responsabile Sustainability Integration - nonché la sua copertura in termini di questioni lavorative e processi adottati per assicurare la conformità con la stessa. Consideriamo anche il monitoraggio e le iniziative prese da un’azienda per assicurare la salute e la sicurezza dei dipendenti".

QUALITÀ E SICUREZZA DEI PRODOTTI


È importante anche valutare come le aziende di lavorazione e rivendita della carne fanno sì che i loro prodotti soddisfino le aspettative di alta qualità e sicurezza dei clienti. Si guarda alla tracciabilità che permette di risalire alle origini dei prodotti di carne e al sistema di etichettatura dettagliata. I prodotti certificati e biologici sono preferiti. "Ci aspettiamo anche che le aziende seguano le buone prassi stabilite nelle Good Manufacturing Practices - continua l'analista - e qualsiasi altro standard rilevante per i processi. Infine, vogliamo che le aziende contribuiscano a sensibilizzare i clienti riguardo all’impatto del consumo di carne sulla salute, al fine di ridurre l’assunzione di questo alimento".

GESTIONE DELL'INNOVAZIONE


Le innovazioni principali si possono ricercare nel settore dei prodotti chimici speciali (mangimi), nell'automazione degli impianti alimentari, per ridurre il rischio di problemi di salute e sicurezza operativa, nei fast food e nei supermercati. "La nostra attività di engagement - conclude Masja Zandbergen, Responsabile Sustainability Integration di Robeco - si è concentrata sulle imprese di tutta la filiera alimentare, dalle aziende di bioscienze, alle imprese di trasformazione (della carne), ai prodotti alimentari e ai rivenditori. Abbiamo riscontrato i comportamenti migliori tra le imprese dell’Europa settentrionale e della regione scandinava, come pure tra gli operatori statunitensi del settore del fast food. Le azioni e le comunicazioni di queste imprese, specialmente riguardo alla partecipazione al Carbon Disclosure Project, come anche il loro impegno nel quadro del Cerrado Manifesto, la definizione di obiettivi basati sull’evidenzia scientifica e altre iniziative, mettono in luce la loro volontà di contribuire a un futuro sostenibile e le misure prese per realizzare continui miglioramenti su questo fronte negli ultimi tre anni".

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