Gestione del portafoglio

GAM: banche europee, il mercato russo è una sfida per le azioni più che per il credito

Romain Miginiac, CFA, Head of Research Credit Opportunities di GAM, sottolinea la posizione più vantaggiosa degli obbligazionisti rispetto agli azionisti, penalizzati dalla minor distribuzione di capitale

di Stefano Caratelli 21 Marzo 2022 14:34

financialounge -  azionario daily news GAM obbligazionario Romain Miginiac
La vulnerabilità del settore bancario europeo all'incertezza legata alla Russia è modesta e la mancanza di indicazioni significative che possa saltare la stabilità finanziaria è probabilmente una conferma che le banche restano potenzialmente uno dei settori più forti. L'elevata volatilità e il sentiment negativo hanno pesato sulle valutazioni delle obbligazioni bancarie, offrendo interessanti opportunità. Con gli spread sui contingent convertible (CoCo) bond Additional Tier 1 delle banche europee intorno ai 450 punti base, quasi 200 in più rispetto ai livelli pre-Covid-19, gli investitori possono beneficiare di un elevato carry in un settore solido, combinato con un potenziale rialzo dovuto a una ripresa dei prezzi nel caso la situazione si sblocchi.

ESPOSIZIONE CONTENUTA ALLA RUSSIA


Lo sottolinea un’analisi sull’impatto della crisi in Ucraina sulle banche europee a cura di Romain Miginiac, CFA, Head of Research per le strategie Credit Opportunities di GAM Investments dal titolo ‘Banche europee, la Russia è una sfida per le azioni più che per il credito’. Secondo Miginiac infatti l'esposizione alle controparti russe è relativamente contenuta e la propensione a concedere prestiti in Russia è diminuita significativamente dal 2014. Anche in presenza di un evento estremo, come un un totale azzeramento delle esposizioni russe, i livelli di solvibilità non sarebbero minacciati, e le riserve di capitale rimarrebbero probabilmente solide.

LINEA CONSERVATIVA SUI DIVIDENDI


Sul versante azionario invece pesa il fatto che le autorità stanno monitorando strettamente le banche, e la narrativa sui dividendi ha iniziato a spostarsi in senso conservativo. Questo conferma la teoria degli azionisti che subiscono la perdita, mentre le cedole degli Additional Tier 1 verrebbero probabilmente colpite solo se i coefficienti di capitale scendessero sotto i requisiti, scenario secondo l’esperto di GAM non in discussione. Per questo il debito subordinato delle banche può probabilmente offrire valutazioni interessanti, gli investitori beneficiano di un carry elevato in un settore resiliente, con un potenziale rialzo dei prezzi.

REMOTO UN EFFETTO CONTAGIO


Miginiac spiega che l'esposizione complessiva delle banche europee verso la Russia è pari a 80 miliardi di dollari, irrilevante nel contesto di circa 50.000 miliardi di euro di asset per il settore. Un potenziale effetto contagio è remoto, per la minima esposizione e la marginale interconnessione dei sistemi bancari russo ed europeo. Le esposizioni delle banche europee verso la Russia derivano principalmente da partecipazioni in banche locali e da prestiti offshore. Nel primo caso le perdite massime sono limitate all'investimento mentre nel secondo la perdita finale è l'intera esposizione al netto di collaterali o garanzie.

CERTEZZE REGOLATORIE PER GLI OBBLIGAZIONISTI


Gli stress test sulle esposizioni russe, sottolinea inoltre l’esperto di GAM, non mostrano singole vulnerabilità nel sistema bancario europeo. Per gli investitori nel segmento bancario, la lezione più importante appresa dallo “stress test” è stata che la regolamentazione è decisamente positiva per il credito. Gli azionisti hanno accusato il colpo più duro durante la crisi da pandemia poiché i dividendi sono stati cancellati come misura precauzionale. Il trattamento per gli obbligazionisti è stato molto più meccanico e pragmatico: sugli AT1 le autorità di vigilanza hanno chiarito che le cedole sarebbero state bloccate solo in caso di violazione dei requisiti.

AZIONISTI PIÙ SFAVORITI


La situazione, rileva in conclusione l’esperto di GAM, ricorda che gli azionisti probabilmente subiranno ancora perdite e che gli obbligazionisti sono a rischio solo se è minacciata la solvibilità. Le autorità hanno monitorato da vicino la situazione e mantenuto un dialogo quasi continuo con le banche più esposte. Le banche hanno preferito la strada della conservazione del capitale a spese delle distribuzioni agli azionisti. L’italiana UniCredit ha congelato il suo buy-back da 2,6 miliardi in attesa che la situazione si chiarisca.

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