Rivoluzione green
BIueBay: la guerra in Ucraina può accelerare la transizione energetica
Robert Lambert, Senior Corporate Analyst, Investment Grade, vede temi di investimento interessanti nelle rinnovabili, nei veicoli elettrici, nello stoccaggio delle batterie su larga scala e soprattutto nell'idrogeno
di Stefano Caratelli 24 Marzo 2022 16:48
Il conflitto in Ucraina ha scatenato un'impennata dei prezzi del petrolio e una preoccupazione generalizzata. Le esportazioni energetiche della Russia sono principalmente gas naturale, a un prezzo attraente grazie a costi di estrazione e produzione contenuti, ma ora sono diventate insostenibili a seguito di conflitto in Ucraina e sanzioni. Il caro energia attuale va visto come un monito, che impone di riflettere sulla dipendenza europea dal gas naturale e sulla necessità di trovare soluzioni a lungo termine, che le rinnovabili a oggi ancora non supportano.
Parte da queste considerazioni l’analisi di BlueBay Asset Management, dedicata agli investimenti nella transizione energetica e firmata da Robert Lambert, Senior Corporate Analyst, Investment Grade, che indica alcuni temi giudicati interessanti, come le rinnovabili, i veicoli elettrici, la cattura del carbonio, lo stoccaggio delle batterie su larga scala e l'idrogeno, una delle fonti alternative più interessanti per gli investitori, in quanto abbondante, non tossico, senza carbonio e molto più efficiente di altre fonti di energia.
Per questo, sottolinea Lambert, l'idrogeno potrebbe essere, in futuro, una soluzione a lungo termine per ridurre la dipendenza dal gas naturale, ma per ora il costo è proibitivo, anche se un aumento degli investimenti privati dovrebbe far scendere la curva dei costi. Inoltre, le rinnovabili sono fonti intermittenti, anche se competitive in termini di costi rispetto al gas naturale, mentre servono anche investimenti significativi nelle reti di trasmissione, spesso trascurate.
In generale, secondo l’analisi di BlueBay, il conflitto in Ucraina è destinato ad accelerare lo spostamento verso fonti alternative, con il caro energia che ha evidenziato la necessità per l'Europa di allontanarsi dai combustibili fossili ancora più velocemente di quanto sia emerso durante la COP26. La curva dei costi delle rinnovabili è già competitiva, sottolinea l’esperto di BlueBay, e la maggior parte dei Paesi ha annunciato obiettivi ambiziosi per le energie rinnovabili.
Ora che i consumatori vedranno l'impatto reale della dipendenza dal gas naturale è probabile che questi stessi Paesi raccolgano il sostegno necessario per accelerare gli investimenti. In termini di sfide e opportunità, le rinnovabili oggi disponibili sono ‘intermittenti’ ed esposte a inefficienze, come avvenuto per l’eolico e il solare nel 2021, che hanno portato a un forte consumo di gas naturale all'inizio dell'inverno. Ma ci sono aree che possono aprire a importanti opportunità, come gli investimenti per migliorare l'efficienza e le batterie su larga scala per appianare i flussi di energia.
L’esperto di BlueBay non crede che la situazione contingente metta a rischio i piani ‘net zero’ o che si inizi a trivellare nuovi pozzi di petrolio o tornare al carbone. Il conflitto potrebbe, però, ritardare il ‘net zero’ perché gli investimenti vengono incanalati verso il miglioramento delle reti, i terminali LNG e gli oleodotti alternativi. Ma si parla già anche di eurobond per finanziare gli investimenti e ridurre la dipendenza dal gas. Lambert vede anche il potenziale per una rinascita del nucleare, ma non crede a un ritorno diffuso.
Quello che sta invece accadendo è un disinvestimento importante da parte dei gestori in società di combustibili fossili a partecipazione statale in Russia e in altri Paesi ad alto rischio. In seguito all’invasione, ogni società legata all’Esplorazione & Produzione petrolifere compresa nella copertura di BlueBay ha preso contatti con gli investitori. La maggior parte non intende procedere con nuovi investimenti in Russia e sta uscendo da quel mercato, perché stanno esaminando altri regimi e considerando di disinvestire.
IDROGENO UNA DELLE FONTI PIÙ INTERESSANTI
Parte da queste considerazioni l’analisi di BlueBay Asset Management, dedicata agli investimenti nella transizione energetica e firmata da Robert Lambert, Senior Corporate Analyst, Investment Grade, che indica alcuni temi giudicati interessanti, come le rinnovabili, i veicoli elettrici, la cattura del carbonio, lo stoccaggio delle batterie su larga scala e l'idrogeno, una delle fonti alternative più interessanti per gli investitori, in quanto abbondante, non tossico, senza carbonio e molto più efficiente di altre fonti di energia.
SERVONO ANCHE INVESTIMENTI PRIVATI
Per questo, sottolinea Lambert, l'idrogeno potrebbe essere, in futuro, una soluzione a lungo termine per ridurre la dipendenza dal gas naturale, ma per ora il costo è proibitivo, anche se un aumento degli investimenti privati dovrebbe far scendere la curva dei costi. Inoltre, le rinnovabili sono fonti intermittenti, anche se competitive in termini di costi rispetto al gas naturale, mentre servono anche investimenti significativi nelle reti di trasmissione, spesso trascurate.
ACCELERAZIONE VERSO FONTI ALTERNATIVE
In generale, secondo l’analisi di BlueBay, il conflitto in Ucraina è destinato ad accelerare lo spostamento verso fonti alternative, con il caro energia che ha evidenziato la necessità per l'Europa di allontanarsi dai combustibili fossili ancora più velocemente di quanto sia emerso durante la COP26. La curva dei costi delle rinnovabili è già competitiva, sottolinea l’esperto di BlueBay, e la maggior parte dei Paesi ha annunciato obiettivi ambiziosi per le energie rinnovabili.
LE RINNOVABILI HANNO LIMITI MA SUPERABILI
Ora che i consumatori vedranno l'impatto reale della dipendenza dal gas naturale è probabile che questi stessi Paesi raccolgano il sostegno necessario per accelerare gli investimenti. In termini di sfide e opportunità, le rinnovabili oggi disponibili sono ‘intermittenti’ ed esposte a inefficienze, come avvenuto per l’eolico e il solare nel 2021, che hanno portato a un forte consumo di gas naturale all'inizio dell'inverno. Ma ci sono aree che possono aprire a importanti opportunità, come gli investimenti per migliorare l'efficienza e le batterie su larga scala per appianare i flussi di energia.
PIANI NET ZERO NON A RISCHIO
L’esperto di BlueBay non crede che la situazione contingente metta a rischio i piani ‘net zero’ o che si inizi a trivellare nuovi pozzi di petrolio o tornare al carbone. Il conflitto potrebbe, però, ritardare il ‘net zero’ perché gli investimenti vengono incanalati verso il miglioramento delle reti, i terminali LNG e gli oleodotti alternativi. Ma si parla già anche di eurobond per finanziare gli investimenti e ridurre la dipendenza dal gas. Lambert vede anche il potenziale per una rinascita del nucleare, ma non crede a un ritorno diffuso.
FUGA DA RUSSIA E PAESI A RISCHIO
Quello che sta invece accadendo è un disinvestimento importante da parte dei gestori in società di combustibili fossili a partecipazione statale in Russia e in altri Paesi ad alto rischio. In seguito all’invasione, ogni società legata all’Esplorazione & Produzione petrolifere compresa nella copertura di BlueBay ha preso contatti con gli investitori. La maggior parte non intende procedere con nuovi investimenti in Russia e sta uscendo da quel mercato, perché stanno esaminando altri regimi e considerando di disinvestire.