Nuova globalizzazione
GAM: la crisi ucraina porta rallentamento ma non recessione
Carlo Benetti, Market Specialist di GAM, vede un’accelerazione verso una nuova fase della globalizzazione, in cui l’economia “just in time” lascia il posto al “just in case”, con perdita di efficienza e aumento dei costi
di Stefano Caratelli 24 Marzo 2022 19:00
Parlare di rischi di rallentamento economico per la crisi ucraina non significa che l’esito nella recessione sia scritto sulla pietra. L’incertezza politica avvolge e rende imperscrutabile lo scenario e il vero rischio è un errore di policy delle banche centrali. Per il risparmiatore, la difesa dall’inflazione è offerta da strumenti che diano protezione “reale” come le azioni, direttamente associate alla crescita. La difesa dalla volatilità è nella diversificazione “intelligente”, attenta alla decorrelazione tra asset class, e nella gestione attiva, che utilizza la selettività come uno strumento affilato che sceglie, distingue, e differenzia.
Sono le conclusioni di un commento di Carlo Benetti, Market Specialist di GAM SGR, focalizzato sulla protezione da uno scenario inflazionistico, che registra un’accelerazione verso una nuova fase della globalizzazione per effetto della guerra in Ucraina, in cui l’economia “just in time” lascia il posto all’economia “just in case”, con perdita di efficienza e aumento dei costi.
Benetti sottolinea che Putin ha riportato indietro le lancette dell’orologio della Storia, che invece procede, sempre, inesorabilmente in avanti. La guerra in Ucraina cambia la direzione del futuro immediato prima di tutto in Russia, su cui comincia a pesare l’isolamento internazionale, mentre si diffonde il dissenso tra le giovani generazioni abituate alla comunicazione digitale. L’azzardo di Putin riporta la Russia nella ridefinizione dei blocchi di influenza, con l’obiettivo di rompere la dualità di Stati Uniti e Cina facendo posto a una Russia in grado di condizionare l’Unione Europea.
In quest’incertezza, secondo l’esperto di GAM SGR, prende velocità il passaggio, già partito con la pandemia, verso una nuova fase della globalizzazione. Termina l’esperienza dell’economia “just in time”, resa possibile dal digitale e da alti standard di efficienza nei trasporti e nella logistica, un modello molto efficiente che però esige alti livelli di cooperazione internazionale, e si apre la nuova fase dell’economia “just in case”, secondo Benetti.
Questo implica che le catene di fornitura vengano riconfigurate non sulla base dell’efficienza dei costi ma della affidabilità e del controllo, che gli approvvigionamenti vengano avvicinati per ridurre la dipendenza da altri paesi. Aumentano affidabilità e controllo ma anche i costi. L’economia “just in time” è iper-efficiente, il modello “just in case” comporta maggiori costi che concorreranno all’inflazione, sconosciuta nell’era della ‘vecchia’ globalizzazione, e con il rallentamento si ripresentano le paure di stagflazione.
Ma, sottolinea in conclusione l’esperto di GAM SGR, la crescita globale rallenta ma non si interrompe. Negli Stati Uniti a febbraio l’indice ISM manifatturiero è stato superiore a gennaio, l’economia resta sul sentiero di crescita e conferma la forza della domanda. Inoltre le attese degli utili restano positive, prosegue la creazione di posti di lavoro, mentre la Fed con il suo primo aumento dei tassi segnala la volontà di riprendere il controllo e soprattutto delle aspettative d’inflazione.
PROTEZIONE DALL’INFLAZIONE
Sono le conclusioni di un commento di Carlo Benetti, Market Specialist di GAM SGR, focalizzato sulla protezione da uno scenario inflazionistico, che registra un’accelerazione verso una nuova fase della globalizzazione per effetto della guerra in Ucraina, in cui l’economia “just in time” lascia il posto all’economia “just in case”, con perdita di efficienza e aumento dei costi.
PUTIN VORREBBE FAR TORNARE INDIETRO LA STORIA
Benetti sottolinea che Putin ha riportato indietro le lancette dell’orologio della Storia, che invece procede, sempre, inesorabilmente in avanti. La guerra in Ucraina cambia la direzione del futuro immediato prima di tutto in Russia, su cui comincia a pesare l’isolamento internazionale, mentre si diffonde il dissenso tra le giovani generazioni abituate alla comunicazione digitale. L’azzardo di Putin riporta la Russia nella ridefinizione dei blocchi di influenza, con l’obiettivo di rompere la dualità di Stati Uniti e Cina facendo posto a una Russia in grado di condizionare l’Unione Europea.
ACCELERA IL PASSAGGIO VERSO IL ‘JUST IN CASE’
In quest’incertezza, secondo l’esperto di GAM SGR, prende velocità il passaggio, già partito con la pandemia, verso una nuova fase della globalizzazione. Termina l’esperienza dell’economia “just in time”, resa possibile dal digitale e da alti standard di efficienza nei trasporti e nella logistica, un modello molto efficiente che però esige alti livelli di cooperazione internazionale, e si apre la nuova fase dell’economia “just in case”, secondo Benetti.
PRIORITÀ A AFFIDABILITÀ E CONTROLLO
Questo implica che le catene di fornitura vengano riconfigurate non sulla base dell’efficienza dei costi ma della affidabilità e del controllo, che gli approvvigionamenti vengano avvicinati per ridurre la dipendenza da altri paesi. Aumentano affidabilità e controllo ma anche i costi. L’economia “just in time” è iper-efficiente, il modello “just in case” comporta maggiori costi che concorreranno all’inflazione, sconosciuta nell’era della ‘vecchia’ globalizzazione, e con il rallentamento si ripresentano le paure di stagflazione.
LA CRESCITA NON SI INTERROMPE SOSTENUTA DAGLI USA
Ma, sottolinea in conclusione l’esperto di GAM SGR, la crescita globale rallenta ma non si interrompe. Negli Stati Uniti a febbraio l’indice ISM manifatturiero è stato superiore a gennaio, l’economia resta sul sentiero di crescita e conferma la forza della domanda. Inoltre le attese degli utili restano positive, prosegue la creazione di posti di lavoro, mentre la Fed con il suo primo aumento dei tassi segnala la volontà di riprendere il controllo e soprattutto delle aspettative d’inflazione.