Gli effetti sull'economia

Schroders più cauta sugli Emergenti, meglio posizionati gli esportatori di materie prime

Tom Wilson, Head of Emerging Market Equities di Schroders, spiega che un insieme di fattori, dal caro commodity a un dollaro forte, si aggiungerà agli effetti della crisi ucraina e peserà sulle economie emergenti

di Stefano Caratelli 25 Marzo 2022 19:00

financialounge -  azionario emergenti Schroders Tom Wilson
Prima dell’invasione russa dell’Ucraina Schroders prevedeva una prima metà del 2022 complessa per i Mercati Emergenti, date le condizioni finanziarie globali in inasprimento e l’affievolirsi del sostegno fiscale. La crescita globale era robusta, ma in rallentamento e l’inflazione si stava dimostrando più vischiosa del previsto. Ma c’erano ragioni per essere positivi, perché i rendimenti e le valute emergenti avevano prezzi attraenti e si prevedeva un rallentamento dell’inflazione nella seconda metà dell’anno.

APPROCCIO PIÙ CAUTO E DIFENSIVO


Tom Wilson, Head of Emerging Market Equities di Schroders, spiega che la guerra iniziata il 24 febbraio, con le gravi implicazioni per la Russia ma anche per la crescita globale, ha indotto la storica casa ad adottare un approccio più cauto e difensivo. La Russia sta affrontando una grave recessione, per la combinazione di sanzioni e del ritiro di aziende e clienti occidentali. Russia e Ucraina rappresentano meno del 2% del PIL globale, ma il conflitto potrebbe avere conseguenze importanti sull’economia globale per il suo impatto sui mercati delle materie prime.

PREOCCUPANO I PREZZI DEGLI ALIMENTARI


Le quota di Russia e Ucraina a delle esportazioni globali di varie materie prime è significativa e va dall’energia ai metalli, ai metalli preziosi, ai cereali e ai fertilizzanti. La combinazione tra premio per il rischio geopolitico e minaccia di disruption all’approvvigionamento hanno innescato un sostanziale rally dei prezzi delle materie prime e Wilson crede che un’impennata sostenuta porterebbe a un grave stress economico. Preoccupano in particolare i prezzi degli alimentari, poiché l’Ucraina è un importante esportatore di grano e altri prodotti, per cui l’impatto sui prezzi potrebbe essere duraturo se continueranno le disruption della produzione in Ucraina e sui mercati dei fertilizzanti.

INFLAZIONE NON SOLO A BREVE TERMINE


L'inflazione globale è già ai massimi pluridecennali, e un rally sostenuto dei prezzi delle materie prime non farà che aumentare la pressione inflazionistica a breve termine, secondo Wilson, ma potrebbe anche avere implicazioni di lungo termine. Anche l’accelerazione della transizione energetica è inflazionistica, i costi di input per l’hardware delle rinnovabili sono aumentati, aggiungendosi al costo energetico iniziale.

CRESCITA GLOBALE PIÙ LENTA


Il tutto secondo l’esperto di Schroders fa aumentare il rischio di stagflazione, complicando la risposta delle banche centrali. La crescita globale dovrebbe rallentare, anche se l’impatto varierà: gli USA sono più isolati rispetto a Europa e altri mercati sviluppati, data l’autosufficienza energetica e la minor esposizione al commercio globale. Per i mercati emergenti l’implicazione è un contesto complicato fatto di crescita globale più debole e di dollaro più forte.

PENALIZZATI GLI IMPORTATORI DI MATERIE PRIME


Wilson nota che per i Paesi importatori netti di materie prime, i prezzi più alti peseranno sui conti con l’estero e sulle valute. Inoltre, per i mercati emergenti a basso reddito, l’energia e gli alimentari rappresentano un’importante quota dell’indice dei prezzi al consumo, oltre il 50% per l’India e attorno al 20-40% in molti altri Paesi. Al contrario, sottolinea l’esperto di Schroders, i mercati emergenti esportatori di materie prime sono posizionati relativamente meglio.

MEGLIO POSIZIONATI LATAM E MEDIO ORIENTE


Questi sono principalmente in America Latina e in Medio Oriente, ma anche in Asia paesi come Malesia e Indonesia potrebbero beneficiare della situazione. Un rallentamento degli scambi globali peserebbe in ogni caso anche sulle prospettive dei mercati emergenti. Schroders aveva già previsto un certo rallentamento nella seconda metà dell’anno, con uno spostamento dei consumi post-Covid-19 dai beni ai servizi.

VALUTAZIONI CHE COMINCIANO A DIVENTARE INTERESSANTI


In conclusione, secondo Wilson, i mercati emergenti che sono esportatori netti di materie prime dovrebbero beneficiare della situazione, almeno nel breve periodo, e anche le valutazioni stanno cominciando a diventare interessanti, sebbene l’incertezza e le pressioni sugli utili potrebbero persistere nel breve termine.

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