L'analisi
Mercati emergenti, ecco quelli che possono proteggere dall'inflazione
Kirstie Spence, gestore portafoglio di Capital Group, sostiene che Medio Oriente e America Latina siano meglio posizionati per proteggere gli investitori dall'aumento dei prezzi al consumo
di Anna Patti 27 Marzo 2022 09:55
Il conflitto tra Russia e Ucraina sta avendo un effetto significativo sui mercati finanziari, determinando anche un aumento dell’inflazione. Kirstie Spence, gestore portafoglio di Capital Group, sottolinea che stiamo vivendo una fase di slowflation, ovvero una crescita più lenta e un’inflazione più elevata, destinata a continuare nei prossimi mesi. A causa dell’impatto diretto della crisi sui prezzi globali di cibo ed energia si accentuano le spinte inflazionistiche già in atto.
I panieri dell’indice dei prezzi al consumo nei mercati emergenti hanno una percentuale molto maggiore di cibo ed energia, questo ha determinato anche in passato una risposta della banca centrale con un impatto sul reddito rapido e rilevante. Le banche centrali dei mercati emergenti, a differenza di quelle dei mercati sviluppati, stavano già affrontando i normali impatti ciclici dell’inflazione. Kirstie Spence sottolinea che “prima di questa crisi eravamo convinti che i mercati emergenti fossero in linea con la curva, in termini di gestione delle crescenti pressioni inflazionistiche”, e conclude dicendo che “la situazione attuale indica che i mercati emergenti sono in leggero ritardo ma incamminati in quella direzione”.
Alcuni mercati emergenti sono meglio posizionati per contrastare gli impatti della crisi. I motivi possono essere molteplici: in parte perché questi mercati sono più autosufficienti in termini di cibo ed energia, in parte perché sono addirittura esportatori di queste materie prime. Altri mercati poi godono di una posizione privilegiata, in quanto distanti sia politicamente sia geograficamente dalla crisi. Mercati come il Medio Oriente e l’America Latina si sono dimostrati più resilienti rispetto ad altri.
GESTIRE L’INFLAZIONE È UN IMPEGNO QUOTIDIANO PER I MERCATI EMERGENTI
I panieri dell’indice dei prezzi al consumo nei mercati emergenti hanno una percentuale molto maggiore di cibo ed energia, questo ha determinato anche in passato una risposta della banca centrale con un impatto sul reddito rapido e rilevante. Le banche centrali dei mercati emergenti, a differenza di quelle dei mercati sviluppati, stavano già affrontando i normali impatti ciclici dell’inflazione. Kirstie Spence sottolinea che “prima di questa crisi eravamo convinti che i mercati emergenti fossero in linea con la curva, in termini di gestione delle crescenti pressioni inflazionistiche”, e conclude dicendo che “la situazione attuale indica che i mercati emergenti sono in leggero ritardo ma incamminati in quella direzione”.
MEDIO ORIENTE E AMERICA LATINA PIU’ FORTI NEL CONTRASTO ALL’INFLAZIONE
Alcuni mercati emergenti sono meglio posizionati per contrastare gli impatti della crisi. I motivi possono essere molteplici: in parte perché questi mercati sono più autosufficienti in termini di cibo ed energia, in parte perché sono addirittura esportatori di queste materie prime. Altri mercati poi godono di una posizione privilegiata, in quanto distanti sia politicamente sia geograficamente dalla crisi. Mercati come il Medio Oriente e l’America Latina si sono dimostrati più resilienti rispetto ad altri.