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LGIM: la guerra e le sanzioni per ora non minacciano l’egemonia del dollaro

Willem Klijnstra, Currency Strategist di Legal & General Investment Management, analizza le spinte per allentare la dipendenza dalla moneta Usa ma non ritiene che il regno del dollaro sia vicino alla fine

di Stefano Caratelli 29 Marzo 2022 14:52

financialounge -  daily news dollaro Legal & General Investment Management Willem Klijnstra
La guerra in Ucraina si combatte su molti fronti, dai campi di battaglia, ai cyber-attacchi, alle sanzioni economiche e finanziarie. La scala delle sanzioni imposte alla Russia e la coesione finora dimostrata dalle potenze occidentali sono senza precedenti e infliggono danni severi all’economia, compresi i suoi mercati finanziari, al punto di spingere Mosca sull’orlo del default del debito.

CAPITALI ATTIRATI DAGLI USA


Willem Klijnstra, Currency Strategist di Legal & General Investment Management, si chiede se questo scenario rappresenti anche una minaccia per lo status globale del dollaro, come principale moneta di riserva del pianeta. L’analisi di LGIM parte dalla spiegazione di che cosa faccia delle sanzioni un’arma così potente. La ragione principale è proprio il fatto che il mondo si affida al dollaro per il funzionamento del sistema finanziario globale. La maggior parte dei pagamenti vengono regolati in dollari e la maggior parte dei portafogli sono investiti in titoli americani denominati in dollari, data la dimensione e la profondità del mercato finanziario USA.

IL CONGELAMENTO DELLE RISERVE RUSSE


Il congelamento delle riserve valutarie della Russia ha rappresentato un’escalation importante delle sanzioni, un nuovo sviluppo destinato a preoccupare anche altri paesi e le rispettive banche centrali che detengono ampie riserve denominate prevalentemente in dollari, in particolare paesi che sono avversari dell’America sugli scacchieri geopolitici. Questi paesi potrebbero essere incoraggiati a diversificare, allontanandosi dal dollaro.

ORO E BITCOIN ALTERNATIVE POCO PRATICABILI


Non serve molta immaginazione, sottolinea l’esperto di LGIM, per vedere nell’oro e nel bitcoin i principali beneficiari ma, date le quantità in gioco, nessuno dei due sembra in grado di offrire risposte soddisfacenti, mentre ci sono limiti alla possibilità di detenere riserve sotto forma di banconote e monete ‘fisiche’. Per questo, nonostante le frequenti previsioni di una fine del sistema finanziario globale basato sul dollaro, la moneta USA resta la valuta di riserva dominante e il principale bene rifugio mondiale.

VERSO UNA MINOR DIPENDENZA DAL DOLLARO


In generale, la direzione verso un mondo meno dipendente dal dollaro è chiara, ma non potrà essere un cambiamento rapido, sottolinea l’esperto di LGIM. Mancano le alternative, e con le relazioni geopolitiche in movimento, cambia anche la percezione di quale possa essere un porto sicuro alternativo. Per lo yuan cinese, la possibilità di diventare un’importante valuta di riserva richiederebbe che la superpotenza esibisse un costante deficit delle partite correnti, il che è in netto contrasto con la politica di Pechino di affidarsi alle esportazioni.

POSSIBILI NUOVE ALLEANZE


Quello che ci si può aspettare, secondo l’analisi di LGIM, è la formazione di nuove alleanze. Non sarebbe una sorpresa che Cina, Russia, India e Arabia Saudita, tutti paesi che detengono ingenti asset denominati in dollari, prendessero in considerazione l’utilizzo di altre monete diverse dal dollaro per regolare gli scambi di petrolio.

DOMINIO PER ORA INCONTRASTATO


Ma per il futuro prevedibile, sottolinea in conclusione Willem Klijnstra, il dollaro USA resterà la moneta di riserva preferita a livello globale, anche se il mondo cercherà di diventare meno dipendente dal biglietto verde.

 

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