Asset allocation
Edmond de Rothschild sovrappesa azioni Cina e sottopesa l’Europa, in difesa sui bond
Benjamin Melman, Global CIO di Edmond de Rothschild AM fa il punto dopo il recupero messo a segno dagli asset a rischio partito l’8 marzo, che ha riportato i maggiori indici azionari a livelli pre-guerra ucraina
di Stefano Caratelli 30 Marzo 2022 18:30
Nel conflitto tra Russia e Ucraina tutte le parti coinvolte sono state attente a contenerlo a livello locale e a evitare il contagio. La NATO ha evitato di scendere in campo come belligerante diretto, la Cina non ha sostenuto apertamente la Russia, che a sua volta non ha lanciato massicci cyberattacchi e ha continuato a pagare le cedole sul debito in dollari nonostante le sanzioni. Inoltre Pechino ha fatto il possibile per rassicurare gli investitori, mentre la Fed ha drasticamente aggiornato le previsioni su crescita, inflazione e tassi, facendo tirare un sospiro di sollievo dopo l’ultima riunione del FOMC.
Sono gli argomenti di Benjamin Melman, Global Chief Investment Officer di Edmond de Rothschild Asset Management, che ha deciso di mantenere il sovrappeso sulle azioni cinesi, sottopesando quelle europee e assumendo un atteggiamento difensivo sui bond. L’attuale situazione di stallo sull’Ucraina non garantisce che la localizzazione del conflitto duri per sempre. Inoltre, mentre gli indici azionari sono tornati ai livelli pre bellici il prezzo del petrolio è balzato di oltre 25%, e i prezzi delle commodity agricole hanno strappato.
A fronte di questo quadro, la Fed sembra disposta ad andare anche oltre il ‘tasso neutrale’ per contrastare l’inflazione, ma la sostenibilità di questa linea sembra a Melman discutibile. Le condizioni del mercato del lavoro americano restano molto tese e potrebbero ostacolare una stabilizzazione dell’inflazione, aprendo la possibilità di una politica monetaria più aggressiva di quanto dato per scontato dagli investitori.
Inoltre, alcuni segmenti della curva dei tassi americani hanno già iniziato a invertirsi, e l’esperto di Edmond de Rothschild non esclude che la Fed possa essere costretta ad interrompere la ripresa economica per riprendere il controllo delle dinamiche inflazionistiche. La Fed sta anche preparando l’avvio del quantitative tightening, vale a dire il passaggio dall’iniezione al drenaggio di liquidità, anche se tempi e modi non sono ancora definiti, che dovrebbe risultare in un ulteriore stretta monetaria che si aggiunge al rialzo dei tassi.
In pratica, mentre persiste la pressione al rialzo sui tassi reali la liquidità è destinata a prosciugarsi. E persistono altri potenziali impatti su tutte le asset class. Se il rischio di un contagio ucraino è diminuito, non si vede ancora una soluzione, e un ristagno del conflitto pesa sulla crescita e spinge al rialzo i prezzi delle commodity in una fase già critica per l’inflazione. Melton nota anche che al recente rimbalzo ha contribuito la chiusura di molte posizioni al ribasso, il che ha lasciato gli investitori scoperti da protezioni in caso di nuovi shock.
Le prospettive di crescita globale restano comunque sostanzialmente inalterate, il che gioca a favore della performance di mercato, cosa che dovrebbe sconsigliare eccessi di cautela. A inizio anno Edmond de Rethschild era convinta che il 2022 sarebbe stato l’anno dell’azionario europeo. Per confermare questa prospettiva ora serve più visibilità sull’Ucraina, altrimenti la ripresa europea resta a rischio. Per questo la storica casa resta sottopesata sulle azioni del Vecchio Continente, continua a sovrappesare l’azionario cinese e rimane piuttosto difensiva sui bond.
INDICI TORNATI A LIVELLI PRE BELLICI
Sono gli argomenti di Benjamin Melman, Global Chief Investment Officer di Edmond de Rothschild Asset Management, che ha deciso di mantenere il sovrappeso sulle azioni cinesi, sottopesando quelle europee e assumendo un atteggiamento difensivo sui bond. L’attuale situazione di stallo sull’Ucraina non garantisce che la localizzazione del conflitto duri per sempre. Inoltre, mentre gli indici azionari sono tornati ai livelli pre bellici il prezzo del petrolio è balzato di oltre 25%, e i prezzi delle commodity agricole hanno strappato.
LA FED POTREBBE DOVER DIVENTARE PIÙ AGGRESSIVA
A fronte di questo quadro, la Fed sembra disposta ad andare anche oltre il ‘tasso neutrale’ per contrastare l’inflazione, ma la sostenibilità di questa linea sembra a Melman discutibile. Le condizioni del mercato del lavoro americano restano molto tese e potrebbero ostacolare una stabilizzazione dell’inflazione, aprendo la possibilità di una politica monetaria più aggressiva di quanto dato per scontato dagli investitori.
QUANTITATIVE TIGHTENING IN ARRIVO
Inoltre, alcuni segmenti della curva dei tassi americani hanno già iniziato a invertirsi, e l’esperto di Edmond de Rothschild non esclude che la Fed possa essere costretta ad interrompere la ripresa economica per riprendere il controllo delle dinamiche inflazionistiche. La Fed sta anche preparando l’avvio del quantitative tightening, vale a dire il passaggio dall’iniezione al drenaggio di liquidità, anche se tempi e modi non sono ancora definiti, che dovrebbe risultare in un ulteriore stretta monetaria che si aggiunge al rialzo dei tassi.
RIMBALZO ALIMENTATO DALLE RICOPERTURE
In pratica, mentre persiste la pressione al rialzo sui tassi reali la liquidità è destinata a prosciugarsi. E persistono altri potenziali impatti su tutte le asset class. Se il rischio di un contagio ucraino è diminuito, non si vede ancora una soluzione, e un ristagno del conflitto pesa sulla crescita e spinge al rialzo i prezzi delle commodity in una fase già critica per l’inflazione. Melton nota anche che al recente rimbalzo ha contribuito la chiusura di molte posizioni al ribasso, il che ha lasciato gli investitori scoperti da protezioni in caso di nuovi shock.
EVITARE GLI ECCESSI DI CAUTELA
Le prospettive di crescita globale restano comunque sostanzialmente inalterate, il che gioca a favore della performance di mercato, cosa che dovrebbe sconsigliare eccessi di cautela. A inizio anno Edmond de Rethschild era convinta che il 2022 sarebbe stato l’anno dell’azionario europeo. Per confermare questa prospettiva ora serve più visibilità sull’Ucraina, altrimenti la ripresa europea resta a rischio. Per questo la storica casa resta sottopesata sulle azioni del Vecchio Continente, continua a sovrappesare l’azionario cinese e rimane piuttosto difensiva sui bond.