Focus sugli Emergenti

Raiffeisen: “La Cina è tra i vincitori economici delle sanzioni occidentali”

La guerra in Ucraina avrà delle conseguenze economiche e geopolitiche che resteranno a lungo. La Russia dipende ora più da Pechino, mentre India e Turchia traggono beneficio dalla guerra

di Fabrizio Arnhold 30 Marzo 2022 08:00

financialounge -  cina emergenti Raiffeisen Russia ucraina
La guerra in Ucraina ha fatto aumentare la volatilità sui mercati. Gli effetti non si fermano all’area geografica del conflitto ma saranno permanenti. L’architettura di sicurezza dell’Europa, le alleanze geopolitiche, il sistema finanziario mondiale: insomma sono diversi gli aspetti da considerare. “I recenti movimenti di mercato devono essere visti in questo contesto e, di fronte a ciò, non sono gravi”, spiega Raiffeisen Capital Management nel suo rendiconto mensile sui mercati emergenti.

LE BORSE HANNO GIÀ RECUPERATO


I listini globali hanno quasi interamente recuperato le perdite dei primi giorni dell’invasione militare dell’Ucraina da parte della Russia. “Dall'inizio dell'anno fino a metà marzo, le azioni dei paesi emergenti hanno perso circa il 9%; le nazioni industrializzate hanno perso poco meno dell'8%, rispettivamente in dollari USA”, prosegue l’analisi di Raiffeisen. “Le obbligazioni dei mercati emergenti hanno ceduto tanto quanto le azioni dei mercati emergenti (anche queste in dollari USA), soprattutto le obbligazioni in valuta forte”. Ovviamente le azioni russe e ucraine hanno fatto registrare cali più significativi.

EFFETTI GLOBALI DELLA GUERRA


Le conseguenze indirette a livello economico della guerra riguarderanno l’intero globo. L’inflazione, che già era in ascesa prima della guerra, ha continuato la sua cavalcata, con l’impennata di prezzi di materie prime, dall’energia al grano. Per Raiffeisen, la spaccatura tra Russia ed Europa potrebbe essere irreversibile. “È improbabile che sparisca presto, nemmeno dopo la fine delle ostilità, a meno che non ci sia un cambio di potere filo-occidentale a Mosca”, spiegano gli esperti di Raiffeisen. In futuro potrebbe diventare più solido il legame tra Russia e Cina.

LE SANZIONI E L’ECONOMIA


Se è vero che l’economia di Russia e Ucraina pesano per circa il 2% sul totale mondiale, ci sono settori importanti come petrolio, gas, metalli, prodotti alimentari e fertilizzanti, che sono in larga parte prodotti da Russia e Ucraina. Per questo, potrebbero proseguire tensioni sui prezzi, anche una volta cessato il conflitto. “I più grandi perdenti a libello economico sono oltre alla Russia e l’Ucraina, i Paesi europei”, si spiega nel commento di Raiffeisen. Stati Uniti, Cina e India potrebbero invece trarre dei benefeci, sotto il profilo economico, da questo conflitto. Resta da valutare l’impatto delle sanzioni sul lungo periodo, e se davvero ci sarà il rischio di esclusione della Russia dallo Swift.

LA POLITICA MONETARIA VA AVANTI


L’economia globale potrebbe accusare un rallentamento, a causa della guerra in Ucraina. Ma le banche centrali non sembrano intenzionate a cambiare i piani di normalizzazione monetaria, con un graduale e progressivo aumento dei tassi. La Fed ha già aumentato dello 0,25% i tassi, la Bce segue l’evoluzione dell’inflazione che in Europa, al momento, resta più bassa che negli Stati Uniti, seppure a livelli preoccupanti. “Anche sotto questo aspetto, così come in vista del rendimento ottenibile, attualmente appaiono abbastanza interessanti selezionate obbligazioni dei mercati emergenti (in valuta forte e locale)”, si legge nel report di Raiffeisen Capital Management.

IL SOSTEGNO DI PECHINO A MOSCA


Almeno nel breve termine, la Cina è tra i vincitori economici delle sanzioni occidentali nei confronti della Russia che dipende dipende ora quasi interamente dal sostegno economico di Pechino. L’incognita resta il Covid, dal momento che la Cina continua nella sua politica di zero tolleranza. Shanghai è in lockdown ma i dati economici recenti del gigante asiatico sono positivi e migliori del previsto. Raiffeisen sottolinea come “continuano invece ancora i problemi nel settore immobiliare, dove l'attività è ferma o in calo”. E questo causerà, per il momento, dei problemi o darà poco sostegno alla crescita economica.

L’INDIA NON APPOGGIA LE SANZIONI


Nuova Delhi non è disposta a farsi coinvolgere nel conflitto ma non appoggia le sanzioni occidentali contro la Russia. La linea da seguire è quella della neutralità, in modo da poter vedere sia l’Europa e gli Usa che la Russia come partner strategici. “Il mercato azionario indiano, tra le Borse dei paesi emergenti più forti nel 2021, finora è stato un outperformer anche quest'anno e al 22 marzo sta perdendo solo l’1% circa rispetto all'inizio dell’anno”, prosegue l’analisi di Raiffeisen. Tuttavia, per molte aziende sarà probabilmente difficile dar seguito agli aumenti degli utili dell'anno scorso; sale il rischio di aspettative mancate.

BRASILE, RUSSIA E TURCHIA


L’analisi dei mercati emergenti si sposta in Brasile che ha condannato l’attacco russo in Ucraina ma si tiene neutrale, senza partecipare alle sanzioni. Il Brasile importa il 22% del suo fabbisogno di fertilizzanti dalla Russia. “In cambio, l'industria mineraria brasiliana stessa potrebbe però beneficiare dei prezzi più alti delle materie prime”, spiegano gli analisti di Raiffeisen. L’economia russa subirà la contrazione più forte a causa del conflitto: il Cremlino era preparato alle dure sanzioni occidentali ma, si chiedono gli analisti, forse ha comunque sbagliato i calcoli? La richiesta di pagare il gas in rubli è stata per ora declinata dall’Europa. Chiudiamo con la Turchia, che sta ospitando in questi giorni i negoziati. Ankara si sta rafforzando a livello geopolitico grazie al conflitto in Ucraina. “Il mercato non è caro nemmeno in termini fondamentali”, conclude il report. “Il problema più grande degli investitori stranieri è quanto un ulteriore deprezzamento della lira si mangerebbe dell’eventuale guadagno nominale dei corsi”. Dall'inizio dell'anno, tuttavia, è sorprendentemente stabile.

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