Nessuna recessione

AllianzGI: "Azioni interessanti anche se rallenta la crescita"

Previsto un rallentamento della crescita globale ma non recessione, neppure in Europa. Ci vorrà tempo per adeguarsi allo shock da crisi ucraina, ma le azioni possono restare interessanti a medio termine

di Stefano Caratelli 3 Aprile 2022 10:00

financialounge -  AllianzGI azioni Crescita Morning News Stefan Rondorf
Al momento e per i prossimi mesi ci si deve aspettare un rallentamento della crescita globale, ma non una recessione. Questo vale anche per l’Europa, nonostante le più strette relazioni con Russia e Ucraina. Ma a tenere acceso un barlume di speranza sui mercati azionari e altre asset class rischiose sono i tassi reali, cioè al netto dell’inflazione, che potrebbero restare negativi ancora a lungo. Nonostante le criticità, le azioni potrebbero confermarsi interessanti nel medio periodo rispetto ad asset class come i titoli di Stato, fronte su cui non è stato ancora raggiunto il punto di svolta.

DALLA CRISI UCRAINA UNA NUOVA REALTÀ


È il punto d’arrivo proposto dall’outlook mensile di Allianz Global Investors, a cura di Stefan Rondorf, Senior Investment Strategy Global Economics & Strategy, che fa il punto sull’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, che probabilmente segnerà un punto di svolta per tutto il mondo occidentale. Secondo Rondorf è improbabile che gli investitori si adeguino alla nuova realtà dall’oggi al domani, perché ci sono troppe nuove domande a cui rispondere e obiettivi contrastanti da soppesare.

INFLAZIONE PROSSIMA A UN PUNTO DI SVOLTA


Gli investitori si chiedono cosa possono attendersi nei prossimi mesi su prezzi, economia e mercati. Secondo AllianzGI i tassi di inflazione appaiono prossimi a un punto di svolta. Già prima dell’escalation militare in Ucraina, erano molti i segnali che lasciavano presagire un’inflazione più diffusa e persistente, che ora dovrebbero intensificarsi per l’ulteriore aumento dei prezzi di energia e alimentari. Ma ci si deve comunque attendere che gli aumenti dei prezzi a un certo punto si normalizzeranno, anche se le sanzioni contro la Russia potrebbero causare nuovi problemi alle filiere e alle vie di trasporto.

RALLENTAMENTO MA CON AMMORTIZZATORI


Come conseguenza le prospettive economiche si sono indebolite, perché l’aumento dei prezzi incide sul reddito destinato ai consumi, le imprese hanno meno certezze e potrebbero rimandare le decisioni di investimento, mentre persistono anche i dubbi legati alla pandemia. Ma molti Paesi dovrebbero registrare una vivace domanda nei settori del tempo libero e dei viaggi. Inoltre, i risparmi accumulati nei lockdown dovrebbero compensare almeno in parte gli oneri legati all’aumento dei prezzi.

NIENTE RECESSIONE NEANCHE IN EUROPA


Tutto considerato, secondo l’esperto di AllianzGI, nei prossimi mesi dovremmo assistere ad una decelerazione della crescita globale, ma al momento non si parla di recessione. Questo vale anche per l’Europa, nonostante le relazioni più strette con Russia e Ucraina. E un rallentamento dovrebbe incidere anche sugli utili aziendali. Prima della crisi le stime di crescita degli utili nel 2022 dell’indice europeo Stoxx600 erano attorno al 9%, ora è più probabile una stagnazione.

IL DILEMMA DELLE BANCHE CENTRALI


Ma, sottolinea Rondorf, una recessione degli utili non è una conclusione prevedibile per l’Europa, in parte anche per l'effetto di bilanciamento derivante dall'aumento dei profitti nei settori dell'energia e delle materie prime. Il rialzo dell’inflazione e l’aumento dei rischi al ribasso per l’economia pongono le banche centrali di fronte a un dilemma. Bce e Fed sono per la lotta all’inflazione, almeno a parole.

NON SARÀ UN PERCORSO BREVE


In ogni caso, osserva nel suo outlook AllianzGI, entrambe hanno mantenuto una linea molto espansiva sino a poco tempo fa, e ora sono costrette a intervenire in tempi rapidi e con decisione, manovra che risulta piuttosto delicata. Il percorso verso una politica monetaria che frenerà l’inflazione a lungo termine e manterrà i tassi superiori al livello neutrale, che per gli Stati Uniti si presuppone ad esempio al 2,5% circa, non sarà un percorso breve.

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