Grande Fratello fiscale
Scattano i controlli del Fisco sulle spese dei figli che vivono in famiglia
Il Redditometro individua spese sospette in base al reddito dichiarato dal nucleo familiare. In caso di scostamento bisogna dimostrare che il maggiore reddito sia stato correttamente dichiarato
di Fabrizio Arnhold 11 Aprile 2022 15:01
Al Fisco non sfugge niente. Se in una famiglia ci sono figli che lavorano ma restano a casa con i genitori, allora è più probabile che scattino i controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate. Motivo? Il Fisco potrebbe decidere di controllare alcune spese, sostenute dal figlio, in caso ci sia il sospetto di un reddito non dichiarato correttamente, oppure se l’acquisto è palesemente al di sopra delle possibilità del nucleo familiare, secondo i dati delle ultime dichiarazioni dei redditi. Insomma, potrebbe esserci molto lavoro per il Redditometro.
Per prima cosa, partiamo dalla definizione. Il Redditometro è lo strumento con il quale il Fisco determina il reddito presunto del contribuente, in base alle spese che vengono effettuate nell’anno di imposta di riferimento. Per fare un esempio semplice, in una famiglia che dichiara 50mila euro di reddito complessivo, difficilmente passerà inosservato l’acquisto di uno yacht. L’accertamento dell’Agenzia delle Entrate scatta quando la differenza fra reddito dichiarato e quello accertato sia superiore al 20%.
L’attività di controllo da parte del Fisco si divide in due fasi. Si inizia dalla selezione del contribuente, identificando la famiglia di appartenenza, mettendo quindi insieme i redditi di tutti i componenti che concorrono al sostenimento delle spese. Poi inizia l’attività istruttoria, nella quale sono passati in esame tutti gli elementi utili alla ricostruzione del reddito. Per facilitare i controlli, il Grande Fratello fiscale divide le spese in spese certe (già note al Fisco, per esempio l’affitto o il mutuo); spese per elementi certi (l’acquisto della casa o dell’automobile); incrementi patrimoniali (gli investimenti, immobili, strumenti finanziari); quota di risparmio formatasi nell’anno.
Tutto quello che compriamo e come spendiamo i nostri soldi è noto al Fisco. Nel caso ci sia un figlio che lavora e vive ancora con i suoi genitori, può contribuire alle spese, senza preoccuparsi di sanzioni. C’è un rischio però, nel caso in qui il reddito di lavoro non è dichiarato. In questo caso ci sarà uno scostamento che difficilmente passerà inosservato agli occhi dall’Agenzia delle Entrate. In questo caso, per evitare guai, il maggiore reddito deve essere giustificato, oppure occorre dimostrare che si tratta di somme esenti da denuncia.
COME FUNZIONA IL REDDITOMETRO
Per prima cosa, partiamo dalla definizione. Il Redditometro è lo strumento con il quale il Fisco determina il reddito presunto del contribuente, in base alle spese che vengono effettuate nell’anno di imposta di riferimento. Per fare un esempio semplice, in una famiglia che dichiara 50mila euro di reddito complessivo, difficilmente passerà inosservato l’acquisto di uno yacht. L’accertamento dell’Agenzia delle Entrate scatta quando la differenza fra reddito dichiarato e quello accertato sia superiore al 20%.
IL REDDITO DELLA FAMIGLIA
L’attività di controllo da parte del Fisco si divide in due fasi. Si inizia dalla selezione del contribuente, identificando la famiglia di appartenenza, mettendo quindi insieme i redditi di tutti i componenti che concorrono al sostenimento delle spese. Poi inizia l’attività istruttoria, nella quale sono passati in esame tutti gli elementi utili alla ricostruzione del reddito. Per facilitare i controlli, il Grande Fratello fiscale divide le spese in spese certe (già note al Fisco, per esempio l’affitto o il mutuo); spese per elementi certi (l’acquisto della casa o dell’automobile); incrementi patrimoniali (gli investimenti, immobili, strumenti finanziari); quota di risparmio formatasi nell’anno.
OCCHIO AGLI SCOSTAMENTI
Tutto quello che compriamo e come spendiamo i nostri soldi è noto al Fisco. Nel caso ci sia un figlio che lavora e vive ancora con i suoi genitori, può contribuire alle spese, senza preoccuparsi di sanzioni. C’è un rischio però, nel caso in qui il reddito di lavoro non è dichiarato. In questo caso ci sarà uno scostamento che difficilmente passerà inosservato agli occhi dall’Agenzia delle Entrate. In questo caso, per evitare guai, il maggiore reddito deve essere giustificato, oppure occorre dimostrare che si tratta di somme esenti da denuncia.
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