Politica monetaria
Bce pronta per il rialzo dei tassi d'interesse: ecco quando potrebbe cominciare
Franck Dixmier, Global CIO Fixed Income di AllianzGI, prevede una focalizzazione maggiore sul contrasto all’inflazione da parte della Banca centrale europea
di Stefano Caratelli 14 Aprile 2022 07:55
Una BCE messa sotto pressione dall’inflazione dovrebbe annunciare chiaramente un ritorno ai fondamenti del suo mandato, vale a dire garantire la stabilità dei prezzi. Dovrebbe anche confermare la fine del programma di acquisti di asset nel terzo trimestre e ribadire la volontà di alzare i tassi in seguito. Non ci sarà un calendario per un rialzo dei tassi, ma la BCE potrebbe esprimere volontà di fare di più, se l'inflazione dovesse essere più forte e persistente del previsto, il che continuerebbe ad alimentare la correzione al rialzo dei tassi della Zona Euro.
Sono le principali indicazioni di un commento di Franck Dixmier, Global CIO Fixed Income di Allianz Global Investors, in vista della riunione della Banca guidata da Christine Lagarde. I mercati si aspettano due rialzi dei tassi da un quarto di punto ciascuno prima di fine anno, la BCE non dovrebbe dare una tempistica precisa ma potrebbe indicare la volontà di fare di più per contrastare l’inflazione se si rivelasse più tenace delle attese, alimentando così la correzione al rialzo dei tassi già in atto. In pratica Dixmier si aspetta un chiaro annuncio di ritorno ai fondamentali del mandato di assicurare la stabilità dei prezzi.
Dixmier ricorda che già a marzo la BCE aveva fatto un passo in direzione della normalizzazione monetaria accelerando il ritmo della riduzione degli acquisti, ma evitando di aprire la porta a un rialzo dei tassi nel terzo trimestre. Da allora però le condizioni sono cambiate, l’inflazione ha continuato a crescere sorprendendo al rialzo e alimentando le aspettative di ulteriori tensioni a medio termine. Nell’Eurozona sono ancora assenti pressioni salariali, ma è aumentato proprio il rischio di un’impennata delle aspettative d’inflazione, sottolinea l’esperto di AllianzGI.
Anche il contesto internazionale punta alla stretta monetaria, la Fed è molto determinate ad aumentare i tassi rapidamente e con decisione e a ridurre le dimensioni del bilancio gonfiato dagli acquisti di titoli. A questo si aggiungono le incertezze economiche e finanziarie legate alla volatilità seguita all’invasione russa dell’Ucraina, risultata in un ulteriore shock inflazionistico soprattutto per i prezzi di energia e alimentari. In queste condizioni, sottolinea Dixmier, sembra difficile che la BCE possa giustificare il proseguimento di una politica estremamente accomodante.
Per questo l’esperto di AllianzGI si aspetta dal meeting di metà aprile un ritorno ai fondamentali del mandato della BCE, vale a dire garantire la stabilità dei prezzi. Anche con un’inflazione in probabile decelerazione nei prossimi mesi, sarebbe inconcepibile secondo Dixmier che la BCE resti passiva di fronte alla corsa dei prezzi, anche perché la stabilità finanziaria, parte anch’essa del mandato della banca centrale, non sembra a rischio, visti i livelli di spread e indici di attività economica.
L’esperto di AllianzGI nota anche che la divergenza tra le diverse posizioni in seno alla BCE è aumentata, ma la bilancia sempre di più pende a favore di un rapido inasprimento monetario. Solo l’incertezza sul conflitto in Ucraina rimane a fare da possibile freno a un’azione rapida e decisa, rileva Dixmier in conclusione.
ATTESI DUE RIALZI ENTRO FINE ANNO
Sono le principali indicazioni di un commento di Franck Dixmier, Global CIO Fixed Income di Allianz Global Investors, in vista della riunione della Banca guidata da Christine Lagarde. I mercati si aspettano due rialzi dei tassi da un quarto di punto ciascuno prima di fine anno, la BCE non dovrebbe dare una tempistica precisa ma potrebbe indicare la volontà di fare di più per contrastare l’inflazione se si rivelasse più tenace delle attese, alimentando così la correzione al rialzo dei tassi già in atto. In pratica Dixmier si aspetta un chiaro annuncio di ritorno ai fondamentali del mandato di assicurare la stabilità dei prezzi.
RISCHIO DI AUMENTO DELLE ATTESE D’INFLAZIONE
Dixmier ricorda che già a marzo la BCE aveva fatto un passo in direzione della normalizzazione monetaria accelerando il ritmo della riduzione degli acquisti, ma evitando di aprire la porta a un rialzo dei tassi nel terzo trimestre. Da allora però le condizioni sono cambiate, l’inflazione ha continuato a crescere sorprendendo al rialzo e alimentando le aspettative di ulteriori tensioni a medio termine. Nell’Eurozona sono ancora assenti pressioni salariali, ma è aumentato proprio il rischio di un’impennata delle aspettative d’inflazione, sottolinea l’esperto di AllianzGI.
DIFFICILE GIUSTIFICARE LINEA ACCOMODANTE
Anche il contesto internazionale punta alla stretta monetaria, la Fed è molto determinate ad aumentare i tassi rapidamente e con decisione e a ridurre le dimensioni del bilancio gonfiato dagli acquisti di titoli. A questo si aggiungono le incertezze economiche e finanziarie legate alla volatilità seguita all’invasione russa dell’Ucraina, risultata in un ulteriore shock inflazionistico soprattutto per i prezzi di energia e alimentari. In queste condizioni, sottolinea Dixmier, sembra difficile che la BCE possa giustificare il proseguimento di una politica estremamente accomodante.
INCONCEPIBILE CHE LA BCE RESTI PASSIVA
Per questo l’esperto di AllianzGI si aspetta dal meeting di metà aprile un ritorno ai fondamentali del mandato della BCE, vale a dire garantire la stabilità dei prezzi. Anche con un’inflazione in probabile decelerazione nei prossimi mesi, sarebbe inconcepibile secondo Dixmier che la BCE resti passiva di fronte alla corsa dei prezzi, anche perché la stabilità finanziaria, parte anch’essa del mandato della banca centrale, non sembra a rischio, visti i livelli di spread e indici di attività economica.
RESTA SOLO IL FATTORE UCRAINA
L’esperto di AllianzGI nota anche che la divergenza tra le diverse posizioni in seno alla BCE è aumentata, ma la bilancia sempre di più pende a favore di un rapido inasprimento monetario. Solo l’incertezza sul conflitto in Ucraina rimane a fare da possibile freno a un’azione rapida e decisa, rileva Dixmier in conclusione.