Carlo Benetti

GAM: su mercati e risparmiatori torna lo spettro del rischio geopolitico

Carlo Benetti, Market Specialist di GAM SGR, analizza la nuova fase di de-globalizzazione e l’impatto dell’inflazione sul lato dell’offerta, ed esprime una preferenza per le azioni come forma di protezione

di Stefano Caratelli 14 Aprile 2022 19:30

financialounge -  Carlo Benetti GAM rischio geopolitico
La libertà di movimento di capitali, merci e persone ha avuto nei secoli un andamento simile alle maree, con innalzamenti seguiti da arretramenti. La globalizzazione non è un fenomeno nuovo, la prima risale all’antica Roma, con la realizzazione del sistema stradale iniziata nel terzo secolo avanti Cristo e fondata sulla forza economica e militare. Il nuovo arretramento della marea coincide con la deglobalizzazione che sembra annunciarsi, l’ordine globale smette di convergere e si frantuma, gli antagonismi tra paesi o blocchi prevalgono sulla cooperazione e isolamenti sospettosi producono nuove inefficienze e maggiori costi.

INFLAZIONE NUOVA PROTAGONISTA


Parte da qui un commento di Carlo Benetti, Market Specialist di GAM SGR, che segnala il rapido balzo dell’inflazione negli Stati Uniti dal 2011 ai massimi da quarant’anni sulla spinta di tre fattori eccezionali e temporanei: le misure di sostegno a consumatori e piccole imprese, la carenza di manodopera, con molti lavoratori a casa per il Covid e, potentissima terza forza, la sorprendente ripresa della domanda che ha trovato impreparata l’offerta. Questo ha generato la “supply-side inflation”, secondo Benetti vera protagonista della scena economica. I banchieri centrali a partire dalla Fed sono preoccupati e intendono procedere con decisione, alzando i tassi e riducendo i bilanci gonfiati dagli acquisti di titoli.

L’IMPATTO DELLA GUERRA IN UCRAINA


Questo dovrebbe favorire l’aumento dei tassi a lungo termine e affrettare il recupero della Fed. Intanto la guerra in Ucraina sconquassa vite, destini e prospettive, con il costo delle materie prime e il rallentamento degli scambi commerciali che costituiscono i due maggiori ostacoli alla crescita globale. L’esperto di GAM SGR sottolinea che il rallentamento riguarda anche la Cina, perché la guerra in Ucraina e i contagi della variante Omicron costituiscono due imprevedibili minacce ai piani di Pechino fondati sui tre pilastri della crescita, della sconfitta del Covid, e della competizione-sfida con gli Stati Uniti.

IN CINA E IN EUROPA RALLENTAMENTO STRUTTURALE


In Cina, la lotta al Covid perseguita con ostinata durezza sta registrando forti contraccolpi, il lockdown imposto a Shanghai costituisce un ulteriore inciampo al funzionamento delle catene di fornitura e le proteste dei cittadini sono un colpo inatteso all’autorità del governo e dello stesso Xi Jinping. Per la leadership politica cinese, osserva Benetti, l’avanzamento e lo sviluppo sono indispensabili, eppure anche la Cina, come l’Europa, fronteggia il probabile il rallentamento strutturale a causa della sfavorevole struttura demografica.

INVESTIRE IN AZIONI PER PROTEGGERE IL CAPITALE


Con uno scenario estremamente incerto, secondo l’esperto di GAM SGR la sfida principale è la protezione del capitale contro l’inflazione. L’evidenza storica mostra che uno dei modi migliori è l’investimento azionario, in particolare nei settori che possono esercitare un potere di prezzo come i beni di consumo discrezionali e la tecnologia. Ma nel 2022 gli investitori hanno assistito anche al ritorno del rischio politico, fino ad oggi considerato e valutato solo in relazione ai paesi emergenti.

LA GEOPOLITICA TORNATA UN FATTORE


I protagonisti degli ultimi decenni non sono stati i governi e le leadership politiche, ma i banchieri centrali, osserva Benetti. Ma oggi invece, sottolinea in conclusione l’esperto di GAM SGR, per la prima volta dalla fine della Guerra Fredda, i risparmiatori dovranno tener conto anche della geopolitica nelle loro valutazioni di investimento.

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