L'analisi

Perché le elezioni francesi non sono un vero rischio per i mercati

Edmond de Rothschild vede impatto limitato persino in caso di vittoria di Le Pen ma ha comunque ridotto l’esposizione ai titoli di Stato francesi e periferici, perché la pressione sulla BCE potrebbe ampliare gli spread

di Stefano Caratelli 15 Aprile 2022 07:55

financialounge -  Benjamin Melman Edmond de Rothschild elezioni francia Emmanuel Macron Marine Le Pen Morning News
Il secondo turno delle presidenziali francesi ripropone il confronto tra Macron e Le Pen, ma a differenza del 2017 con meno punti interrogativi. Questa volta il presidente uscente è il candidato della continuità, mentre la sua concorrente non parla più di ‘Frexit’, versione transalpina della Brexit. Inoltre, sembra improbabile che i due siano in grado di garantirsi una maggioranza all’Assemblea Nazionale. Come risultato, si può essere tentati di ignorare i rispettivi programmi visto che entrambi dovranno scendere a compromessi per avere una maggioranza parlamentare funzionante, ammesso che si riesca a formarla.

PUNTI IN COMUNE DEI DUE PROGRAMMI


Benjamin Melman, Global CIO Asset Management di Edmond de Rothschild, si chiede se a questo punto il secondo turno delle presidenziali francesi possa addirittura essere ignorato dagli investitori. I programmi di Macron e Le Pen hanno diversi punti in comune, nota Melman, come meno tasse sul mondo produttivo e sulle eredità, e lo ‘spezzatino’ delle licenze televisive, mentre la nazionalizzazione delle autostrade è un’esclusiva della Le Pen. Quest’ultima misura avrebbe un impatto sulle società interessate e anche un costo importante per i conti pubblici, già appesantiti dagli stimoli, mentre Macron bilancerebbe in parte il taglio alle tasse con la riforma delle pensioni.

POCHI MARGINI DI BILANCIO


La Francia ha pochi margini di manovra visto che il deficit pubblico viaggia al 6,5% del PIL nel 2021, e con la BCE che si prepara a far venir meno il supporto monetario ci sarà un impatto sugli spread dei rendimenti del debito. Detto questo però, l’esperto di Edmond de Rothschild non si aspetta reazioni eccessive del mercato, almeno nell’immediato. Tutto sommato sono promesse elettorali destinate ad essere riviste una volta che si sarà formata anche una maggioranza in Parlamento. Per questo non è il caso di focalizzarsi su questioni macroeconomiche.

L’EUROPA PUÒ FARE LA DIFFERENZA


Quello che potrebbe invece fare la differenza è la posizione sull’Europa. La campagna elettorale di Le Pen non ha concesso molto spazio ai temi europei ma parti del suo programma pongono una serie di interrogativi: ritorno ai controlli di frontiera, taglio ai contributi francesi alla Commissione Europea, e fine della prevalenza della legislazione europea su quella francese.

TEMPORANEO EFFETTO PARALISI


Ma, osserva l’esperto di Edmond de Rothschild, per implementare queste proposte Le Pen non ha solo bisogno di una maggioranza all’Assemblea Nazionale, ma anche del sostegno dei partner europei, che certamente non verrà concesso. Perfino Ungheria e Polonia, favorevoli a limitare la prevalenza della legge comunitaria, si oppongono invece ai tagli dei contributi nazionali a Bruxelles. Il risultato sarebbe un effetto paralisi temporaneo a livello di Eurozona.

SPREAD FRANCESE CONTENUTO


Una vittoria della Le Pen farebbe comunque aumentare la volatilità non solo sui titoli di Stato francesi, ma anche sugli altri periferici, come quelli italiani, mentre aumenterebbe ancora il premio pagato ai Bund tedeschi, almeno fino a che la paralisi non verrà superata. Melman osserva che per ora lo spread di rendimento tra i titoli di Stato francesi e tedeschi è pari solo alla metà dei livelli che aveva toccato nel 2017, quando c’erano maggiori incertezze su entrambi i candidati, mentre sull’azionario la Borsa di Parigi ha subito solo un paio di sedute a maggior volatilità rispetto al resto d’Europa.

TROPPI "SE" ANCHE SE VINCE LE PEN


Alla fine, l’esperto di Edmond de Rothschild elenca tre condizioni che si devono verificare perché il rischio Le Pen vada oltre quanto già prezzato dai mercati: primo deve vincere, secondo deve avere una maggioranza parlamentare che la supporti, terzo deve restar fedele al programma per quanto riguarda l’Europa. Troppi ‘se’, per cui è difficile che lo scenario si concretizzi.

RIDOTTA L’ESPOSIZIONE ANCHE PER RISCHIO BCE


In ogni caso, Edmond de Rothschild ha ridotto l’esposizione sia ai titoli di Stato francesi che a quelli dei paesi periferici dell’Eurozona. Anche senza rischio politico, sottolinea in conclusione Melman, le pressioni sulla BCE per una politica restrittiva possono comunque provocare un allargamento degli spread nei confronti della Germania.

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