Investimenti in prospettiva
abrdn: "Ecco quattro motivi per investire nelle azioni dei mercati emergenti"
abrdn presenta una analisi secondo la quale se da un lato le turbolenze freneranno la crescita globale, le azioni dei mercati emergenti potrebbero offrire delle interessanti opportunità
di Francesco Rapetti 21 Aprile 2022 18:30
Secondo la multinazionale scozzese dell'investimento abrdn, nonostante i mercati siano scossi da diverse turbolenze, in particolare tensioni geopolitiche e inflazione, le azioni dei mercati emergenti potrebbero andare controcorrente mostrando una situazione complessiva non necessariamente negativa, riservando persino delle opportunità interessanti. Ecco le quattro motivazioni che abrdn ha individuato per confermare questa vision.
A causa del balzo registrato dai prezzi del petrolio e di altre materie prime per effetto della guerra in Ucraina, l'inflazione, che era già elevata, ha registrato una forte impennata e per tale motivo la Federal Reserve è ora più decisa che mai a frenare la corsa dei prezzi. Le banche di diversi paesi emergenti hanno adottato un orientamento proattivo e hanno già messo in atto un rialzo dei tassi ben prima della Fed. Di conseguenza, anche se con ogni probabilità la guerra in Ucraina allontana possibili allentamenti futuri (a causa dell'accelerazione dell'inflazione), per molti di questi mercati l'esigenza di tenere il passo con la Fed dovrebbe essere minore. In secondo luogo, oggi gran parte di queste economie si trova in condizioni decisamente migliori per far fronte alle strette monetarie USA, grazie alla maggiore solidità delle proprie bilance con l'estero.
La crescita interna cinese risente della perdurante crisi del settore immobiliare e della rigida politica zero-covid. Ciò nonostante, Pechino ha ampio margine di manovra per fornire sostegno all'economia con misure monetarie e fiscali. Per quanto riguarda le prospettive future, i rischi aggiuntivi creati dalla guerra in Ucraina corroborano la necessità di un costante sostegno all'economia da parte del governo centrale cinese. Le attese di un'attenuazione della stretta normativa, che ha gravemente danneggiato il settore high-tech nazionale, sono confermate dal recente appello rivolto dal vice-premier cinese Liu He ai responsabili degli enti di regolamentazione affinché adottino un approccio più "standardizzato, trasparente e prevedibile".
Intanto, sul fronte della politica interna vale la pena ricordare che il prossimo trimestre verrà probabilmente confermato il terzo mandato del presidente Xi Jinping a leader del partito e questo fa prevedere che per le autorità sarà necessario poter dimostrare che l'economia sia stabile con il conseguimento dell'obiettivo ufficiale di crescita del 5,5% per l'anno in corso.
Tutti questi fattori avallano la tesi che le azioni cinesi, che rappresentano quasi il 32% dell'indice MSCI EM, registreranno un andamento molto più solido nel resto dell'anno.
La portata e le dimensioni dello shock causato dai prezzi delle materie prime e dall'inflazione è chiaramente negativo per l'economia globale nel suo complesso. Detto questo, occorre sottolineare che un rialzo strutturale dei prezzi delle materie prime rappresenta un trasferimento di ricchezza dai paesi consumatori a quelli produttori, molti dei quali fanno parte del complesso emergente. Ad esempio, l'aumento dei prezzi delle materie prime tende a favorire molte economie dell'America Latina, ma ha un impatto negativo sulla maggior parte dei paesi asiatici, che sono per lo più consumatori di queste materie.
Per gli investitori attivi questi diversi impatti possono costituire interessanti occasioni di sovraperformance rispetto agli indici.
In parte a causa della loro sostanziale sottoperformance a partire dal 2021, oggi le azioni emergenti sono nettamente più convenienti di quelle della maggior parte degli altri mercati azionari globali. Ad esempio, oggi l'indice MSCI EM quota a uno sconto del 33% (P/E di 11,7) rispetto al rapporto prezzo/utili del 17,4 del più ampio indice MSCI World. Indicativo il rapporto prezzo/valore contabile di 1,80 dell'indice MSCI EM che risulta essere del 41% inferiore al 3,07 dell'indice MSCI World.
Il contesto di stimolo proattivo delle autorità cinesi, la prospettiva di minori interventi da parte degli enti regolamentari e la stabilizzazione del mercato immobiliare ci inducono a ritenere che le azioni cinesi abbiano valide probabilità di riprendere quota, mettendo a segno un rialzo potenzialmente significativo nei prossimi trimestri.
In conclusione abrdn evidenzia che dopo un periodo di netta sottoperformance, le azioni emergenti oggi appaiono convenienti rispetto a quelle della maggior parte degli altri mercati. Il divario di valutazione viene ritenuto da abrdn come destinato ad assottigliarsi e questa ipotesi è corroborata dal fatto che in molti mercati emergenti il ciclo di inasprimento monetario è già in fase avanzata. Inoltre, la prospettiva di nuovi stimoli monetari, minori interventi sul fronte regolamentare e la stabilizzazione del mercato immobiliare dell'importantissimo mercato cinese potrebbe favorire una robusta ripresa nel resto dell'anno. Ad ogni modo, abrdn ritiene che nei periodi di volatilità elevata come quello attuale sia consigliabile adottare un approccio selettivo per far fronte ai molteplici rischi che si prospettano all'orizzonte.
1. IL CICLO DEI TASSI DEI MERCATI EMERGENTI RISPETTO A QUELLO USA
A causa del balzo registrato dai prezzi del petrolio e di altre materie prime per effetto della guerra in Ucraina, l'inflazione, che era già elevata, ha registrato una forte impennata e per tale motivo la Federal Reserve è ora più decisa che mai a frenare la corsa dei prezzi. Le banche di diversi paesi emergenti hanno adottato un orientamento proattivo e hanno già messo in atto un rialzo dei tassi ben prima della Fed. Di conseguenza, anche se con ogni probabilità la guerra in Ucraina allontana possibili allentamenti futuri (a causa dell'accelerazione dell'inflazione), per molti di questi mercati l'esigenza di tenere il passo con la Fed dovrebbe essere minore. In secondo luogo, oggi gran parte di queste economie si trova in condizioni decisamente migliori per far fronte alle strette monetarie USA, grazie alla maggiore solidità delle proprie bilance con l'estero.
2. SOSTEGNO MONETARIO ANTICICLICO IN CINA
La crescita interna cinese risente della perdurante crisi del settore immobiliare e della rigida politica zero-covid. Ciò nonostante, Pechino ha ampio margine di manovra per fornire sostegno all'economia con misure monetarie e fiscali. Per quanto riguarda le prospettive future, i rischi aggiuntivi creati dalla guerra in Ucraina corroborano la necessità di un costante sostegno all'economia da parte del governo centrale cinese. Le attese di un'attenuazione della stretta normativa, che ha gravemente danneggiato il settore high-tech nazionale, sono confermate dal recente appello rivolto dal vice-premier cinese Liu He ai responsabili degli enti di regolamentazione affinché adottino un approccio più "standardizzato, trasparente e prevedibile".
Intanto, sul fronte della politica interna vale la pena ricordare che il prossimo trimestre verrà probabilmente confermato il terzo mandato del presidente Xi Jinping a leader del partito e questo fa prevedere che per le autorità sarà necessario poter dimostrare che l'economia sia stabile con il conseguimento dell'obiettivo ufficiale di crescita del 5,5% per l'anno in corso.
Tutti questi fattori avallano la tesi che le azioni cinesi, che rappresentano quasi il 32% dell'indice MSCI EM, registreranno un andamento molto più solido nel resto dell'anno.
3. L'AUMENTO DEI PREZZI DELLE MATERIE PRIME FAVORISCE ALCUNI MERCATI EMERGENTI
La portata e le dimensioni dello shock causato dai prezzi delle materie prime e dall'inflazione è chiaramente negativo per l'economia globale nel suo complesso. Detto questo, occorre sottolineare che un rialzo strutturale dei prezzi delle materie prime rappresenta un trasferimento di ricchezza dai paesi consumatori a quelli produttori, molti dei quali fanno parte del complesso emergente. Ad esempio, l'aumento dei prezzi delle materie prime tende a favorire molte economie dell'America Latina, ma ha un impatto negativo sulla maggior parte dei paesi asiatici, che sono per lo più consumatori di queste materie.
Per gli investitori attivi questi diversi impatti possono costituire interessanti occasioni di sovraperformance rispetto agli indici.
4. VALUTAZIONI RELATIVE INTERESSANTI
In parte a causa della loro sostanziale sottoperformance a partire dal 2021, oggi le azioni emergenti sono nettamente più convenienti di quelle della maggior parte degli altri mercati azionari globali. Ad esempio, oggi l'indice MSCI EM quota a uno sconto del 33% (P/E di 11,7) rispetto al rapporto prezzo/utili del 17,4 del più ampio indice MSCI World. Indicativo il rapporto prezzo/valore contabile di 1,80 dell'indice MSCI EM che risulta essere del 41% inferiore al 3,07 dell'indice MSCI World.
Il contesto di stimolo proattivo delle autorità cinesi, la prospettiva di minori interventi da parte degli enti regolamentari e la stabilizzazione del mercato immobiliare ci inducono a ritenere che le azioni cinesi abbiano valide probabilità di riprendere quota, mettendo a segno un rialzo potenzialmente significativo nei prossimi trimestri.
LE CONCLUSIONI DI ABRDN
In conclusione abrdn evidenzia che dopo un periodo di netta sottoperformance, le azioni emergenti oggi appaiono convenienti rispetto a quelle della maggior parte degli altri mercati. Il divario di valutazione viene ritenuto da abrdn come destinato ad assottigliarsi e questa ipotesi è corroborata dal fatto che in molti mercati emergenti il ciclo di inasprimento monetario è già in fase avanzata. Inoltre, la prospettiva di nuovi stimoli monetari, minori interventi sul fronte regolamentare e la stabilizzazione del mercato immobiliare dell'importantissimo mercato cinese potrebbe favorire una robusta ripresa nel resto dell'anno. Ad ogni modo, abrdn ritiene che nei periodi di volatilità elevata come quello attuale sia consigliabile adottare un approccio selettivo per far fronte ai molteplici rischi che si prospettano all'orizzonte.