Gli effetti sull'economia

PGIM: dalla crisi ucraina rischi di recessione, Europa più esposta

Il Global macroeconomic outlook di Katharine Neiss, European Chief Economist di PGIM Fixed Income, vede un impatto differenziato con gli USA più protetti e vincitori e vinti anche tra gli emergenti, esclusa la Cina

di Stefano Caratelli 2 Maggio 2022 11:38

financialounge -  daily news energia stagflazione
Le prospettive economiche globali si sono appesantite per le complicazioni aggiunte dall’invasione russa dell’Ucraina, che inducono ad aspettarsi una crescita più lenta e maggiori pressioni inflazionistiche rispetto al quadro che si delineava a inizio anno. La visione d’insieme è precaria, e se dovessero materializzarsi ulteriori rischi al ribasso, i recenti movimenti tettonici potrebbero spingere diverse regioni del pianeta in recessione.

L’ISOLAMENTO BENEFICIA GLI USA


Sono le conclusioni del Global macroeconomic outlook di Katharine Neiss, European Chief Economist di PGIM Fixed Income, che sottolinea come l’economia USA sia molto più isolata dal conflitto, in quanto esportatrice netta di energia con esposizione minima agli scambi con la Russia, per cui l’impatto immediato dovrebbe essere sostanzialmente assente, anche per l’ammortizzatore rappresentato dalla forza con cui l’economia è entrata in questa fase di crisi. Neiss aggiunge però che prezzi elevati di energia e alimentari spingono ulteriormente l’inflazione al rialzo e mettono sotto pressione i redditi reali delle famiglie, mentre lo stimolo fiscale è esaurito e le condizioni finanziarie si restringono. Per cui si aspetta che la domanda rallenti nell’anno a venire, aiutando ad allentare le pressioni inflazionistiche.

MOVIMENTO TETTONICO GIÀ IN CORSO


In generale, lo shock della guerra è arrivato sull’economia globale mentre era già in corso un movimento tettonico verso alta inflazione, crescita in rallentamento e smantellamento degli stimoli fiscali e monetari. L’incerta evoluzione del conflitto in Ucraina, con i suoi costi in vite umane, 4 milioni di rifugiati, e il trauma subito in particolare dai più giovani e vulnerabili, è causa di forte preoccupazione. Una soluzione sembra ancora lontana, mentre il rischio di ulteriori escalation, compresa l’imposizione di sanzioni secondarie, rimane.

ENERGIA RUSSA CHIAVE


Non è chiaro neppure l’impatto economico della guerra, trasmesso su canali chiave, dall’energia e altre importanti commodity, agli scambi commerciali, ai legami finanziari, con deterioramento della fiducia e delle catene di distribuzione globali. Sono effetti indotti difficili da quantificare e che potrebbero essere non lineari, come insegna l’esperienza. La Russia è un fornitore chiave di energia, la sola Europa ne dipende per circa il 25% del suo fabbisogno, mentre insieme all’Ucraina è anche un fornitore chiave di importanti commodity, come fertilizzanti, granaglie e metalli preziosi.

AUMENTATO IL RISCHIO STAGFLAZIONE


Anche il ruolo della politica è fonte di incertezza. Mentre il mondo impara a convivere con il Covid, governi e banche centrali hanno iniziato a ritirare le misure straordinarie di supporto degli anni scorsi. Finora non sembra che la guerra sia in grado di far dirottare da questa svolta, anzi le banche centrali vanno avanti sulla linea restrittiva per ancorare le aspettative di economie in forte crescita e con alta inflazione. Ma secondo l’analisi di PGIM i rischi di stagflazione globale sono aumentati sensibilmente con la possibilità di una recessione in Europa al 50%.

IMPATTO FORTE E ASIMMETRICO IN EUROPA


Dipende dalla continuità degli approvvigionamenti energetici dalla Russia. PGIM stima che una transizione ordinata verso una minor dipendenza energetica dalla Russia si tradurrebbe in un freno alla crescita su un arco pluriennale per cui ha abbassato le stime sul PIL europeo del 2022 al 2,7% dal 4,2% pre-bellico. Sarà un impatto asimmetrico, con Germania e Olanda particolarmente esposte sia sul fronte energia che degli scambi. Anche l’Italia rappresenta un punto vulnerabile per la crescita e la coesione europee. Ma se la chiusura del rubinetto russo dovesse essere totale, PGIM si aspetta un impatto su produzione e domanda che spingerebbe il PIL annuale europeo in territorio negativo.

VINCITORI E VINTI TRA GLI EMERGENTI


Cina esclusa, secondo Neiss il conflitto in Ucraina sta dividendo le economie emergenti tra vincitori, vinti, e chi avrà un esito misto. Tra i possibili beneficiari gli esportatori di commodity, come Colombia e Nigeria, mentre molti altri, tra cui Tunisia e Cile, hanno visto salire molto il costo di beni essenziali, con la conseguenza di tensioni sociali e richieste di aiuto alla comunità internazionale, come nel caso di Sri Lanka e Egitto. Infine c’è chi trarrà vantaggio in quanto esportatore di petrolio e gas ma soffrirà per il costo più elevato di generi alimentari.

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