Investimenti azionari
Candriam: le azioni cinesi potrebbero fare meglio delle Borse globali
Thibaut Dorlet, CFA, Senior Fund Manager di Candriam, ritiene che molta negatività sia prezzata e si aspetta un flusso di notizie positive, anche se avverte su possibili difficoltà strutturali nel lungo termine per la Cina
di Stefano Caratelli 4 Maggio 2022 07:55
In un contesto globale difficile per gli asset a rischio, nei prossimi mesi le azioni cinesi potrebbero sovraperformare le azioni globali, poiché molta negatività sembra essere già nei prezzi. Un flusso di notizie positive, insieme all'allentamento delle politiche monetarie e a condizioni di credito incoraggianti, potrebbe sostenere le azioni cinesi, a differenza di altre regioni in cui le condizioni finanziarie sono state inasprite come Stati Uniti e Europa, mentre anche la fine delle misure di lockdown dovrebbe aiutare.
Sono le conclusioni dell’analisi di Thibaut Dorlet, CFA, Senior Fund Manager di Candriam, che avverte però che sul lungo termine, le azioni cinesi potrebbero trovarsi in difficoltà strutturali, per il processo di “de-globalizzazione” accelerato a seguito di pandemia e guerra in Ucraina. Inoltre, la posizione della Cina nei confronti della Russia potrebbe danneggiare le relazioni con le economie occidentali e la bilancia commerciale. Dopo il successo della strategia anti COVID, negli ultimi mesi, le azioni cinesi hanno sottoperformato il mercato globale.
Nel 2021 le azioni cinesi avevano risentito delle misure di inasprimento normativo in varie aree d'investimento chiave, con il collasso di Evergrande. Con il 2022, gli investitori in Cina hanno dovuto affrontare altre sfide originate dalla politica di Pechino, e poi l’aggressione russa in Ucraina, che mette alla prova la percepita neutralità della Cina e accresce la possibilità di ritorsioni occidentali. Infine la goccia che ha fatto traboccare con l'ultima ondata di Omicron e il ritorno alla strategia iniziale di zero COVID con conseguenti lockdown, che hanno fatto cadere l’attività produttiva.
Ma le ultime notizie negative giunte sulla situazione COVID a Shanghai e i lockdown a Pechino non hanno riportato le azioni cinesi ai minimi di marzo, nota l’esperto di Candriam. E ciò potrebbe suggerire che quel ribasso fosse dovuto a una capitolazione degli investitori locali. Dorlet osserva che ora le indicazioni del mercato sul futuro sono relativamente positive, e prevede che i casi di COVID diminuiscano, man mano che il clima diventerà più caldo e i lockdown si attenueranno.
Inoltre, gli stimoli fiscali e monetari hanno già contribuito a spingere il PIL del primo trimestre sopra le aspettative. Le autorità dovrebbero accelerare le misure di allentamento, per attenuare gli effetti dei lockdown. La Banca centrale cinese ha tagliato il coefficiente di riserva obbligatoria delle banche di 25 punti base, e quello sui depositi valutari dell’1%. Tutte misure che secondo Dorlet accelereranno rapidamente, con la progressiva conclusione dei lockdown.
Gli investitori hanno ridotto l'esposizione al mercato cinese e aumentato il posizionamento al ribasso. Il sentiment resta su livelli relativamente bassi, con valutazioni vicine ai minimi della crisi del COVID. E anche se il governo continua a puntare su un PIL al 5,5% nel 2022, le previsioni si attestano al 4,9%, dimostrando scarsa la fiducia nel raggiungimento dell'obiettivo ufficiale. Ma al 20° Congresso del Partito Comunista che si terrà nel secondo trimestre Xi Jinping potrebbe presto accelerare il sostegno fiscale e monetario, per garantirsi la rielezione.
IL PESO DI GUERRA E DEGLOBALIZZAZIONE
Sono le conclusioni dell’analisi di Thibaut Dorlet, CFA, Senior Fund Manager di Candriam, che avverte però che sul lungo termine, le azioni cinesi potrebbero trovarsi in difficoltà strutturali, per il processo di “de-globalizzazione” accelerato a seguito di pandemia e guerra in Ucraina. Inoltre, la posizione della Cina nei confronti della Russia potrebbe danneggiare le relazioni con le economie occidentali e la bilancia commerciale. Dopo il successo della strategia anti COVID, negli ultimi mesi, le azioni cinesi hanno sottoperformato il mercato globale.
L’ULTIMA ONDATA DI CONTAGI
Nel 2021 le azioni cinesi avevano risentito delle misure di inasprimento normativo in varie aree d'investimento chiave, con il collasso di Evergrande. Con il 2022, gli investitori in Cina hanno dovuto affrontare altre sfide originate dalla politica di Pechino, e poi l’aggressione russa in Ucraina, che mette alla prova la percepita neutralità della Cina e accresce la possibilità di ritorsioni occidentali. Infine la goccia che ha fatto traboccare con l'ultima ondata di Omicron e il ritorno alla strategia iniziale di zero COVID con conseguenti lockdown, che hanno fatto cadere l’attività produttiva.
INDICAZIONI POSITIVE SUL FUTURO
Ma le ultime notizie negative giunte sulla situazione COVID a Shanghai e i lockdown a Pechino non hanno riportato le azioni cinesi ai minimi di marzo, nota l’esperto di Candriam. E ciò potrebbe suggerire che quel ribasso fosse dovuto a una capitolazione degli investitori locali. Dorlet osserva che ora le indicazioni del mercato sul futuro sono relativamente positive, e prevede che i casi di COVID diminuiscano, man mano che il clima diventerà più caldo e i lockdown si attenueranno.
MISURE MONETARIE E FISCALI DI SOSTEGNO
Inoltre, gli stimoli fiscali e monetari hanno già contribuito a spingere il PIL del primo trimestre sopra le aspettative. Le autorità dovrebbero accelerare le misure di allentamento, per attenuare gli effetti dei lockdown. La Banca centrale cinese ha tagliato il coefficiente di riserva obbligatoria delle banche di 25 punti base, e quello sui depositi valutari dell’1%. Tutte misure che secondo Dorlet accelereranno rapidamente, con la progressiva conclusione dei lockdown.
ATTESA PER XI A CONGRESSO
Gli investitori hanno ridotto l'esposizione al mercato cinese e aumentato il posizionamento al ribasso. Il sentiment resta su livelli relativamente bassi, con valutazioni vicine ai minimi della crisi del COVID. E anche se il governo continua a puntare su un PIL al 5,5% nel 2022, le previsioni si attestano al 4,9%, dimostrando scarsa la fiducia nel raggiungimento dell'obiettivo ufficiale. Ma al 20° Congresso del Partito Comunista che si terrà nel secondo trimestre Xi Jinping potrebbe presto accelerare il sostegno fiscale e monetario, per garantirsi la rielezione.