Investimenti e politica monetaria

Rendimenti dei bond in crescita, ma ancora poco attraenti per gli investitori retail

Secondo Volker Schmidt, Senior Portfolio Manager di Ethenea, senza acquisti della Bce è probabile che gli emittenti cerchino altri acquirenti e modi per attirare gli investitori, ma l’appeal per gli investitori privati resta comunque scarso

di Stefano Caratelli 6 Maggio 2022 12:43

financialounge -  bond daily news Ethenea Volker Schmidt
Alta inflazione e tassi in aumento disincentivano l’investimento sia in titoli sovrani che corporate bond, ma la fine del programma di acquisti della Bce potrebbe aprire delle opportunità. L'offerta di obbligazioni infatti non diminuirà, ma saranno necessari nuovi acquirenti, e per attrarli gli emittenti potrebbero offrire una remunerazione più elevata. Volker Schmidt, Senior Portfolio Manager di Ethenea, ricorda che per molti anni gli investitori istituzionali hanno dominato il mercato delle obbligazioni, anche perché nessun piccolo investitore può fare qualcosa con i rendimenti negativi.

GLI ISTITUZIONALI SPESSO ‘DEVONO’ COMPRARE


Gli investitori professionali hanno continuato a comprare obbligazioni in euro per diverse ragioni: mancanza di alternative e vincoli statutari, come le assicurazioni, i fondi pensione, i fondi obbligazionari puri o multi-asset, diversificazione, copertura o come fonte di performance di prezzo. Nel 2019  le obbligazioni hanno registrato guadagni anche senza una domanda aggiuntiva forte da parte della Bce, mentre nel 2020 la spinta è arrivata in gran parte dagli acquisti del Pepp, ma nel 2021 i portafogli con ampia esposizione ai bond hanno registrato una perdita poco sotto il 3% e nei primi mesi del 2022 di circa l'8%”.

AL RETAIL RIMANE POCO


Alla luce di ciò, Schmidt valuta le opportunità di rendimento per gli investitori retail come piuttosto basse, anche se dopo il rallentamento degli acquisti della Bce i rendimenti dei titoli sovrani tedeschi a 10 anni sono aumentati significativamente. Ma si tratta di un valore molto basso per gli standard storici e per gli investitori retail rimane ben poco. Schmidt aggiunge che con alti tassi d'inflazione, rendimenti sovrani vicini allo 0% rimangono poco attraenti per gli investitori retail.

POSSIBILI RENDIMENTI PIÙ ALTI


I corporate bond offrono di solito rendimenti più elevati, ma hanno lo svantaggio decisivo per gli investitori retail di richiedere un investimento minimo di 100.000 euro. Le obbligazioni con rating Investment Grade a 5 anni pagano ancora un rendimento dell'1,5%, che resta ancora basso anche in un confronto storico. Secondo Schmidt, una minore qualità dei titoli può essere accettata soltanto a fronte di rendimenti più alti: se si è disposti a fare piccole concessioni in termini di qualità dell'emittente, come maggiori spese in conto capitale o margini più bassi, è possibile ottenere rendimenti anche del 3%.

MA SEMPRE POCO ATTRAENTI


Nel complesso, i rendimenti delle obbligazioni in euro continueranno probabilmente a essere poco attraenti per gli investitori retail. Ma Schmidt vede una possibile opportunità nascere dal tapering della Bce: “Se gli acquisti saranno interrotti completamente entro l'estate, è più probabile che gli emittenti cerchino altri acquirenti e un modo per attirare gli investitori sarebbe quello di ridurre la soglia minima di investimento. Un'altra opzione sarebbe quella di reintrodurre la gestione gratuita dei titoli sovrani tedeschi".

IL RITORNO SULLE AZIONI


Le preoccupazioni per l'inflazione comunque spingono ancora gli investitori retail verso l’azionario. L'invasione russa dell'Ucraina ha causato soltanto un esodo a breve termine verso i porti sicuri e le obbligazioni sovrane. L'inflazione, ulteriormente alimentata dalla guerra, ha rafforzato la volontà della Bce di aumentare i tassi e accelerare l’uscita dai programmi di acquisto. L'aumento dei rendimenti, in un contesto di bassi tassi, è sinonimo di perdite di valore delle obbligazioni, per cui gli investitori hanno rapidamente disinvestito e sono tornati alle azioni, che restano l’asset class preferita per molti retail, sottolinea Schmidt.

IL COSTO DELL’INFLAZIONE


Secondo l’esperto di Ethenea i futuri aumenti dei tassi e gli attuali rendimenti dei bond continueranno a scoraggiare gli investitori retail dall'investire in obbligazioni. La chiave secondo Schmidt è mettere nella giusta prospettiva le preoccupazioni per un ulteriore calo dei prezzi, del tutto giustificate. Ma siamo ancora lontani dalla possibilità che i rendimenti possano compensare l'aumento dell’inflazione, e i rendimenti reali dei bond rimarranno quindi negativi.

EFFETTI ANCHE SUI MUTUI


Schmidt osserva che anche i mutui riflettono la normalizzazione della politica monetaria. Quelli a tasso fisso a 10 anni hanno raggiunto un interesse medio superiore al 2%. L'aumento dei requisiti di capitale per le banche da parte dell'autorità federale di vigilanza finanziaria della Germania, la BaFin, le cosiddette riserve di capitale anticicliche, e i requisiti di capitale speciali per i mutui ipotecari che seguiranno nel 2023 consolideranno ulteriormente i bassi rendimenti.

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