L'outlook
Robeco: l’azionario rimane il posizionamento migliore anche nel 2022
Arnout van Rijn, CIO Asia Pacifico di Robeco, sottolinea che il rally di tutti gli asset è finito ma non è pessimista sulle azioni mentre non vede nel reddito fisso un’opzione valida, visti i rendimenti ancora bassi
di Stefano Caratelli 13 Maggio 2022 12:11
La crisi ucraina sembra destinata a cancellare alcuni benefici della fine della guerra fredda e della successiva globalizzazione, dall'efficienza dei costi ai flussi commerciali internazionali. Un aspetto negativo che sta causando una notevole incertezza agli investitori, che stanno risentendo soprattutto dell'impatto della guerra per l'aumento dei prezzi dei fattori produttivi e in particolare delle materie prime. Per cui si chiedono quale sarà l'impatto combinato di inflazione e tassi più alti sulla crescita economica e sulla redditività delle imprese.
Arnout van Rijn, CIO Asia Pacifico di Robeco, osserva che nel primo trimestre alcune aziende hanno segnalato che la pressione sui margini potrebbe intaccare la redditività, che è il perno che sostiene i mercati azionari globali. Gli utili potrebbero essere messi sotto pressione anche per il rallentamento economico, particolarmente in Europa, dove i mercati hanno subito le conseguenze peggiori. Per oltre un decennio i tassi bassi hanno attutito molto la volatilità, ma ora le autorità in tutto il mondo spingono verso una normalizzazione monetaria, la Fed ha già iniziato ad aumentare i tassi e anche la BCE deve fronteggiare un'inflazione spaventosamente alta in Europa.
Secondo l’esperto di Robeco, la situazione in Asia è invece molto diversa, perché nelle economie più grandi, Cina e Giappone, gli aumenti dei prezzi dei fattori non hanno ancora fatto salire significativamente quelli al consumo. Storicamente, le azioni asiatiche hanno faticato in un contesto di rigidi tassi di cambio con il dollaro, ma questa volta potrebbe essere diverso, perché avranno meno da temere dalle mosse della Fed non essendoci bisogno nella regione di adottare una politica monetaria molto aggressiva nel 2022.
Ma da marzo 2022 proprio dall’Asia sono scattate interruzioni delle catene di approvvigionamento, aggravate dall’aumento dei prezzi di petrolio e gas, portando a un ripensamento delle interdipendenze globali, e la politica si sta muovendo chiaramente verso la ricerca di un’autonomia nazionale. I governi vogliono sviluppare proprie catene di fornitura di chip e ridurre la dipendenza energetica, spostando l'attenzione dalla transizione verde a lungo termine alla sicurezza energetica a breve.
Gas naturale e nucleare dovrebbero rimanere fonti importanti, almeno nel medio termine, per aiutare a gestire la transizione verso emissioni zero entro il 2050. Dal punto di vista dell'indipendenza energetica, l’esperto di Robeco nota che gli Stati Uniti sono favoriti grazie alla rivoluzione del petrolio di scisto, mentre la crescita economica sembra meno vulnerabile di quella europea, per cui sembrano una buona destinazione per gli investitori azionari. In Europa, grazie proprio al nucleare la Francia è stata relativamente risparmiata dallo shock energetico.
Vista l’elevata incertezza, gli investitori potrebbero pensare di cercare rifugio nel reddito fisso, ma i rendimenti rimangono molto bassi, ancora non sufficienti per alimentare una pensione. Per cui, sottolinea van Rijn, il comparto azionario rimane il “place to be”. Il "rally of everything" dello scorso trimestre è chiaramente finito, e ora gli investitori dovranno essere più selettivi. Ma l’esperto di Robeco afferma in conclusione di non essere pessimista sulle azioni, spiegando che “mantengono il loro fascino” perché sostenute da attivi reali, che tendono a muoversi, in una certa misura, in linea con l'inflazione. Inoltre, le società generano un margine da questi attivi e adeguano i loro prezzi quando l'inflazione aumenta.
STRETTA MONETARIA GLOBALE
Arnout van Rijn, CIO Asia Pacifico di Robeco, osserva che nel primo trimestre alcune aziende hanno segnalato che la pressione sui margini potrebbe intaccare la redditività, che è il perno che sostiene i mercati azionari globali. Gli utili potrebbero essere messi sotto pressione anche per il rallentamento economico, particolarmente in Europa, dove i mercati hanno subito le conseguenze peggiori. Per oltre un decennio i tassi bassi hanno attutito molto la volatilità, ma ora le autorità in tutto il mondo spingono verso una normalizzazione monetaria, la Fed ha già iniziato ad aumentare i tassi e anche la BCE deve fronteggiare un'inflazione spaventosamente alta in Europa.
MA L’ASIA FA ECCEZIONE
Secondo l’esperto di Robeco, la situazione in Asia è invece molto diversa, perché nelle economie più grandi, Cina e Giappone, gli aumenti dei prezzi dei fattori non hanno ancora fatto salire significativamente quelli al consumo. Storicamente, le azioni asiatiche hanno faticato in un contesto di rigidi tassi di cambio con il dollaro, ma questa volta potrebbe essere diverso, perché avranno meno da temere dalle mosse della Fed non essendoci bisogno nella regione di adottare una politica monetaria molto aggressiva nel 2022.
RIDURRE LA DIPENDENZA ENERGETICA
Ma da marzo 2022 proprio dall’Asia sono scattate interruzioni delle catene di approvvigionamento, aggravate dall’aumento dei prezzi di petrolio e gas, portando a un ripensamento delle interdipendenze globali, e la politica si sta muovendo chiaramente verso la ricerca di un’autonomia nazionale. I governi vogliono sviluppare proprie catene di fornitura di chip e ridurre la dipendenza energetica, spostando l'attenzione dalla transizione verde a lungo termine alla sicurezza energetica a breve.
RITORNO DI GAS E NUCLEARE
Gas naturale e nucleare dovrebbero rimanere fonti importanti, almeno nel medio termine, per aiutare a gestire la transizione verso emissioni zero entro il 2050. Dal punto di vista dell'indipendenza energetica, l’esperto di Robeco nota che gli Stati Uniti sono favoriti grazie alla rivoluzione del petrolio di scisto, mentre la crescita economica sembra meno vulnerabile di quella europea, per cui sembrano una buona destinazione per gli investitori azionari. In Europa, grazie proprio al nucleare la Francia è stata relativamente risparmiata dallo shock energetico.
POCO RIFUGIO NEL REDDITO FISSO
Vista l’elevata incertezza, gli investitori potrebbero pensare di cercare rifugio nel reddito fisso, ma i rendimenti rimangono molto bassi, ancora non sufficienti per alimentare una pensione. Per cui, sottolinea van Rijn, il comparto azionario rimane il “place to be”. Il "rally of everything" dello scorso trimestre è chiaramente finito, e ora gli investitori dovranno essere più selettivi. Ma l’esperto di Robeco afferma in conclusione di non essere pessimista sulle azioni, spiegando che “mantengono il loro fascino” perché sostenute da attivi reali, che tendono a muoversi, in una certa misura, in linea con l'inflazione. Inoltre, le società generano un margine da questi attivi e adeguano i loro prezzi quando l'inflazione aumenta.
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