Finanza sostenibile

Investimenti ESG: sbagliato affidarsi ai rating di terzi, AllianceBernstein spiega perché

Michelle Dunstan, Chief Responsibility Officer di AllianceBernstein, sottolinea l’importanza dell’integrazione ESG nell’analisi fondamentale proprietaria integrata da un engagement attivo, la chiave del successo

di Stefano Caratelli 16 Maggio 2022 13:00

financialounge -  AllianceBernstein ESG Michelle Dunstan
I rating ESG, vale a dire ambientali, sociali e di governance, sono molto usati per cercare imprese che soddisfano criteri specifici di investimento responsabile. Ma i rating di terzi non offrono un quadro completo di come le questioni ESG influenzano il potenziale rendimento e possono nascondere alcuni limiti. Per questo, secondo Michelle Dunstan, Chief Responsibility Officer di AllianceBernstein, non c’è alternativa all’integrazione delle considerazioni ESG nell’analisi fondamentale dei titoli. Anziché esternalizzare a terzi le valutazioni ESG, investitori e analisti devono svolgere ricerche approfondite e condurre un engagement attivo con gli emittenti. Questo approccio permette di conoscere a menadito un’impresa e acquisire una comprensione adeguata delle sue prospettive.

UN’ISTANTANEA DEL PASSATO


Dunstan spiega che oggi i rating ESG di terzi offrono un’istantanea del passato e non riflettono il potenziale di miglioramento né la vulnerabilità a rischi futuri. I punteggi si basano su ciò che le aziende dicono, non su ciò che fanno. Inoltre, i provider di rating ESG fanno ampio ricorso a strumenti automatici che estraggono dati dai siti web che potrebbero non essere del tutto affidabili o persino inseriti insieme a parole chiave. Le grandi imprese che possono permettersi di raccogliere tutti i dati necessari per ottenere un rating tendono a ricevere punteggi più elevati. Nei mercati del debito emergente inoltre i dati possono essere molto meno trasparenti e la copertura dei fornitori di dati ESG è spesso inesistente.

SUPERVISIONE REGOLAMENTARE AUSPICABILE


Una supervisione regolamentare potrebbe essere dietro l’angolo, a partire dall’Europa, dove le autorità sono preoccupate perché molti piccoli investitori e gestori di portafogli passivi ricorrono a questi rating per le loro valutazioni ESG. Per AllianceBernstein i rating ESG di terzi offrono un punto di partenza, e una maggior trasparenza aiuterebbe i provider a migliorare il servizio, come punteggi per ciascuno dei tre segmenti ESG. I limiti dei rating ESG retrospettivi sono diventati più chiari dopo la pandemia, che ha suscitato interrogativi sulla preparazione delle aziende e sulla capacità di adattarsi agli eventi. Sono questioni ESG, ma anche finanziarie.

SERVE UN APPROCCIO INTEGRATO


Secondo Dunstan, per cogliere i benefici ESG e identificare i relativi rischi è necessario un approccio integrato, e la ricerca proprietaria e le conoscenze settoriali sono la fonte di alfa nei portafogli di AllianceBernstein. Per questo le valutazioni ESG non dovrebbero essere date a terzi. Infatti in AllianceBernstein gestori e analisti fondamentali, specializzati nelle rispettive aree di copertura, collaborano con gli specialisti d’investimento responsabile per valutare correttamente rischi e opportunità ESG rilevanti a livello aziendale e settoriale.

ENGAGEMENT FATTORE CRUCIALE


Per le valutazioni ESG l’engagement è cruciale, mentre servono anche una copertura sufficiente degli analisti e la capacità di svolgere analisi fondamentali esaurienti e convalidare i dati. Gli investitori che si affidano esclusivamente a rating ESG di terzi rinunciano all’opportunità di promuovere il cambiamento e trascurano una leva cruciale per migliorare la performance, vale a dire l’engagement mirato all’azione. Inoltre, le imprese in ritardo sul fronte ESG ma che si impegnano a migliorare possono offrire opportunità, anche se i rating potrebbero essere inferiori alla media.

LA CAPACITÀ DELLE AZIENDE DI MIGLIORARE


Aziende con rating insoddisfacenti possono fare uno sforzo conseguendo miglioramenti che sfociano spesso in rating più elevati e danno impulso alle quotazioni azionarie, offrendo rendimenti agli investitori che individuano la tendenza per tempo. L’investimento e l’engagement, sottolinea Dunstan, possono generare enormi benefici sul piano ESG, ad esempio nella riduzione delle emissioni.

LE CHIAVI DEL SUCCESSO


In conclusione, l’esperta di AllianceBernstein sottolinea che le valutazioni ESG rigorose sono troppo complesse per essere distillate in un solo punteggio. I gestori che amministrano in modo responsabile i capitali dei clienti hanno il dovere fiduciario di incoraggiare le imprese a migliorare le proprie pratiche e attività. Il rating di terzi può essere utile per avviare un dialogo con il management di un’impresa, ma le condizioni per un risultato di successo possono essere create solo con un engagement persistente supportato da una ricerca approfondita.

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